ancora valle giulia

marzo 1, 2009

News

1 marzo 1968

28 febbraio 2009

Sono ormai passati 41 anni e la polizia italiana non è cambiata. Ieri a Bergamo ci sono stati scontri tra ragazzi della cosidetta “sinitra antagonista”(che protestavano contro l’apertura della sede provinciale di Forza Nuova in città) e le forze dell’ordine più preoccupate a caricare i ragazzi dei centri sociali che a far rispettare la legge Scelba che all’art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque “fa propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità” di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure da chiunque “pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.Per non parlare degli scontri avvenuti la settimana scorsa tra le forze dell’ordine e i manifestanti di Pomigliano D’arco. Il video con lo scarpone di un poliziotto sul collo di un manifestante è l’immagine simbolo dei tempi che corrono,prendo in prestito un’espressione usata da Grillo nel suo blog:”Da una Polizia di Stato a uno Stato di Polizia.”Anche se sinceramente visti i precedenti uesta polizia di stato latita da tempo.

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22 Responses to “ancora valle giulia”

  1. anonimo Says:

    La pagheranno, stì porci

    Sasà

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  2. anonimo Says:

    Sò 100 anni che devono pagare e restano ancora impuniti

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  3. anonimo Says:

    Caro Hurricane,insieme a questi due video sarebbe il caso di aggiungere uno trasmesso da Anno Zero giovedi scorso in cui si vedono i volti di un manifestante della Fiat di Pomigliano ed un poliziotto durante gli scontri sulla ss162 (fuori al CIS ).

    Entrambi sono figli del popolo che lottano per un salario con il quale le famiglie stentano ad arrivare a fine mese,esattamente come quarant’anni fa,non è cambiato niente in Italia.

    La gente continua a fare a mazzate con la polizia per stada e nessuno fa niente per sloggiare gli alti papaveri……che se pigliano o’ caffe’.

    E’ triste però,assistere che ci sono ancora delle persone,come i signori che mi hanno preceduto,che giustificano le violenze di piazza e criminalizzano i poliziotti.

    NO,CARI SIGNORI!

    Chiunque va in piazza per fare disordini con la scusa di manifestare per una giusta causa,ha torto.E deve essere perseguito e punito per le sue responsabilità.

    E’ giusto e sacrosanto manifestare,ma bisogna farlo secondo le regole,in caso contrario ogni rivendicazione è sbagliata e si da adito alla destra reazionaria di criminalizzare chi protesta per ingiusti provvedimenti.

    MIMMO RUSSO

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  4. anonimo Says:

    Grazie per avermi chiamato signore, ne sono onorato. Comunque, premesso che “violenza” e “illegalità” sono due concetti talmente ampi che bisognerebbe sederci a parlarne per ore (ad esempio se non sbaglio la nostra repubblica è nata grazie a dei violenti eversori che si chiamavano partigiani… il discorso comunque è molto lungo), ti invito a sapere di cosa parli prima di parlare: anche accettando l’idea comune di legalità e rispetto delle regole (che comunque io non condivido) è un fatto che la ricostituzione del partito fascista è reato, e a bergamo l’altroieri si apriva una sede dichiaratamente fascista seguita da un corteo con cori del tipo: “siamo tutti nazifascisti”. Seconda cosa: guarda le immagini e dimmi dove il corteo antifascista avrebbe fatto delle violenze (sbagliando, secondo me, perchè contro la polizia che difende i fascisti bisogna reagire, e anche con durezza).

    Fiore e i suoi sono stati messi su un pullman e scortati, illesi e contenti dai celerini, che invece hanno manganellato manifestanti inermi che cercavano di impedire una palese violazione di legge.

    Questo è tutto. Dopodichè: sì, giustifico e mi auspico quelle che tu chiami violenze di piazza e che io chiamo semplicemente resistenza nei confronti di uno stato fascista che della costituzione fa carta straccia.

    Sasà

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  5. anonimo Says:

    vorrei anche ricordare che l’enfasi rabbiosa sulla sicurezza che ha caratterizzato l’ultima campagna elettorale della destra(dove significa proteggere gli italiani da zingari e immigrati)conteneva un messaggio che le forze di polizia hanno messo in pratica quasi subito. Basti pensare ai fatti di Parma o di Massa Carrara

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  6. anonimo Says:

    Caro Sasa’,senza signore,non hai speso una parola del Tuo discorso contro i veri responsabili dello stato di polizia che si sta creando nel nostro Paese.

    Continui a prendertela con l’ultimo anello della catena,quelli che Tu chiami ” celerini ” sono dei lavoratori che per 40 ore a settimana si occupano di sicurezza,sicuramente fra loro ci sono dei facinorosi reazionari tipo quelli che il 31/12/2007 nel parcheggio del comunale a via Mattiuli proteggevano il sindaco.Tu in quell’occasione come avresti reagito al poliziotto che ci sequestrò la macchina fotografica mentre scattavamo le fote alla monnezza?,Prendendo a randellate la Polizia?E poi,cosa avresti concluso?

    Una denuncia con arresto,una causa penale e tanti problemi.

    Invece io ricorsi all’ufficiale presente che subito ristabili l’ordine costituzionale:macchina restituita e la Polizia rientrò nei ranghi.

    Per quanto riguarda il caso di Bergamo se come Tu dici vi era apologia di reato perchè tutti quei ragazzi non sono andati in Questura a denunciare il caso,ingolfando l’ufficio denunce,fino a che il capoccione non scendeva al piano di sotto a chiedere cosa stesse succudendo?Invece no!,bisognava riastabilire l’ordine con la violenza,bisognava subito imporre la Legge.Ma quale legge,quella del più forte?

    Questo modo di pensare non porta da nessuna parte,anzi facilita il lavoro a quel rincoglionito di Cossiga che spiega la ricetta al Berlusca su come prendere il potere:1)lasciare la piazza ai manifestanti 2)lasciare che distruggono tutto 3)usare i militari per riportare l’ordine.Nessuno avrà da ridire.

    Un consiglio Sasa’:leggi un poco di storia,forse vedi la vita sotto un’altra ottica.

    Con affetto

    MIMMO RUSSO

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  7. anonimo Says:

    il commento numero 5 è il mio

    hurricane085

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  8. anonimo Says:

    come pasolini con i fatti di valle giulia, io sto coi poliziotti e non con i protestanti…sono loro che subiscono tutto, dalle angherie dei protestanti (di ambo le parti) al menefreghismo dei potenti…Tommaso

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  9. TylerDurdan Says:

    Ma lasciatelo stare a Pasolini marò…

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  10. anonimo Says:

    Durdan la citazione pasoliniana è assolutamente pertinente. Che hai il monopolio delle citazioni?

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  11. TylerDurdan Says:

    Io credo che dire che Pasolini stava con i poliziotti in base a una piccola poesia nella sua sterminata produzione significa astrarre un concetto da un determinato contesto e rapportarlo all’intera vita di una persona.

    Ad esempio, dopo aver visto Salò, io coprofago potrei dire di ritrovarmi nella coprofagia di Pasolini, e quindi,con tale illustre antenato, giustificarla e diffonderla…

    Oppure,ti faccio un esempio a cazzo, Michael Phelps è un tossico perchè c’è una foto in cui si fa una canna.

    Credo ci sia una bella differenza…

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  12. anonimo Says:

    sotto questo sole c’e’ sempre qualcuno che usa qualcun’altro per i suoi schifosi fini elettoral-ideologici : na vot Pasolini ( e direi di far un po’ di silenzio) un’altra Scalfari, un’altra il Papa ect ect.

    Chissa’ quando cazzo potremo chiamare questo paese del cazzo : LAICO.

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  13. anonimo Says:

    beh, mio caro tyler, ti sbagli: non si tratta di una poesiola o qualche altro interventuccio artistico: era una PRESA DI POSIZIONE bella e buona, che va ben al di la’ della poesia e dell’ideologia…un pensiero, un’opinione che, lo ribadisco ancora una volta, io mi sento di condividere…al di la’ di coprofagie e citazionismi.

    Tommaso

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  14. anonimo Says:

    Lasciamolo perdere il povero Durdan. Si è risentito perchè nella poesia Pasolini parla anche di lui:

    Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo!) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccolo-borghesi, amici. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti io simpatizzavo coi poliziotti!

    Perché i poliziotti sono figli di poveri.

    Se questo non è prendere posizione Durdan…

    Ah come sarebbe diversa la situazione politica italiana, se certe lezioni fossero state veramente comprese dalla nostra sinistra. Bravo Tommaso.

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  15. TylerDurdan Says:

    Aspettate…io stavo parlando di un personaggio pubblico,Pasolini,sul cui pensiero si possono anche avere idee contrastanti.

    Rispetto l’opinione di tommaso ma non la condivido,ma sicuramente non rispetto l’ultimo commento,nel quale qualcuno parla di me senza conoscermi…

    Palesati,piccolo utente anonimo,dimmi chi sei e poi puoi parlare di me,dato che io potrò parlare di te.

    Così è troppo facile.

    Poi possiamo parlare pure di Pasolini.

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  16. anonimo Says:

    al di la di Pasolini e dell’uso strumentale dei suoi concetti, nello stato di diritto in cui io credo, è lecito scendere in piazza per manifestare le proprie idee; in fondo dissentire e criticare sono elementi basilari di ogni democrazia pluralista. personalmente non condivido per nulla il pensiero di Sasà: la violenza non porta da nessuna parte e, come dice Mimmo, i poliziotti sono solo lavoratori, per giunta mal retribuiti, che per 40 ore settimanali mantengono l’ordine e garantiscono la sicurezza di tutti…anche la nostra! tuttavia tra uso e abuso di potere c’è una notevole differenza e nessuna divisa da il diritto di prendere a manganellate un cittadino che pacificamente espone il suo punto di vista:anche questo è un eccesso e come tale va severamente punito (a patto che ciò avvenga nelle opportune sedi…ed evitando di prendere a calci in culo il celerino…che tanto non serve a niente). A differenza di Tommaso non mi schiero aprioristicamente dalla parte della polizia; parliamo sempre di uomini, tutti possono sbagliare… e questo video ne è un esempio lampante! dunque rispetto totale per le forze dell’ordine ma anche una profonda convinzione che la divisa nn rende di certo immuni da colpe e da abusi di potere cosi evidenti! consapevole cmq che il semplice poliziotto è solo l’ultima ruota del carro e se un vero responsabile c’è, bisogna cercarlo ai piani alti, nelle sedi istituzionali. in fondo è sempre da li che parte il comando…e il poliziotto non fa altro che esegiure gli ordini!

    victor

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  17. hurricane085 Says:

    A Roma, a Milano e in diverse città europee alcuni studenti furono uccisi per mano di polizia e carabinieri; a Città del Messico vi fu una vera e propria strage, sempre di studenti. Come si poteva dunque, da sinistra (dai partiti politici alle organizzazioni sindacali e ai loro militanti) – anche se si comprendeva fino in fondo che si trattava di provocazione – non criticare, e anche duramente, le parole di Pasolini, espresse in un momento tanto delicato e drammatico? Ma un fatto era comunque assodato: chi aveva la possibilità di affrontare studi universitari in gran parte proveniva da famiglia borghese, così come chi si arruolava in polizia proveniva da classi meno abbienti, dal proletariato e dal sottoproletariato.

    Nessuno, infatti, ha mai contestato il poliziotto-sottoproletario. Quello che era aspramente contestato, se mai, erano le funzioni e il ruolo delle forze dell’ordine in quanto istituzione. Gli studenti sostanzialmente si opponevano, e a ragione, all’utilizzo delle forze di polizia e dei carabinieri da parte del potere che ne faceva strumento violento di repressione, questo è il punto. E in ciò erano perfettamente in sintonia con il pensiero di Pasolini.

    Aldilà di degenerazioni che pure ci furono, nel ’68 gli studenti, (“figli di papà”) – in Italia e in molti altri Paesi del mondo – pretendevano di ottenere, con le loro lotte, profondi cambiamenti morali e politici; esigevano tra l’altro uno “svecchiamento” degli studi superiori e dell’università, invocavano condizioni che favorissero l’accesso agli studi anche ai meno abbienti ed eliminassero la selezione; volevano fortemente la fine delle “baronie” e dei privilegi. L’istituzione, contro tali rivendicazioni, forniva invece, utilizzando i “figli del popolo”, una risposta mirata a stroncare una qualsiasi contestazione, evidentemente con ogni mezzo, anche il più antidemocratico. Che provocò anche dei morti.

    Anche in Cile, qualche anno più tardi, i carabineros, o meglio, molti di essi (provenienti da classi sociali ancor più disagiate di quelle sottoproletarie italiane), furono il braccio armato del colpo di Stato di Pinochet sostenuto dalla Cia. Non agivano individualmente o in quanto sottoproletari ma in quanto gruppo addestrato ad assolvere determinati compiti. E i primi a pagare con la vita o con la sparizione a causa di quell’orrendo delitto contro un Governo costituzionalmente eletto, quello di Salvador Allende, oltre allo stesso Presidente furono studenti (certamente in gran parte figli di borghesi) e lavoratori.

    Ma Pasolini, a mio parere, non si schierò affatto dalla parte dei celerini. Proprio le strumentalizzazioni della poesia pasoliniana, letta superficialmente, sedimentate e poi alimentate da una certa stampa, non permisero, e non permettono ancora ai nostri giorni, di analizzare con la dovuta attenzione l'”Apologia”, il testo che Pasolini fece seguire agli appunti in versi: occorrerebbe leggerla integralmente e con attenzione per comprendere i reali intenti del poeta, altrimenti risultano evidenziati soltanto gli stereotipi: “studenti figli di papà” “poliziotti figli del popolo”, e su questi si innestano equivoci senza fine e si tentano ancora oggi strumentalizzazioni anche volgari. È ciò che è avvenuto anche in occasione dei fatti di Genova del luglio 2001, in occasione delle manifestazioni contro il G8 e della repressione poliziesca scientemente attuata dal governo di destra.

    Sono sufficienti, penso, alcune brevi citazioni dall'”Apologia” per chiarire il pensiero di Pier Paolo Pasolini:

    “Sia dunque chiaro che questi brutti versi io li ho scritti su più registri contemporaneamente: e quindi sono tutti ‘sdoppiati’ cioè ironici e autoironici. Tutto è detto tra virgolette. Il pezzo sui poliziotti è un pezzo di ars retorica, che un notaio bolognese impazzito potrebbe definire, nella fattispecie, una ‘captatio malevolentiae’: le virgolette sono perciò quelle della provocazione”.

    Ecco il punto: la provocazione. Provocando gli studenti (“in che altro modo mettermi in rapporto con loro, se non così?”) Pasolini intendeva stimolarli ad analizzare, “al di fuori così della sociologia come dei classici del marxismo”, la loro condizione di piccolo-borghesi; a togliersi di dosso tale loro condizione utilizzando la loro intelligenza in senso critico (“abbandonando la propria autodefinizione ontologica e tautologica di ‘studenti’ e accettando di essere semplicemente degli ‘intellettuali'”) e “operando l’ultima scelta ancora possibile in favore di ciò che non è borghese”.

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  18. TylerDurdan Says:

    Grazie Ciccio,hai espresso perfettamente ciò che ho tentato di dire poco sopra.

    La cosa che mi fa più incazzare è che non voglio credere che qualcuno oggi, dopo 30 anni, possa ancora cadere nel malinteso,perchè sarebbe veramente una persona ottusa.

    Sono certo che lo fanno perchè è comodo trovare un’alleato così presitigioso per difendere le proprie idee, e questo si chiama strumentalizzare al paese mio.

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  19. anonimo Says:

    anche io sono d’accordo con hurricane che ha spiegato perfettamente la questione della poesia di pasolini. Purtroppo la cultura della televisione ha abituato tutti alla superficialità e alla criminalizzazione di ogni dissenso, e anche questo pasolini l’aveva già detto…. Non state parlando con dei pazzi ultrà, qua c’è gente che prima di parlare ragiona e s’informa, a differenza vostra che vi vedete repubblica.it e il telegiornale e vi sentite acculturati.

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  20. anonimo Says:

    il commento sopra è mio.

    Volevo anche segnalarvi una cosa davvero preoccupante: una apparentemente innocua rivista per ragazzine dai 10 ai 14 anni che fa propaganda neofascista: guardate e allibite

    http://www.ilrestodelcremlino.it/blog/contro-la-propaganda-fascista-di-topgirl/

    Sasà

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  21. anonimo Says:

    MA PECCHE NU YAT A FATICA

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  22. albertk Says:

    Grande commento di hurricane…Non si può non essere d’accordo. Ben argomentato e scritto.

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