giugno 25, 2006

News

Il nostro referendum

Mariuccia Ciotta
Gabriele Polo


Da trentacinque anni il manifesto rappresenta un caso unico nel panorama editoriale italiano e non solo.Nessun padrone se non la cooperativa dei lavoratori che lo mettono ogni giorno in edicola, stipendi (bassi) uguali per tutti, un giornalismo politico indipendente e autogestito specchio delle trasformazioni che hanno segnato questi anni. Un bene comune, un vero e proprio «mostro» – nel senso letterale del termine – che ha l’ambizione di stare sul mercato violandone le leggi, un luogo aperto della sinistra. Anche la porta d’ingresso è sempre spalancata e chiunque può entrare, persino gli indesiderati, come è accaduto qualche anno fa. In questi trentacinque anni abbiamo vissuto pericolosamente (e spericolatamente): centinaia di migliaia di persone lo sanno bene, quelli che ci hanno letto, lavorato e chi ci ha usato per le proprie passioni. Le crisi finanziarie hanno scandito la nostra esistenza: le abbiamo sempre superate con il nostro lavoro e con l’aiuto del «nostro mondo». Ora siamo al punto che trentacinque anni possono precipitare in un pomeriggio d’estate. Perché la libertà costa, soprattutto a chi la pratica, e arriva il momento che quei costi si materializzano in scadenze non più rinviabili. Per evitare il precipizio abbiamo bisogno di aiuto, perché questa crisi è più grave delle altre emette a repentaglio la stessa esistenza del giornale. Non è un grido d’allarme, è una semplice notizia: nelle pagine interne ne illustriamo i termini. Perciò da oggi inizia un referendum sul futuro di questo giornale: le schede elettorali stanno nel portafoglio di tante e tanti. Perché questa è una crisi che non riguarda solo noi. Coinvolge i nostri lettori più affezionati, ma anche chi ci ha comprato una volta sola nella sua vita. Chiama in ballo tutta la sinistra (nell’accezione più ampia del termine, dai partiti ai sindacati all’associazionismo) ma anche il mondo dell’informazione cui questo giornale qualcosa ha pur dato (e continuerà a dare). Sono tutti questi i nostri «padroni», tutti quelli che – magari guardandoci da lontano – pensano che la democrazia abbia bisogno di un «mostruoso» antidoto contro i rischi di omologazione del pensiero. Saremo presuntuosi,macrediamo che la nostra voce sia essenziale, che il nostro essere uno strumento di lavoro per la critica dell’esistente sia una cambiale che non dobbiamo pagare da soli. E che, perciò, la nostra sorte non riguardi solo chi lavora in via Tomacelli o chi continua a stare «dalla parte del torto», ma anche chi la pensa in modo opposto. Per questo la nostra crisi la mettiamo in piazza, per questo faremo «l’appello» dei sottoscrittori e ne racconteremo gli esiti. Da oggi entriamo in una fase di mobilitazione generale. Siamo convinti di farcela. Noi ci metteremo tutto il nostro lavoro di sempre e le nostre aperture al mondo.Maabbiamo bisogno di tutti voi. Diteci se voi avete bisogno di noi. O se – come ha detto quel genio del Savoia – siamo solo una pessima carta e un terribile inchiostro.

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12 Responses to “”

  1. anonimo Says:

    Giovedì potremmo organizzare una sottoscrizione interna…

    Luigi

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  2. TylerDurdan Says:

    d’accordissimo…

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  3. anonimo Says:

    Jà nun è mang bbuon pe piccià o focolar….!!! Io nn appoggio qst’iniziativa!! Secondo Me viola il nostro statuto(collettivo apartitico)!!

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  4. anonimo Says:

    infatti il Manifesto non è un giornale di partito. E’ un giornale politico e non mi sembra che il nostro sia un collettivo apolitico. Cmq nessuno ti punterà una pistola per fare la sottoscrizione. Saluti

    Luigi

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  5. TylerDurdan Says:

    “Jà nun è mang bbuon pe piccià o focolar….”

    ma qua non si sta chiedendo un giudizio su un giornale,si chiede una fetente di sottoscrizione gratuita e volontaria,a chi vuole,a chi si sente di farla,senza alcun obbligo nè costrizione.E poi,utenteanonimo,voless sapè quante vot ta lett Il Manifesto per dare un giudizio del genere..

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  6. albertocatapano Says:

    Sono d’accordo con l’utente anonimo e allo stesso tempo con raffaele. Siamo un’associazione apartitica ma chi vuole fare una sottoscrizione al Manifesto lo faccia PERSONALMENTE. Credo che questo sia chiaro. Ognuno poi giudica l’operato e l’obiettività di un quotidiano in base alle proprie idee e metri di valutazione. Ciao Alberto

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  7. anonimo Says:

    mai letto il manifesto…fatemi sapere per la sottoscrizione alla repubblica!

    mario carillo

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  8. TylerDurdan Says:

    perchè ha chiesto una sottoscrizione anche la repubblica?

    comunque alle volte sembrate proprio le palle..(nel senso dei testicoli)

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  9. anonimo Says:

    Sto organizzando la sottoscrizione a Milano Finanza. Chiunque voglia partecipare mi contatti

    ps astenersi barboni e perditempo, si accettano Ròlex e azioni RCS.

    Luigi

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  10. albertocatapano Says:

    Possiamo fare una sottoscrizione anche per “LA MIA TASCA” giornale redatto da Alberto Catapano, quotidiano su sostanze psicoattive e stimolanti..Potremo benificiarne tutti !! P.s. tranne il Muflone che mi deve una c….ahaha …Questo commento è stato scritto post -studio.. cià wagliùù.

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  11. brassen Says:

    Liberi, sentirsi liberi

    forse per un attimo è possibile

    ma che senso ha se è cosciente in me

    la misura della mia inutilità.

    far finta di essere sani.

    Far finta di essere…

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  12. brassen Says:

    per TylerDurdan

    il DeMoNiO………..

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