La mia ambizione? Pensare che le parole possano cambiare le cose.

marzo 28, 2009

News

Queste parole sono state pronunciate tre sere fa, su Raitre, durante la trasmissione Che tempo che fa, da Roberto Saviano.

La mia ambizione? Pensare che le parole possano cambiare le cose.

Durante le circa tre ore di trasmissione si è lasciato libero spazio a Saviano, che ha potuto così parlare prima di come la stampa locale, e nella fattispecie La Gazzetta di Caserta, si comportano nei confronti delle notizie di cronaca locale, poi c’è stata una specie di intervista-psicoanalitica fatta da Fazio a Saviano e infine si è parlato di letteratura con Paul Auster e Dave Grossman.

La pima parte è stata, a mio avviso, la più significativa.

I quotidiani locali hanno una grossa influenza nelle nostre zone e credo che analizzare su una rete nazionale le storpiature e le collusioni di queste presunte testate giornalistiche sia stato, oltre che un interessantissimo "esperimento" di giornalismo, anche un invito a fare lo stesso.

Perchè le parole possono cambiare le cose..

E questa frase, oltre che un’immediata connotazione positiva, ne ha anche un’altra, nascosta, ma estremamente pericolosa. Con le parole, con i giornali, i media, si può ribaltare il senso di una notizia.

Penso a quanto è accaduto in Venezuela, alle stragi di piazza fontana, a Pinelli, ma anche, per restare in territori a noi più vicini, alla manipolazione di tutte le notizie che riguardano il nostro paese.

O a tutto ciò di cui NON parlano i quotidiani locali.

Ad esempio, un anno fa si era detto che tutti i comuni dovevano fare un 35% di differenziata, pena il commissariamento del comune.

Non ho più letto notizie su questo tema.

Non leggo notizie sull’attuale procedura di verifica dell’operato della nostra amministrazione comunale.

Non leggo niente sui concorsi pubblici di San Giuseppe Vesuviano.

Non si parla della camorra nel nostro paese, dei soldi che devi versare per tenere aperto un esercizio commerciale in tutte le strade di San Giuseppe, dei soldi sprecati dall’amministrazione, delle piazze che si dovevano costruire, delle zone a traffico limitato, dell’isola ecologica, della raccolta porta a porta, dei codici a barre sulle buste dell’immondizia, di incentivi per i giovani, dello sport che non esiste (pure la sangiuseppese hanno fatto sparire!!)…

Il susseguirsi inevitabile dei giorni, gli impegni, il lavoro, lo studio, le nostre preoccupazioni quotidiane ci creano enormi problemi alla vista, ci fanno vedere grandi le cose piccole e non riusciamo affatto a vedere le cose grandi.

Allora una frase detta in tv può avere un effetto anche dirompente, come un libro, una manifestazione.

Ricopio questa frase e invito i lettori del blog a prestare attenzione alle notizie dei giornali, specialmente quelli locali.

Riportate qui gli articoli che giudicate più "ambigui", perchè:

"La mia ambizione? Pensare che le parole possano cambiare le cose".

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7 Responses to “La mia ambizione? Pensare che le parole possano cambiare le cose.”

  1. anonimo Says:

    Ciao Tyler condivido completamente il tuo pensiero,anche se Ti invito a fare dei distingui.

    Per quanto riguarda Saviano non vorrei che fosse ” solo un’ambizione cambiare le cose” ma che usando le parole si possa veramente cambiare qualcosa.

    E’ inamissibile che 120 cittadini di Via Di Luggo firmino una petizione contro la sosta selaggia nel loro quartiere e non succede niente,mentre un singolo si rechi a casa del sindaco e il giorno dopo compaia davanti alla sua porta un posto riservato con strisce gialle.

    Non condivido molto la seconda parte del Tuo discorso.Quanto parli di stampa locale forse Ti riferisce al modus vivendi del ” Gazzettino di Caserta” e su questo ci siamo,anche nel nostro Paese vi è qualcosa di simile.Infatti leggendo il Metropolis spesso si ha nostalgia della Pravda dell’epoca di Breznev,solo che a San Giuseppe Ves.come Tu sai,viene stampato anche Unapagina che dei temi di cui parli ha fatto una bandiera,e non certo per avversità politica,come qualcuno malignamente pensa,ma solo per diritto di cronaca.

    Sul tema dei concorsi pubblici,Ti ricordo,mi sono dovuto travestire da concorrente ( a 46 anni)ed in mezzo a tanti giovani universitari ho partecipato alla solita selezione ” ad Intuito Personam” ( di mediovale memoria)di cui ho dato ampia cronaca su Unapagina.Peccato che nessuno degli universitari presenti si sia voluto lasciare intervistare,non sò se per vergogna o paura,nessuno degli universitari Sangiuseppesi si è alzato ed in pubblico ha gridato:CHE SCHIFO!,rivolto a questa amministrazione che distrubuisce incarichi e regalie come una satrapia mediorientale.

    Esclusa una ristretta cerchia di giovani che fanno parte del Collettivo,non si sente che il silenzio più assordante.Eppure i nostri Istituti superiori traboccano di studenti,molte famiglie si svenano per mantenere i propri rampolli nelle Università più prestigiose e poi non si trova una voce disposta a dire pubblicamente che questo sistema è marcio.

    Certo è giusta la Tua denuncia,ma forse prima che prendersela con chi fa informazione per mestiere,bisognerebbe guardare un poco all’interno della società e vedere quali sono i mali e le terapie adatte per risolverli.

    In fondo questi ” professinisti” ci vendono ciò che vogliamo comprare.

    Ciao

    MIMMO RUSSO

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  2. anonimo Says:

    Credo che quanto scritto da Tyler non fosse diretto ad una testata locale in particolare, ma ai cittadini. E’ un invito, ampiamente condivisibile, a mantenere alto il livello di attenzione. E’ una spinta alla partecipazione di ciascuno, all’interesse diretto del singolo per la cosa pubblica.

    Le parole possono cambiare le cose. Hanno bisogno di volontà, passione, conoscenza delle persone e della storia. E questo vale ancor di più per un paese come il nostro, nella provincia meridionale, dove il disinteresse per il vivere sociale sembra, a volte, una malattia geneticamente ereditata.

    Agitprop.

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  3. a2punti Says:

    se le parole non potessero cambiare le cose saviano potrebbe vivere senza scorta, dato che lui -oltre al coraggio- ha usato solo quelle;

    a..

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  4. anonimo Says:

    ragazzi, ho sempre pensato che nella vita conta prima di tutto ciò che si fa, subito dopo ciò che si pensa e in ultimo ciò che si dice. non so voi ma io ultimamente mi sento talmente soverchiato di parole che ho smesso di dargli peso. forse la vera lezione di saviano è l’avere legato indissolubilmente ciò che dice a ciò che fa, che credetemi è situazione veramente rara di questi tempi.

    MAUDIT

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  5. anonimo Says:

    perchè “Maudit” non ci dice chi è, cosi capiamo cosa dice e cosa fa.

    Anema e Core

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  6. anonimo Says:

    c’è qualcuno a cui interessa sapere chi è e cosa pensa anema e core? a me no! però sottolineo la bizzarria di un anonimo che chiede il disvelarsi a un altro anonimo! come diceva guzzanti (corrado) in una celebre parodia: c’è veramente grossa crisi!

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  7. anonimo Says:

    purtroppo tanti giovani, universitari, precari, disoccupati meridionali troppo spesso vivono il ricatto del “posto al sole solo per te se…taci, se non parli,se non chini il capo senza ribellarti, se mi voti…”. Roberto ha provato a scuoterci, ad essere coraggiosi…lo so che è difficile pensare al ruolo delle parole in situazioni problematiche, ma l’ insegnamento estremo di questo ragazzo non è solo il suo coraggio, ma la sua coerenza : per le sue parole ha cambiato vita, ha cambiato il suo sistema di relazioni con gli altri e con il mondo… . Cosa aspettiamo a prenderci ciò che è nostro, senza piegarci, rispettando noi stessi, senza farci violentare “dal sistema” marcio del nostro paese?

    M.V.

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