Profezie

 La tecnologia è una droga.

Non possiamo farne a meno.

La diamo in pasto ai nostri bambini e li guardiamo crescere costretti ad una dieta di desensibilizzazione.

Accendi la TV e qualcuno ti dice che in India sono morte 50.000 persone. Due secondi dopo stai guardando una commedia. Le tecnologia può fare questo. Ci da una realtà simulata che ci rende ignari del mondo reale. L’eroina fa la stessa cosa. Molte droghe di “classe A” fanno lo stesso effetto. Sostanzialmente siamo tutti dipendenti, dipendenti dal comfort e dalla comodità che ci dà la tecnologia, dipendenti dalla formula che il progresso è direttamente proporzionale alla dimensione del nostro schermo. E’ certamente così. Siamo sicuramente nel giusto. D’altronde veniamo dalla parte di mondo “sviluppato” . Siamo tutti già sviluppati, sicuro. Eppure i ragazzini “felici" negli Usa si sparano l’uno con l’altro. I bambini poveri a Soweto hanno il sorriso stampato sulle labbra.

Chi è sviluppato allora?

Ho incontrato un aborigeno nell’Arnhemland, in Australia. Il suo nipotino mi ha mostrato dei simboli attraverso un vetro affumicato che io ho interpretato come alberi e arcobaleni. Loro attraverso quel vetro riuscivano a vedere i pesci nell’acqua scura. Io non ci riuscivo a vedere nemmeno il mio stesso riflesso. Devo aver dimenticato come si fa.

Quando vedo davanti a me, riesco a vedere due strade: quella spirituale e quella materiale. Due mondi: quello sviluppato e quello in via di sviluppo. Sei tu a decidere quale è l’uno e qual’è l’altro. Noi siamo ancora sulla scia della paranoia di fine millennio: terremoti, inondazioni, scenari da fine del mondo, suicidi di massa, virus letali di cui ci cibiamo attraverso lo schermo dei nostri computer. Questo è il nostro mondo “sviluppato”.

Tuttavia ,come ha detto Nelson Mandela, “noi siamo liberi di essere liberi”.

Spero solo che riusciremo un giorno a realizzare le nostre stesse profezie.

Nitin Sawhney – Marzo 2001

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