Per ricordare un padre,fratello,amico. 11 gennaio 1999/11 gennaio 2009,10 anni di nostalgia. FABER ci manchi..
…a Forza d’Essere Vento….
gennaio 11, 2009
7 Responses to “…a Forza d’Essere Vento….”
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gennaio 11, 2009 at 1:01 pm
“Coltivando tranquilla
l’orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un’anestesia
come un’abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore , di umanità, di verità”
F. De Andrè, Smisurata Preghiera
gennaio 11, 2009 at 6:32 pm
Ultimamente è di moda fingere che de andrè sia stato uno per tutte le stagioni. Invece le sue idee anarchiche (sì, per chi non lo sapesse o fa finta di niente, De Andrè era anarchico, ma non a chiacchiere o per fare l’artista: faceva spesso concerti per finanziare la Federazione Anarchica Italiana e aveva contatti con molte pubblicazioni e collettivi dell’area comunista libertaria) hanno segnato profondamente la sua arte e la sua vita, quindi oggi quelli che davvero hanno colto il messaggio ricordano il grande poeta e il grande sovversivo, no global, o come volete voi, Fabrizio de Andrè…
gennaio 11, 2009 at 9:30 pm
assolutamente daccordo con sorax
hurricane085
gennaio 11, 2009 at 11:33 pm
e non Dio ma qualcuno che per noi lo ha inventato ci costringe a sognare in un giardino incantato
da un blasfemo f. de andrè
hurricane085
gennaio 12, 2009 at 12:23 am
Per Sorax:
Anche questo messaggio nella bottiglia è arrivato in porto, in qualche modo. Senza i conforti di nessuna teologia-politica, senza dottrine, regole, ricette, dobbiamo ripensare la politica apartire dal suo scacco irrimediabile. Non ci sono soluzioni valide per tutti e non ci si salva da soli o tutti insieme. Davanti al quadro oppressivo del presente, l’unica speranza è costruire comunità parziali, minoranze capaci di separarsi con audacia dall’andazzo dominante per costruire spazi forse solo temporaneamente liberati, isole di resistenza, piccole controsocietà fraterne e ribelli.
Nel gesto della rivolta c’è anche quest’apertura imprevista agli altri e una scommessa. «Mi rivolto, dunque siamo» azzarda Camus e spariglia di nuovo le carte, alzando il tiro. È una presa di posizione capitale: «In quella che è la nostra prova quotidiana, la rivolta svolge la stessa funzione del ‘cogito’ nell’ordine del pensiero, è la prima evidenza. Ma questa evidenza trae l’individuo dalla sua solitudine. È un luogo comune che fonda su tutti gli uomini il primo valore. Mi rivolto, dunque siamo».
Albert Camus
gennaio 12, 2009 at 12:20 pm
non capisco perche’, ogni volta che leggo i testi delle sue canzoni mi si gonfiano gli occhi.
CorrectstyleO
gennaio 12, 2009 at 2:31 pm
Ieri sera per una volta ho avuto il piacere di guardare un programma di qualità in tv. E’ una occasione più unica che rara, visto quello che solitamente passano nelle tv italiane.