Il corpo delle donne

febbraio 7, 2010

News

Da qualche tempo circola in rete un documentario prodotto in Italia nel 2009. Si chiama "Il corpo delle donne".

Lo postiamo qui perchè vogliamo rivolgerci alle donne in primis, alle mamme che si trovassero a passare sul nostro blog.

E’ rivolto anche ai padri, genitori di figlie e figli drogati e instupiditi dalla cultura che la televisione ci propone.

E’ rivolto ovviamente anche alle figlie e ai figli di questi genitori, destinari (come me) della cultura che i nostri genitori hanno creato ad hoc per noi e che non possiamo più accettare. 

E’ rivolto, infine, a tutti quelli che sognano di diventare veline, schedine, che lottano e spendono soldi e si umiliano per partecipare a puttanate televisive come Uomini e donne, Amici di Maria de Filippi, il Grande Fratello, X Factor etc…

Non è questa la strada per il successo, non può essere questo il cammino che deve portare alla realizzazione del sogno di cantare, ballare, esprimersi..

La visione di questo breve documentario può aiutarci a riflettere sulla condizione in cui viviamo, sul modo in cui la tv rappresenta e mette in scena lo spettacolo del corpo femminile: uno spettacolo degradante.

Clicca qui per vedere il documentario:

www.ilcorpodelledonne.net/

IL CORPO DELLE DONNE è il titolo del nostro documentario di 25′ sull’uso del corpo della donna in tv. Siamo partiti da un’urgenza. La constatazione che le donne, le donne vere, stiano scomparendo dalla tv e che siano state sostituite da una rappresentazione grottesca, volgare e umiliante. La perdita ci è parsa enorme: la cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime. Da qui si è fatta strada l’idea di selezionare le immagini televisive che avessero in comune l’utilizzo manipolatorio del corpo delle donne per raccontare quanto sta avvenendo non solo a chi non guarda mai la tv ma specialmente a chi la guarda ma “non vede”. L’obbiettivo è interrogarci e interrogare sulle ragioni di questa cancellazione, un vero ” pogrom” di cui siamo tutti spettatori silenziosi. Il lavoro ha poi dato particolare risalto alla cancellazione dei volti adulti in tv, al ricorso alla chirurgia estetica per cancellare qualsiasi segno di passaggio del tempo e alle conseguenze sociali di questa rimozione.

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7 Responses to “Il corpo delle donne”

  1. pilloledicinema Says:

    E’ un documentario molto bello, fa aprire gli occhi su un certo modo di fare televisione che ovviamente non può non ripercuotersi su chi guarda i vari programmi televisivi e li prende come lo specchio della realtà.
    Avete fatto bene a postarlo pure voi.
    Ciao

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  2. albertk Says:

    Grazie a Tyler per la segnalazione.

    Berlusconi ha determinato la mercificazione e in primis la degradazione della donna in Italia. Lui utilizzatore finale, lui proprietario di reti che hanno creato le veline, uomini e donne, network televisivi dove se non fai vedere qualche culetto o qualche tetta non si va in onda. Per riflesso anche la Rai si è dovuta adeguare. Tipico atteggiamento della sindrome dell’elefante.

    La Rete (quella intelligente, come quella segnalata da VoceNueva e da Tyler e non facebook adolescenziale e youtube a tutti i costi) è l’unica alternativa valida, seria, indipendente. 
    Se tutti noi spegnessimo quella cazzo di tv almeno due o tre ore al giorno, leggendo e informandoci in Rete, forse saremmo tutti più intelligenti. O meno rincretiniti.  

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  3. anonimo Says:

     Ho seguito il documentario con molta attenzione, in quanto tratta un argomento che mi coinvolge completamente e di cui ne ho fatto una battaglia personale da tempo .

    Si parla del CORPO FEMMINILE, della sua esaltazione, violazione, lacerazione, NEGAZIONE.

    Si parla di come la donna tenda a plasmarsi, mascherarsi e  a conformarsi in base a modelli che sembrano “accontentare e assecondare i PRESUNTI desideri machili sotto ogni aspetto”. Donne  “ RIDOTTE E AUTORIDOTTESI ad OGGETTO SESSUALE “.

    Perché ? Perché la donna dopo aver lottato per anni per affermare i propri diritti, per avere anch’essa l’opportunità di ricevere un’istruzione, per affermarsi in una società che la rilegava all’unico ruolo di “schiava” della casa, adesso si riduca a preoccuparsi di come appare agli altri?

    Perché? Perché? Perché?

    Ah si . . .Forse perché la società non è ancora quella maschilista di un tempo . . . dominata dal potere del sesso machile? Quella stessa società in cui le donne fanno ancora fatica a trovare un’occupazione ripetto ai loro colleghi maschietti (solo il 30% delle donne trova lavoro dopo la laurea contro il 70% degli uomini)? Quella che premia l’apparenza e non l’essere ? Quella che promuove programmi televisi in cui culi e tette la fanno da padrone?La società governata dal nostro caro premier che ha sponsorizzato la donna oggetto?

    Donne fragili, deboli, sensibili oppure semplicemete superficiali si piegano e si adeguano al sistema credendo che mostrare seno, cosce e quant altro possa condurle ad una carriera di successo. E lì dove madre natura non è stata così generosa interviene la chirurgia estetica che il più delle volte abbrutisce l’espressione del volto, anziché migliorarla.

    “Chi siamo? Cosa vogliamo” ci viene chiesto nel documentario.

    Purtroppo non posso rispondere da parte di tutto l’universo femminile.Io fortunatamente so chi sono e so cosa voglio e a differenza di quanto si possa pensare ce ne sono molte altre come me. Vorrei solo che tutte le donne prendessero COSCIENZA di ciò che si nasconde al di là dell’involucro e per coloro che non sanno più a cosa credere e che vivono sotto una costante umiliazione di se stesse,io dico di REAGIRE , COMBATTERE per affermare ciò che si è e AMARSI e IMPARARE A CONOSCERSI “per non rischiare di morire sconosiute a se stesse e agli altri”.

    Lorena.

     

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  4. albertk Says:

    Brava Lorena ottimo commento.
    Saluti

     

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  5. anonimo Says:

    Sono d’accordo con quanto detto nel documentario e nei commenti. Eppure qualcosa non mi convince. C’è una tensione a deresponsabilizzarsi, al vittimismo, che trovo abbastanza fuori luogo. Non credo minimamente che la condizione della donna di oggi, del modello femminile che appare vincente nei media, sia colpa di Berlusconi. Sarebbe troppo facile e, ritengo, assolverebbe buona parte dei colpevoli.

    Partiamo da un punto. Credo che la responsabilità maggiore non sia imputabile ad una persona, ad un network televisivo, ad un programma politico. La responsabilità principale è del pubblico. E’ il pubblico che garantisce audience e, quindi, raccolta pubblicitaria. E’ il pubblico che premia certi modelli maschili e femminili, che passa mesi interi a dibattere su reality e gossip, che sogna di fare il tronista, la letterina, il naufrago, ecc. E’ il pubblico che venera i sottoprodotti di questa tv per mentecatti, che alimenta un business di miliardi, ricoprendo d’oro personaggi di dubbia intelligenza. Il mercato – e quindi chi opera all’interno di esso – non fa altro che garantire adeguata offerta alla crescente domanda. E la domanda viene dal pubblico. Che in definitiva siamo noi. Ovvero, una fetta non trascurabile della popolazione italiana. Nessuna donna è costretta ad essere velina. Nessun uomo è costretto ad essere tronista. E so bene che la nostra non è una società meritocratica, che spesso il talento e le competenze sono messe in secondo piano rispetto ad un sorriso ed un bel corpo. Ma nessuno obbliga chicchessia a vendersi, perché altrimenti avremmo un’intera generazione di tronisti e veline. E invece tutti sappiamo che le cose stanno in modo diverso. Forse in Italia sarà più difficile che altrove, ma è ancora possibile mantenere una propria dignità, riuscire a raggiungere traguardi facendo leva sulle proprie forze. Basta guardarci intorno per accorgercene.

    Sia chiaro: quanto detto non nega la gravità del problema, non nasconde sotto il tappeto la forzatura che certi media fanno per imporre un modello culturale (che, va da sé, è funzionale ad una determinata visione del modo e dei rapporti umani e, in definitiva, ad una precisa proposta politica). Ma semplicemente pone in evidenza la corresponsabilità degli individui, perché bisognerà pure mettercelo in testa che a molti piace vegetare nell’unica realtà che gli viene data. Bisognerà pure prendere atto che per una componente non minoritaria della gente italica i modelli di rifermento hanno ed avranno sempre il volto dei Fabrizio Corona, delle Simona Ventura e di tutta la feccia televisiva da cui, personalmente, cerco di tenermi a dovuta distanza.

    Agitprop
      

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  6. TylerDurdan Says:

     Agitprop, le responsabilità individuali sono lampanti ma io ti chiedo: siamo davvero messi nella condizione di scegliere?

    Quelli che riescono a vedere oltre il muro costruito da tv, giornali, siti internet, banchetti, quotidiani, volantini sono sempre di meno e questo accade perchè il muro comincia a rasentare la perfezione, gli spazi "liberi" sono sempre di meno: lo dimostra la recente censura subita da programmi che alla fine sono e saranno sempre moderati come annozero e ballarò, ma che comunque danno fastidio a chi comanda.

    Neanche questi vanno più bene all’estabilishment, c’è bisogno del massimo del rincoglionimento per votare alle prossime elezioni.

    In fondo il pubblico ha sempre dimostrato di consumare ciò che gli viene impacchettato meglio, accade anche al supermercato..

    Questa non è una critica, è soltanto una riflessione: ha più colpe chi ci immerge in questo brodo di idiozia o chi ci sguazza dentro sollazzandosi?

    E’ messa peggio una finta giornalista che vuole fare la velina o chi le ha messo in testa queste idee idiote?


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  7. anonimo Says:

    Tyler, capisco le tue osservazioni. Però resto convinto che una scelta individuale sia sempre possibile. A molti, però, la strada più facile sembra un’altra. E invece le decisioni di vita, quelle che ti impone la tua coscienza e dignità, spesso sono complesse e pesano come macigni. 

    La tv può essere spenta, si può guardare altro. O non guardare affatto. Si possono cercare le informazioni altrove, costruirsi una propria coscienza politica attingendo a fonti non comuni. Credo che questo accresca la condanna di ciascuno contro un certo circo mediatico, costruito apposta per farci comportare e vivere in un determinato modo. Ma il rincoglionimento televisivo, giornalistico e gossipparo indica soltanto la strada, spacciandotela come la migliore possibile. Sono i singoli, poi, che volontariamente corrono verso il baratro. E per fortuna non sono ancora la maggioranza.

    Se continuiamo a dare la colpa agli altri, ad un non meglio identificato "sistema", difficilmente le cose cambieranno.

    Agitprop

    PS: penso che si potrebbe cominciare anche dall’evitare sempre la solita polemica sterile sulla censura vera o presunta dei programmi Rai. Perché, per quanto non condivida lo stop alle trasmissioni di approfondimento politico imposto dalla destra, credo che queste non siano minimamente funzionali all’allargamento del consenso per le forze di opposizione. In poche parole: le elezioni si vincono con la Politica, con l’attività quotidiana nei quartieri, nelle piazze, nei luoghi di lavoro e nelle scuole. Con la serietà di una proposta politica utile alla gente, che dia speranza e diritti a chi negli ultimi anni di dominio berlusconiano ha ingoiato soltanto fango.

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