San Giuseppe e i suoi poeti dimenticati….

luglio 1, 2008

News

San Giuseppe non è solo terra di (ex)commercio,ma è anche terra di grandi poeti dimenticati.
Tra i suoi figli più famosi i poeti: Enzo Bonagura, autore di indimenticabili canzoni come Sciummo Maruzzella, Scalinatella, ecc. ecc., Gennaro Carbone autore della celeberrima “Amore Amaro”, Giuseppe Casillo,Agostino Nappo,Raffale Urraro e tanti altri.

Viviamo tante pecche/contraddizioni/utopie in questo paese, ma provo tanta rabbia nel vedere questi illustri nomi dimenticati, e mai inneggiati come orgoglio e storia di questa comunità

Mina canta  Maruzzella, scritta da Enzo Bonagura.

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12 Responses to “San Giuseppe e i suoi poeti dimenticati….”

  1. ollimac Says:

    invece di organizzare manifestazioni culturali (premi letterali, commemorazioni, seminari, incontri con gli autori) che potrebbero elevare il livello culturale del paese nonchè far appassionare alla poesia, e alla cultura in generale, tanti giovani concittadini, si pensa ad organizzare corse di ciucci e fiere all’ ingrosso mascherate da sagre!!!

    il nostro paese è allo sbando sarebbe ora di ribellarci contro il sistema della non cultura.

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  2. urraro Says:

    Pietro, come commento al tuo post ecco una mia poesia. A volte con una poesia si dicono molte più cose di quante se ne possano dire con un lungo discorso.

    rimbalzano le mie parole

    rimbalzano le mie parole

    dalla terra di creta

    al cielo di cristallo

    e non trovano nulla

    : trovano soltanto

    il silenzio dell’assenza

    ombra grigia

    che pigia le nevrosi

    del sogno

    l’uomo è solo

    con la mente che vola e che s’impiglia

    negli spazi frantumati del nulla

    e il silenzio squarcia

    le pareti di pietra

    è un silenzio impalpabile

    come tenebra oscura

    sotto le dita dell’anima

    solo la parola

    può uccidere il silenzio

    e se svanisce nel nulla

    resta l’eco trasportata dal vento

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  3. mimmorusso Says:

    Complimenti professore Urraro,le sue parole sono eccezionali.

    Sono l’aiuto per affrontare un altra giornata sommersi dal degrado.

    Degrado morale,civile ed economico.

    Grazie.

    MIMMO RUSSO

    P.s.:Grazie anche ai ragazzi di Vocenueva che con il loro impegno ci danno la speranza di un futuro.

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  4. brassen Says:

    Grazie Mille professore per aver donato per l’ennesima volta a questo collettivo di giovani,una parte della sua immensa cultura con questa lirica di speranza, e mi assoccio pienamente da dilettante di questa arte, alle sue vellutate e profane parole:

    “solo la parola

    può uccidere il silenzio

    e se svanisce nel nulla

    resta l’eco trasportata dal vento”

    Grazie di cuore, il Collettivo VoceNueva.

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  5. albertocatapano Says:

    E’ davvero piacevole leggere questi commenti…Non posso che associarmi alle parole e ai sentimenti espressi da pietro/ brassen….

    Vorrei inoltre aggiungere alcune considerazioni fatte dal prof.Urraro nel post precedente…

    Ci sono state numerose occasioni, nel senso di manifestazioni, in cui noi del Collettivo esortavamo soprattutto i giovani a partecipare o almeno a informarsi riguardo la situazione locale…In quasi nessuna di esse i giovani hanno preso parola esprimendo anche idee diverse, in quasi nessuna di esse erano presenti le autorità (o almeno quelle di San Giuseppe) a dialogare…

    Oltre questo va aggiunto che verso il Collettivo VoceNueva c’è da abbattere “un muro” di pregiudizi costruito da chi ha paura o da chi semplicemente è di idee e opinioni differenti….

    Questo però non mi allontana dalla sua proposta…Noi siamo e saremo sempre disponibili a proporre una manifestazione del genere, come in tutte le nostre attività esorteremo sempre prima i giovani a parteciparvi…

    Grazie del suo contributo prof.

    Ciao

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  6. anonimo Says:

    sogno di vedere queste parole e questi buoni propositi concretizzati in un simbolo, un luogo preposto a conservare e preservare le eccellenze della società sangiuseppese.

    sogno un luogo dove permanentemente ci si ricordi da dove si è partiti (con un museo permanente) e al tempo stesso permetta ai giovani di riunirsi e capire dove si sta andando(un centro polivalente).

    Chissà quante volte lo vedete, chissà quante volte ne avete discusso sulla sua destinazione, eppure recentemente sono passata di nuovo in quel posto, centralissmo, ancora abbandonato a se stesso, pieno di rovi e calcinacci e con una scritta che da Natale ancora non è stata rimossa…l’ ex Asilo della Croce Rossa.

    M.V.

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  7. albertocatapano Says:

    Caro/a M.V. il Collettivo VoceNueva ,da quando è nato, ha proposto la riqualificazione e la riutilizzazzione dell’ex Asilo Croce Rossa come centro polivalente…

    Potrebbe essere una grande occasione per il nostro paese ma anche per tutta la provincia di Napoli…

    Ci si potrebbero allestire biblioteche multimediali, spazi per le scuole, sale aperte a tutte le associazioni, servizi per i giovani, giardino pubblico ecc.ecc..Io abito proprio di fronte e tutti i giorni sogno quello che hai descritto in precedenza…Ma ci vogliono tanti milioni di euro, in realtà costerebbe più riqualificarlo che costruirlo daccapo…L’immobilismo di 50 anni ha determinato questo stato fatiscente…Solo Regione e Provincia e ovviamente il Comune possono aiutarci a compiere questo sogno che non è solo il nostro ma di tutta la popolazione…

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  8. anonimo Says:

    (Ir)reality show.

    In queste torride giornate d’estate, sembra che il tempo sia fermo. Quasi non si ha voglia di pensare. Quasi non se ne ha la forza. Sarà che un’afa così non opprimeva da anni. Sarà che tutti gli anni ci raccontiamo di quest’afa mai avvertita prima. Sarà. Eppure, guardando intorno, si percepisce nel Paese lo stesso senso di immobilità. Un passato che non passa, che soffoca peggio dell’afa di luglio, incancrenisce il pensiero. Infondo, cos’è cambiato? Intendo cambiato davvero. Cambiato in meglio. Al governo: il Signor B. E giù leggi ad personam, tirapiedi che fanno i ministri, barzellette stantie. Sempre le stesse. L’opposizione che si distingue. Quella di piazza. E quella di governo. Quella giustizialista. E quella del dialogo. Davvero, ditemi, cos’è cambiato? Un fermo-immagine che avvolge tutto. Un fermo-immagine che dissocia dal reale. Dal reale, si. Perchè non c’è nulla di realmente logico nei distinguo tra Veltroni e Di Pietro. Niente di concreto nelle lacrime per il dialogo istituzionale andato in fumo. Non è reale. E’ una rappresentazione grottesca che si atteggia a politica. Che ripropone se stessa, spacciandosi per nuova. Come questa maledetta afa che si ripete ogni anno. Persino le risposte, diventano irreali. Chiamare una tassa “Robin tax”, è irreale. Perchè una tassa che grava su petrolieri e banchieri non è un risparmio per i consumatori. E’ un onere. Perchè se si tassano oligopolisti, l’aumento dei costi verrà scaricato sul consumatore finale. Che non può scegliere, perchè petrolieri e banche non vivono in un regime di reale concorrenza. Vogliono il capitalismo, ma regolamentato. Nemmeno il capitalismo è reale: è oligopolio. Il risparmio del consumatore, dunque, è irreale. Come lo è l’insicurezza diffusa, la paura dei Rom avvertita dal 47% degli italiani. Più del doppio della media europea. Un’emergenza che nei dati non c’è. Ma esiste nella percezione sociale, alla televisione. E’ irreale. E la risposta non può che esserlo altrettanto. Schedature di massa, anche per i minorenni. E non per tutti, solo per i Rom. Come se si potesse identificare tratti geneticamente criminali in un’etnia intera. Persino nei bambini. Come se non fosse l’ennesima conferma del razzismo dilagante di cui è cronicamente affetta questa maggioranza. Non solo al governo, ma nella società. Il razzismo, si. Questo è reale. Vergognosamente reale. Così reale che non riusciamo a vederlo, abituati come siamo alla falsificazione televisiva. Così profondo che nemmeno avvertiamo l’esigenza di combatterlo. Non ne abbiamo più lo stimolo. Perchè il problema è nell’irrealtà. E’ nel dialogo mancato, nelle mignotte raccomandate da Berlusconi. Che a ben pensarci, infondo, ci ha costruito una fortuna sull’irreale. Un universo di finzione. Reality show.

    In questo paradigma di finzione, piace associarmi all’appello di Moni Ovadia. Una provocazione, certo. Ma con basi solide. Reali. Chiedo a tutti di aderire all’appello per il conferimento del Nobel per la pace al popolo Rom. L’unico popolo europeo che non ha mai fatto una guerra.

    Per adesioni: segreteria@liberazione.it

    CdT

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  9. anonimo Says:

    Ed ora come si fa?

    Non si può fare politica in queste condizioni; anche i servi hanno la loro dignità, di servi ma dignità.

    Prima ci mandi su tutte le piazze (telematiche perché su quelle vere non si azzardano) a dire che tra le urgenti priorità del paese vi il problema delle intercettazioni e poi dietrofront. Che figura ci facciamo.

    Così (forse) pensano in cuor loro famosi uomini politici di questo paese: Cicchitto da fervente ultrà di sinistra del PSI a uno dei tanti portavoce del capo in qualità di presidente dei deputati berlusconeschi; Gasparri da dirigente ad ospite, per conto del capo (che non è Fini) in Alleanza Nazionale e promosso presidente (o giù di lì) dei senatori, e suo personale portavoce dopo le ottime prove di scrivano della legge sulle televisioni; Rotondi, residuo alogenico della vecchia DC, assunto in servizio effettivo di parlamentare e ministro (di una cosa inutile); corifei di ogni razza, peso e dimensione, tra cui brilla in questi ultimi tempi un tale senatore Quagliariello.

    Tutti a spiegarci che l’Italia non può andare avanti se subito, illico et immediate (si sarebbe detto in altre epoche), non si vietano le intercettazioni telefoniche; ed ognuno ci metteva il suo personale contributo di uomo di legge, di cultura, di stato.

    Ed adesso; dopo che il capo ha fatto un po’ di retromarcia, dicendo che tutto sommato deve fare anche il capo del governo e le intercettazioni possono anche aspettare un po’, finchè non si ammoscia una tensione alimentata dai comunisti (questo la notte si sogna Stalin e si sveglia tutto sudato) che vogliono far intendere al paese che Berlusconi pensa solo ai fatti suoi (all’anima della novità), come faranno a rimediare?

    Niente paura; per qualche ora scompariranno dai teleschermi e subito dopo, appena la gente si è distratta un po’, pronti a sparare altre cazzate.

    Per fortuna (loro) che la serietà è una merce in grande penuria, ma se esistesse in tale quantità come le zeppole nella sagra di S. Giuseppe, questi non ne avrebbero neppure per comprarsi la ESSE.

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  10. anonimo Says:

    Perchè dobbiamo essere oggetto di sberleffi da parte del mondo intero?

    Chi cazz c’a stipat a stu strunz e’ Berlusconi? Vorrei che qualcuno mi elencasse i motivi e i meriti per i quali individuo debba essere espressione della volontà popolare nazionale…

    Pugni Chiusi

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  11. anonimo Says:

    *questo individuo

    Pugni Chiusi

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  12. anonimo Says:

    Il giorno 2 agisto passegiando per il Parco Ambrosio per ricercare un amico ho scoperto che una delle traverse ha cambiato nome ed è intitolato a Giuseppe Casillo, sicuramente tre cittadini di quella strada conoscono Giuseppe Casillo , ma gli altri ??? ed intitolando la strada ad un concittatino nemmeno una cerimonia, devi scoprirlo leggendo i numeri civici per trovare l’amico. Anzi l’amico è ancora convinto di Abitare al parco Ambrosio . Quale onore a chi è stata intitolata e quanta educazione nel comunicare che fra poco avrai tutti i documenti fuorilegge perchè la strada dove abiti ha cambiato nome!!!!!!!

    POVERI SANGIUSEPPESI siete diventati schiavi di voi stessi senza nemmeno più una identità certa del vostro domicilio.

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