Il legno storto.

ottobre 17, 2008

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"Da un legno storto come quello di cui è fatto l’uomo, non si può costruire nulla di perfettamente diritto" (Immanuel Kant)

"L’onorevole aveva avuto espressamente il nostro aiuto per le sue elezioni, era a disposizione per qualunque cosa noi gli avessimo potuto domandare. Se gli avessimo chiesto un certo tipo di lavoro pubblico, non esisteva che potesse rifiutarsi"
(Dario De Simone, ex boss dei casalesi, collaboratore di giustizia)

Nicola Cosentino è nato a Casal di Principe nel 1959. E’ coordinatore regionale del PdL e Sottosegretario all’Economia nell’attuale governo. E’ un uomo di Berlusconi. E’ parente acquisito di Giuseppe Russo, detto Pepp ‘o Padrino, boss del clan dei casalesi. Dario De Simone, pentito del clan casertano, è il quinto collaboratore di giustizia a fare il suo nome. Per De Simone, Cosentino era ed è un uomo a disposizione dei casalesi; la sua carriera politica è stata assicurata dal rapporto di interdipendenza con il clan di Bidognetti. Il pentito De Simone è stato ritenuto affidabile e fondamentale dai giudici; grazie alle sue rivelazione si è potuto concludere con numerose condanne il maxiprocesso "Spartacus".

"Il deputato [Cosentino] viene indicato nel 1998 da Domenico Frascogna come postino insospettabile dei messaggi del capo dei capi, Francesco ‘Sandokan’ Schiavone; da Carmine Schiavone, cugino di Sandokan, come candidato della famiglia nelle elezioni comunali e provinciali. Nel febbraio 2008 da Michele Froncillo come il contatto per vincere le gare pubbliche. Infine Gaetano Vassallo, l’imprenditore di camorra che per un ventennio ha inondato la Campania di scorie tossiche, descrive il suo ruolo negli appalti per consorzi rifiuti e termovalorizzatori. L’espresso invece ha ricostruito come alla società della famiglia Cosentino, un colosso nel settore di gas e petrolio, fosse stato negato il certificato antimafia: un permesso concesso solo dopo l’intervento del prefetto Elena Stasi, poi eletta al parlamento per il Pdl grazie anche al sostegno di Cosentino." (Emiliano Fittipaldi e Gianluca di Feo, "Clan nel governo", L’espresso)

Ora, che in questo paese esista la presunzione di innocenza, siamo i primi a sottolinearlo. Ma per un uomo delle istituzioni, per un membro dell’esecutivo, alcuni interrogativi dovrebbero porsi.

Se le dichiarazioni di uno o due collaboratori di giustizia, che fanno riferimento a legami strettissimi tra Cosentino e la camorra, possono essere prese con beneficio d’inventario, non dovrebbero destare maggiore preoccupazione le accuse mosse da ben cinque pentiti? Soprattutto, le rivelazioni di tali collaboratori sono state raccolte tra il 1996 e il 2008, prima che Cosentino diventasse uomo di peso del PdL e del governo. Ancora, un Sottosegretario all’Economia con deleghe delicatissime, non dovrebbe sgombrare il campo da qualsiasi dubbio e affrontare al più presto la faccenda, dimettendosi? E’ umanamente sopportabile che, nel silenzio dei grandi media, non vi sia stata alcuna ripercussione né critica da parte della maggioranza di governo? E’ possibile che ogni volta che un politico di centro destra venga coinvolto in faccende giudiziarie, il presidente del Consiglio gridi al complotto politico, delegittimando quella magistratura che faticosamente combatte la guerra contro le mafie?

Ho l’assoluta certezza che Casal di Principe sia pieno di gente onesta e fieramente ostile alla camorra. Ma genera perplessità assistere al moltiplicarsi di odio e discredito contro Roberto Saviano, accusato di aver infangato Casale per arricchire, mentre nessun grido di protesta, nessun distinguo è stato mosso in merito alla vicenda Cosentino. D’accordo che oramai l’Italia è un mondo capovolto, dove il "liberista" Berlusconi promette aiuti di Stato come "imperativo categorico" per risollevare le banche e l’economia, ma allo stesso tempo il suo governo approva un provvedimento che lascierà a casa 57.000 precari della Pubblica Amministrazione. Miliardi di euro per i trash bonds,  i titoli spazzatura, ma nessun futuro, nessun ammortizzatore sociale per chi manda avanti scuola, università, ricerca, sanità e burocrazia in questo Paese. Un mondo capovolto, dove l’on. Pecorella, avvocato del Presidente del Consiglio, difensore dei peggiori terroristi neri alla Delfo Zorzi e sotto processo a sua volta, ha grosse possibilità di diventare giudice della Corte Costituzionale.

Un mondo, quello italiano, davvero storto, se i Saviano devono continuare a dormire in bunker di caserma, mentre i Cosentino ricevono lodi e premi per la brillante e promettente carriera.

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9 Responses to “Il legno storto.”

  1. mezzalasinistra Says:

    Il giorno in cui hanno notificato a Cosentino di essere iscritto nel registro degli indagati, il presidente del consiglio Berlusconi era a Napoli. Aveva appena finito di congratularsi con i magistrati napoletani per gli arresti effettuati la notte precendente nel casertano. Quando gli riferiscono di Cosentino, Silvio sbotta: “I soliti giudici ad orologeria”. Quindi quei giudici che poco prima aveva elogiato, diventano “toghe rosse” pronte ad eliminare gli avversari politici.

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  2. anonimo Says:

    e anche fassino dice la sua….. con commenti annessi.

    http://pierofassino.ilcannocchiale.it/

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  3. anonimo Says:

    avete un attimo di tempo, guardatevi quest’intervista fatta da enzo biagi…..

    http://www.robertosaviano.com/documenti/9378/

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  4. agostinocasillo Says:

    Il silenzio sulla vicenda che riguarda Cosentino, è davvero scandaloso. Le dichiarazioni dei pentiti rivelano una penentrazione fortissima del politico nelle trame della ragnatela mafiosa. Come diceva bene agitprop la presunzione di innocenza è un valore indiscutibile. Tuttavia che il governo (di cui Cosentino è parte in quanto sottosegretario) non si metta a totale disposizione sia dei magistrati che dell’opinione pubblica, nell’aiutare a fare emergere la verità dei fatti nel più breve tempo possibile è inaccettabile per una nazione civile. Inutile sperare in un atto di responsabilità da parte del Cosentino nei confronti delle istituzioni (in questo caso il governo) e dunque in un passo indietro nell’attesa dell’esplicarsi delle attività giudiziarie. Gli esempi che negli ultimi anni ha dato il suo mentore politico in situazioni del genere vanno in tutt’altra direzione. E lui è uno che le segue le direttive….

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  5. anonimo Says:

    La colpa è tutta di Alfano e dell’omonimo lodo. Dopo aver faticato tanto per tornare al governo che si fa?

    Si limita l’impunità alle sole prime quattro cariche dello Stato. Guarda che combinazione, proprio le prime quattro: il buon Presidente della Repubblica (che da persona integerrima non ne ha alcun bisogno), i Presidenti di Senato e Camera, politici mediocri ma disonesti nella media (Schifani fu incriminato per mafia, ma ormai è roba vecchia), e finalmente il Presidente del Consiglio, colui che veramente necessita dell’impunità. Fine della zona franca. Almeno in passato tentavano di dissimulare le leggi ad personam, adesso non hanno alcun pudore.

    E il povero Cosentino che è solo Sottosegretario? Che lo vogliamo far mettere dentro? Forza Alfano fai un altro piccolo sforzo.

    Quanto alla penetrazione della malavita nelle istituzioni pubbliche è questo il video che fa per voi:

    http://it.youtube.com/watch?v=PWU6n3WOWmk&feature=related

    Gli italiani hanno scelto un’altra cosa, è inutile lamentarsi adesso.

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  6. Malenkov Says:

    Adesso si spellano tutti le mani per applaudire al coraggio di Saviano, per non farlo sentire solo di fronte alla camorra. Adesso sono tutti per la legalità e per lo Stato, tutti con i magistrati in prima linea e con la parte sana della società italiana. Adesso, solo adesso, il Presidente del Consiglio invia facili lettere di solidarietà all’autore di Gomorra ed ai giudici che fanno la guerra alla mafia. E la destra, di governo ed extraparlamentare, professa tutta la sua commozione per il grido di aiuto dello scrittore campano. Adesso.

    Il problema è che l’antimafia si fa prima di tutto con la coerenza. Si combatte la camorra eliminando la zona grigia di contatto fra politica e malaffare. Annullando ambiguità e tentennamenti. L’antimafia si fa come motivo di esistenza politica, e non come spot del momento. E allora tornano alla mente le operazioni di delegittimazione della magistratura portate avanti dal centro-destra, il Mangano boss mafioso eroe, le condanne di Dell’Utri e gli elogi di Berlusconi.

    Troppo facile riempire le prime pagine, di blog e giornali, locali e nazionali, per professare la propria purezza d’animo. Troppo facile essere legalitari a giorni alterni o solo quando fa comodo. Per fare la guerra alla camorra, per sostenere davvero i magistrati e Saviano, bisogna fare piazza pulita prima in casa propria. Ed evitare compromessi con la coscienza, oltre che con la criminalità organizzata.

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  7. mezzalasinistra Says:

    A proposito di legno storto, leggete qui di cosa è capace uno dei maggiori esponenti del PD sangiuseppese (SIPUòFARE!!!):

    http://www.strianomavero.it/index.php?option=com_fireboard&func=view&catid=21&id=7629#7629

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  8. anonimo Says:

    Riguardo il “gioco” sporco del componente del locale circolo del PD, c’è un post anche sul blog del dott.Duraccio (Roberto), anch’egli del PD (?!)… quando si decideranno a fare un pò di pulizia?

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