Meno uno

gennaio 16, 2008

News

SI E’ DIMESSO MASTELLA…(-1)

"Colpito da frange estremiste dei giudici che mi vedono come un nemico da abbattere"

<B>Mastella: 'Caccia all'uomo, mi dimetto'<br>Prodi lo invita a restare al suo posto</B>

Clemente Mastella con la moglie Sandra

ROMA – "Mi dimetto, getto la spugna", così con tono commosso e attaccando il giudice che ha arrestato la moglie, definita "un ostaggio", il ministro Mastella ha concluso il discorso alla Camera dove parlava dopo l’arresto di Sandra Lonardo per tentata concussione. Dimissioni che però il presidente del Consiglio Romano Prodi sembra orientato a respingere. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento infatti dice: "Il Parlamento gli ha chiesto di restare, spero che questo convinca il ministro. Questo lo ha chiesto il Parlamento ed è anche il pensiero di Prodi".

L’ormai ex ministro si è presentato alla Camera alle 10,45 dove era previsto il tradizionale discorso sullo stato della Giustizia. Ma il normale corso degli impegni istituzionali è stato deviato dalla notizia giunta dalla Campania. "Avrei fatto un discorso diverso, avrei parlato di riforma della giustizia – ha detto – notizie annunciate dalla stampa, e perfino da un editoriale. Un discorso certamente diverso da quello che avrei fatto. Vi parlo con il dolore nel cuore di chi sa e di chi è stato colpito negli affetti più profondi".

E’ provato il Guardasigilli mentre parla di fronte ad una Camera muta e pronta all’applauso nei passaggi in cui il politico Mastella attacca la magistratura, "frange estremiste" dice lui. Le "mie illusioni oggi sono frantumate di fronte a un muro di brutalità. Ho sperato che la frattura tra magistratura e politica potesse essere ricomposta, ma devo prendere atto – dice il guardasigilli – che nonostante abbia lavorato giorno e notte per essere un interlocutore affidabile sono stato percepito da frange estremiste come un avversario da contrastare, se non un nemico da abbattere".

Dunque la frattura fra giustizia e politica Mastella mette all’origine della vicenda. "Ho avuto l’illusione che tutto ciò che ho fatto in questi mesi potesse essere la prova della mia onestà intellettuale e dell’assenza di secondi fini". E invece, subito il "tiro al bersaglio nei miei confronti, quasi una caccia all’uomo, una autentica persecuzione".


"Tutta la mia famiglia – ha continuato – è stata intercettata, tutto il mio partito è stato seguito dalla procura di Potenza, un tiro al bersaglio, mia moglie è in ostaggio". "Mi dimetto – ha puntato il dito il leader dell’Udeur – sapendo che un’ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l’ordinamento giudiziario manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa". "Colpa che invece – aggiunge Mastella – non ravvisa nell’esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali è bene che il Csm e altri si occupino".

Mastella apre anche un altro fronte politico quando dice "mi dimetto riaprendo la questione delle intercettazioni a volte manipolate, a volte estrapolate ad arte assai spesso divulgate senza alcun riguardo per la riservatezza dei cittadini". "Mi dimetto – ha concluso con la voce rotta dall’emozione – per essere più libero politicamente e umanamente, perché tra l’amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo".

FINALMENTE…MENO UNO…ora Prodi tenta di convincerlo a restare…mentre il resto del Parlamento esprime solidarietà e sconforto….

Sinceramente l’unica solidarietà che abbiamo bisogno è quella per noi cittadini, vittime di questi pregiudicati-parlamentari e vittime di governatori incapaci di risolvere qualsiasi EMERGENZA..da quella democratica a quella dei rifiuti….

Chi sarà il prossimo????

Be Sociable, Share!

No Responses to “Meno uno”

  1. albertocatapano Says:

    PRODI NON TI PERMETTERE A CONVINCERE MASTELLA…altrimenti mi dimetto io da CITTADINO ITALIANO…

    Reply

  2. giacomob Says:

    tutti in aiuto della povera vittima… che pena! ma come abbiamo fatto a ridurci così? avranno tutti la strizza per paura di essere i prossimi…

    Reply

  3. Fabiola82 Says:

    Ieri “il manifesto” ha pubblicato un articolo intelligente sulla questione del “che fare”. A volte basta veramente poco.

    L’articolo è di Cinzia Gubbini e si intitola: Come ti riutilizzo il cibo in scadenza. Salvandolo dal bidone.

    CITAZIONE

    Se tutti i punti vendita italiani si mettessero in rete – supermercati, ipermercati e cash and carry – e decidessero di donare gli alimenti destinati al macero, in Italia si eviterebbero 283 mila tonnellate di rifiuti, con un risparmio di 882 milioni di euro. «Non è incredibile? E perdipiù si tratta di una nostra stima risalente al 2005 quando ancora non lavoravamo con le mense scolastiche, industriali e delle caserme. Decisamente sottostimato». Il professore Andrea Segrè è il preside della facoltà di Agraria dell’università di Bologna. Ma di certo la sua più grande soddisfazione – cosa piuttosto rara in Italia – non è il titolo accademico quanto il fatto di essere l’ispiratore del progetto «Last minute market», che dal 2003 ha generato una cooperativa (Carpe Cibum) costituita da quattro suoi ex studenti, che a sua volta ha dato vita a 13 progetti di recupero in tutta Italia. Il principio è semplice: ogni giorno i punti vendita si liberano di tonnellate di cibo. E non perché sia avariato. Ma perché il cliente pretende che il prodotto sia sempre perfetto, lucido e senza ammaccature. Che dire, poi, dei prodotti a cui mancano pochi giorni per superare la data di scadenza? Condannati al cassonetto. Gli studenti della facoltà di Agraria lo hanno scoperto nel ’98, durante un seminario organizzato da Segrè che aveva invitato un suo ex allievo impiegato in un ipermercato. Per riuscire a mettere in piedi il primo progetto che permettesse a un negozio di donare il cibo in via di eliminazione alle associazioni che si occupano degli indigenti (ma quelli di Last minute li chiamano ‘consumatori senza potere di acquisto’), ci sono voluti cinque anni: «Il primo muro sono state le Asl. I manuali di autocontrollo degli supermercati erano piuttosto rigidi – spiega ancora Segrè – e sembrava a tutti impossibile che un prodotto uscito dalla catena e per questo classificato come rifiuto potesse cambiare veste e essere riutilizzato. Ovviamente si poteva fare benissimo: ci abbiamo messo diverse tesi di laurea, molta ricerca, la dimostrazione che bastava integrare quei manuali perché l’impossibile diventasse possibile senza rischi. Oggi le Asl sono le nostre migliori alleate». Ma c’è stato bisogno anche di cambiare alcune leggi, come spiega una delle socie della coop Carpe Cibum, Sabina Morganti. E’ stata proprio lei ad andare negli Stati uniti a studiare la cosiddetta «legge del buon samaritano», trasformata in Italia nella 155 del 2003, grazie alla lobby di vari soggetti tra cui il Banco Alimentare: «Non è proprio come negli Usa, ma funziona – spiega Morganti – in precedenza il supermercato era responsabile fino alla fine del prodotto donato, anche della sua conservazione. Invece ora anche il consumatore finale è responsabile di come conserva il prodotto che andrà a consumare. Questo ha creato un clima di maggiore fiducia». Che ha portato Last minute a recuperare nel 2007 ben 283 tonnellate di cibo. Ma non si sono fermati solo al cibo. Ora il progetto riguarda anche i farmaci (che spesso vengono gettati soltanto per una confezione ammaccata, e comunque molti mesi prima della scadenza), nonché i prodotti agricoli. Con l’ultima Finanziaria, poi, si è aperto il campo del «no food» che finora non ha goduto della possibilità del recupero Iva, come invece il cibo. «Ma è solo una sperimentazione – spiega Segrè – ci sono alcune criticità, ad esempio il fatto che questi prodotti non avendo scadenza potrebbero essere rivenduti». Comunque, si può. Ma allora perché non lo fanno tutti? «Incredibile ma vero: poca informazione sul progetto – dice il professore – Certo, farlo funzionare non è una passeggiata. Ma posso assicurare che basta la buona volontà».

    Reply

  4. Lukettok Says:

    Voilà. Alla Vista un umile Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento dalle Vicissitudini del fato. Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi, ora Vuota, ora Vana. Tuttavia questa Visita alla Vessazione passata acquista Vigore ed è Votata alla Vittoria sui Vampiri Virulenti che aprono al Vizio, garanti della Violazione Vessatrice e Vorace della Volontà. L’unico Verdetto è Vendicarsi… Vendetta… E diventa un Voto non mai Vano poiché il suo Valore e la sua Veridicità Vendicheranno un giorno coloro che sono Vigili e Virtuosi. In Verità questa Vichyssoise Verbale Vira Verso il Verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V.

    Reply

  5. Lukettok Says:

    V V V V

    VocenueVa DOmina

    Reply

  6. Fabiola82 Says:

    RACCOLTA DIFFERENZIATA

    Nel 2005 se l’era presa con Giorgio Bocca e le sue inchieste sulla crisi della metropoli. «Abbiamo capito, Napoli è finita e noi stiamo per morire. Facciamo gli scongiuri, così ci salviamo», aveva gracchiato con sarcastico disprezzo. Subito dopo aveva allargato il tiro a un po’ tutti i quotidiani nazionali «dolendosi», come recita un’agenzia Ansa, «degli articoli che parlano di Napoli come di una città in preda al degrado». Poi, in un’intervista a Repubblica, aveva sparato a zero anche contro l’autore di Gomorra, Roberto Saviano: «Qui si continua a guardare Napoli con occhi strabici. C’è lo strabismo di una certa stampa. Quel Saviano, poi ha una fissazione per Napoli».

    Infine era andata allo scontro frontale con Annozero e L’Espresso mollando un uno-due destinato a fare epoca. Prima il destro: «Penso ad un’azione civile di risarcimento nei confronti di Michele Santoro e dei responsabili di rete. La stampa è libera, ma se lui ha il diritto di denigrare in televisione la nostra città io ho il dovere di difendere Napoli e i napoletani». E poi il sinistro: «Quelli de L’Espresso buttano altro fango con un ennesimo scoop mancato costruito a tavolino».

    Oggi, dopo essere arrivata a polemizzare con l’ambasciata Usa che consigliava i turisti a stelle e strisce di stare alla larga da Napoli per questioni di salute, il sindaco Rosa Russo Jervolino, si ritrova seduta su un immenso cumulo di spazzatura. Verrebbe da dire che se lo merita, se non fosse che con tutta quella monnezza ci devono fare i conti anche i cittadini.

    I napoletani, infatti, di responsabilità ne hanno di certo molte, ma non quella di non aver saputo scegliere. Da una parte avevano il centrosinistra, con i Bassolino, le Iervolino ed i Mastella. Dall’altra il centrodestra con il sempre giovane Paolo Cirino Pomicino e l’indimenticato “mister 100.000 preferenze” Alfredo Vito, nel ’94 reo confesso di una quindicina di diversi episodi di corruzione, ma prontamente candidato in Forza Italia. Infine al centro, o se preferite ovunque, il senatore Sergio De Gregorio, dipietrista per un solo giorno (quello delle elezioni). Tenuto conto del campionario umano era insomma impossibile pretendere che l’elettore medio procedesse con la raccolta differenziata.

    Reply

  7. Fabiola82 Says:

    Nel 2005 se l’era presa con Giorgio Bocca e le sue inchieste sulla crisi della metropoli. «Abbiamo capito, Napoli è finita e noi stiamo per morire. Facciamo gli scongiuri, così ci salviamo», aveva gracchiato con sarcastico disprezzo. Subito dopo aveva allargato il tiro a un po’ tutti i quotidiani nazionali «dolendosi», come recita un’agenzia Ansa, «degli articoli che parlano di Napoli come di una città in preda al degrado». Poi, in un’intervista a Repubblica, aveva sparato a zero anche contro l’autore di Gomorra, Roberto Saviano: «Qui si continua a guardare Napoli con occhi strabici. C’è lo strabismo di una certa stampa. Quel Saviano, poi ha una fissazione per Napoli».

    Infine era andata allo scontro frontale con Annozero e L’Espresso mollando un uno-due destinato a fare epoca. Prima il destro: «Penso ad un’azione civile di risarcimento nei confronti di Michele Santoro e dei responsabili di rete. La stampa è libera, ma se lui ha il diritto di denigrare in televisione la nostra città io ho il dovere di difendere Napoli e i napoletani». E poi il sinistro: «Quelli de L’Espresso buttano altro fango con un ennesimo scoop mancato costruito a tavolino».

    Oggi, dopo essere arrivata a polemizzare con l’ambasciata Usa che consigliava i turisti a stelle e strisce di stare alla larga da Napoli per questioni di salute, il sindaco Rosa Russo Jervolino, si ritrova seduta su un immenso cumulo di spazzatura. Verrebbe da dire che se lo merita, se non fosse che con tutta quella monnezza ci devono fare i conti anche i cittadini.

    I napoletani, infatti, di responsabilità ne hanno di certo molte, ma non quella di non aver saputo scegliere. Da una parte avevano il centrosinistra, con i Bassolino, le Iervolino ed i Mastella. Dall’altra il centrodestra con il sempre giovane Paolo Cirino Pomicino e l’indimenticato “mister 100.000 preferenze” Alfredo Vito, nel ’94 reo confesso di una quindicina di diversi episodi di corruzione, ma prontamente candidato in Forza Italia. Infine al centro, o se preferite ovunque, il senatore Sergio De Gregorio, dipietrista per un solo giorno (quello delle elezioni). Tenuto conto del campionario umano era insomma impossibile pretendere che l’elettore medio procedesse con la raccolta differenziata.

    Reply

  8. Fabiola82 Says:

    Uno si ripromette per l’anno nuovo di essere più buono, di non fare il qualunquista, di trovare qualcosa che non va nelle invettive di Beppe Grillo, poi accende la tv o legge un giornale e diventa più cattivo, più qualunquista e più grillista.

    La situazione è questa: la Campania affoga nei suoi escrementi dopo aver ingurgitato quelli di tutti noi. Bassolino e la Jervolino, invece di chiudersi in un cassonetto e sparire per sempre, opinano ed esternano come se fossero due passanti. Il Sole 24 ore, edito anche dall’Impregilo che s’è ingrassata a spese nostre sul non-smaltimento dei rifiuti a Napoli, pontifica sul “fallimento della classe dirigente” (esclusi i presenti, s’intende, cioè gli editori).

    Per la strada si muore di freddo, nel senso che due clochard nella civilissima Roma del molto democratico Veltroni vanno al creatore per il gelo, mentre il molto democratico Veltroni insegue Berlusconi per un dialogo sulla riforma elettorale, ma trova occupato perché intanto il Cainano è partito alla volta di Antigua per farsi un’altra villa.

    Mentre Torino seppellisce il settimo operaio della ThyssenKrupp, molto opportunamente D’Alema domanda ai compagni se siano per caso impazziti, ma non perché si fanno le pippe coi Vassallum, i Mattarellum, i Franceschinum, i Biancum alla francese corretti alla tedesca ritoccati alla olandese corrotti alla spagnola mentre nel mondo reale succede di tutto, bensì perché si fanno le pippe in ordine sparso.

    Il Molto Intelligente Ferrara, in compenso, fa la dieta contro l’aborto, riuscendo a trasformare un’immane tragedia in farsa con la collaborazione della Binetti e di James Bondi, e nei ritagli di tempo chiede la grazia per Contrada: non per i morti in Irak e in Afghanistan, non per i morti sul lavoro, non per le vittime della criminalità e per gli avvelenati dai rifiuti, ma per Contrada, cioè per l’unico esponente dello Stato in galera per mafia.

    Lamberto Dini, dal canto suo, si appresta a far cadere il governo se Prodi non accetterà a scatola chiusa 12 proposte che non risolverebbero uno solo dei problemi dell’Italia, ma in compenso riporterebbero Berlusconi al potere.

    La Moratti, cioè Berlusconi con la lacca, riserva il centro di Milano ai ricchi che pagano, come se la merda che respirano i milanesi dipendesse da qualche auto in più o in meno (nelle pagine economiche, i giornali segnalano trionfalmente che ogni due italiani ci sono cinque auto e tutti ad applaudire la Fiat che ha fatto il miracolo).

    Chiude in bellezza Mastella, che denuncia una gravissima intimidazione: un artista gli ha inviato un’opera d’arte e lui l’ha scambiata per una minaccia terroristica. Dulcis in fundo, i politici si aumentano di nuovo gli stipendi. Questo il bilancio, purtroppo provvisorio, dei “professionisti della politica”, gente che ha fatto le scuole alte. Quelli che invece non lo sono, come Rita e Salvatore Borsellino, trovano le sole parole adeguate per rispondere a Contrada e al suo pittoresco avvocato. E non a caso due professori prestati alla politica, come Prodi e Padoa Schioppa, riescono a far pagare un filo di tasse agli evasori e a sistemare un po’ i conti pubblici. Il che – di questi tempi e vista l’armata brancaleone che li sostiene – è un miracolo a cielo aperto. Infatti, nei sondaggi, sono impopolarissimi.

    Ps. Dimenticavo: il 5 gennaio, alle 13.30, il Tg1 aveva un lungo servizio sulle flatulenze dei canguri. Questa sì che è controinformazione.

    Reply

  9. anonimo Says:

    probabilmente la camorra gli aveva chiesto più di quanto potesse fare… ad esempio scarcerare un capo clan con un maxindulto.

    Piove… Governo Ladro!

    pace, faire.

    Reply

  10. albertocatapano Says:

    Valium-prodi ha respinto le dimissioni…cazzo ma perchè non si fa i fatti suoi..

    Cmq in italia le cose vanno in un altro senso…la moglie di questo pregiudicato che ricopre una carica istituzionale (pres.Consiglio Regionale) l’hanno indagata, la dimissione è un atto minimo…DOVEROSO…e che fa valium-mortadella- prodi?? Lo prega di restare…Ma daii…BASTA…ma che credibilià potrà mai godere questo pregiudicato che in Parlamento ha fatto gli occhi lucidi alla Bush dicendo che ama la moglie e non il potere?? E i cazzoni (gli altri pregiudicati-parlamentari) che ci credono e gridano alla solidarietà..Ripeto : qualcuno mai vi ha telefonato e vi dà solidarietà per tutte le emergenze che ci sono??.No..

    No ya..veramente basta…ditemi voi quando il fondo è stato toccato…

    dopo quest’ultima cazzata sfido chiunque a rivotare per il centro-sinistra…E non ditemi che il Pd è cosa nuova ed è diverso, per favore..

    Cmq inoltrerò la richiesta di cittadinanza o a San Marino o in Svizzera o in Spagna o magari in Olanda…

    Alla faccia dei qualunquisti !!!

    Reply

  11. albertocatapano Says:

    per la serie qualunquista è il nome mio ,vorrei pubblicare la lettera di Marco Travaglio (c..o a chi non piace Grillo però con Travaglio deve alzare le mani) (questa lettera la dedico anche al sig Giuseppe Altieri, il quale questa volta come reagirà??)(senza parolacce però eh) :

    “Caro…

    siamo tutti costernati e affranti per quanto sta accadendo al cosiddetto ministro della Giustizia Clemente Mastella e alla sua numerosa famiglia, nonché al suo partito, che poi è la stessa cosa. Costernati, affranti, ma soprattutto increduli per la terribile sorte che sta toccando a tante brave persone. Infatti, oltre alla signora Sandra, presidente del Consiglio regionale della Campania, sono finiti agli arresti il consuocero Carlo Camilleri, già segretario provinciale Udeur; gli assessori regionali campani dell’Udeur Luigi Nocera (Ambiente) e Andrea Abbamonte (Personale); il sindaco di Benevento dell’Udeur, Fausto Pepe, e il capogruppo Udeur alla Regione, Fernando Errico, e il consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro e altri venti amministratori dell’Udeur. In pratica, hanno arrestato l’Udeur (un mese fa era finito ai domiciliari l’unico sottosegretario dell’Udeur, Marco Verzaschi, per lo scandalo delle Asl a Roma, mentre un altro consigliere regionale campano, Angelo Brancaccio, era finito in galera prima dell’estate quando era ancora nei Ds, ma appena uscito di galera era entrato nell’Udeur per meriti penali). Mastella, ancora a piede libero, è indagato a Catanzaro nell’inchiesta “Why Not” avviata da Luigi De Magistris e avocata dal procuratore generale non appena aveva raggiunto Mastella, che intanto non solo non si era dimesso, ma aveva chiesto al Csm di levargli dai piedi De Magistris. S’è dimesso invece oggi, Mastella, ma per qualche minuto appena: poi Prodi gli ha respinto le dimissioni, lasciandolo al suo posto che – pare incredibile – ma è sempre quello di MINISTRO DELLA GIUSTIZIA. La sua signora, invece, non s’è dimessa (a Napoli, di questi tempi, c’è perfino il rischio che le dimissioni di un politico vengano accolte): dunque, par di capire, dirigerà il Consiglio regionale dai domiciliari, cioè dal salotto della villa di Ceppaloni.

    Al momento nessuno sa nulla delle accuse che vengono mosse a lei e agli altri 29 arrestati. Ma l’intero Parlamento – con l’eccezione, mi pare, di Di Pietro e dei Comunisti Italiani – s’è stretto intorno al suo uomo più rappresentativo, tributandogli applausi scroscianti e standing ovation mentre insultava i giudici con parole eversive, che sarebbero parse eccessive anche a Craxi, ma non a Berlusconi: insomma la casta (sempre più simile a una cosca) ha già deciso che le accuse – che nessuno conosce – sono infondate e gli arrestati sono tutti innocenti. A prescindere. Un golpetto bianco, anzi nero, nerissimo, in diretta tv.

    Nessuno, tranne Alfredo Mantovano di An, s’è domandato come facesse il ministro della Giustizia a sapere che sua moglie sarebbe stata arrestata e a presentarsi a metà mattina alla Camera con un bel discorso scritto, con tanto di citazioni di Fedro: insomma, com’è che gli arresti vengono annunciati ore prima di essere eseguiti? E perché gli arrestandi non sono stati prelevati all’alba, per evitare il rischio che qualcuno si desse alla fuga? Anche stavolta, la fuga di notizie è servita agli indagati, non ai magistrati. E, naturalmente, al cosiddetto ministro.

    Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, anziché aprire una pratica a tutela dei giudici aggrediti dal ministro, ha subito assicurato “solidarietà umana” al ministro e ai suoi cari (dobbiamo prepararci al trasferimento dei procuratori e del gip di Santa Maria Capua Vetere, sulla scia di quanto sta accadendo per De Magistris e Forleo?). Il senatore ambidestro Lamberto Dini ha colto l’occasione per denunciare un “fatto sconvolgente: i magistrati se la prendono con le nostre mogli” (la sua, Donatella, avendo fatto fallimento con certe sue società, è stata addirittura condannata a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta, pena interamente indultata grazie anche a Mastella). Insomma, è l’ennesimo attacco ai valori della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio: dopo l’immunità parlamentare, occorre una bella immunità parentale. Come fa osservare la signora Sandra Lonardo in Mastella dai domiciliari, “questo è l’amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo”. Che aspettano a invitarli a parlare alla Sapienza?.” Marco Travaglio

    Reply

  12. anonimo Says:

    albè oltre ad aver toccato il fondo ti faccio notare che ormai abbiamo iniziato a scavare….

    stiamo già un paio di km sotto il fondo!!!!

    per quanto riguarda la richiesta di cittadinanza a San Marino o alla Svizzera, ti informo che una coppia di biologi del nolano( lei incinta ) ha chiesto asilo politico alla Svizzera affermando che in campania è loro ( ed anche al nascituro) negato il diritto alla salute!!!!

    Io, da qualche tempo, sto iniziando a vergognarmi di essere campano….

    Mi piacerebbe svegliarmi domani mattina e trovare i miei concittadini, mossi da un impeto d’ orgoglio, in piazza e pretendere che si decida di rispettare la nostra salute, che si decida di avere rispetto di noi e nn prenderci per culo facendo a scarica barile delle colpe….

    Forse sogno una rivoluzione

    o forse sogno un posto civile, dove la cultura della legalità, l’ amor proprio e il senso dello stato siano qualcosa di scontato ed ordinario e non l’ eccezione!!!

    camillo

    Reply

  13. Fabiola82 Says:

    camillo siamo in tanti a pensare questo, ma come diceva prima alberto, nessuno ti regala niente, bisogna avere coraggio e “Palle” per urlare certe cose, ankè xkè può darsi che dopo st’urlo la lingua te la mozzano(nei casi + fortunati)…ma ormai siamo abituati pure a questo… e che ce la mozzino, tanto c’ho le dita….x scrivere ancora.. 🙂

    Reply

  14. Fabiola82 Says:

    Indagato il ministro, arresti domiciliari alla moglie. Custodia cautelare anche per il sindaco di Benevento

    NAPOLI – C’è una presunta concussione ai danni del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, alla base del terremoto giudiziario che sta mettendo in difficoltà il vertice dell’Udeur. E’ quanto si è appreso nel tardo pomeriggio, dopo una frenetica giornata che era incominciata con la notizia di un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di Sandra Lonardo, moglie del Guardasiglli Clemente Mastella, a cui avevano fatto seguito prima le dimissioni del ministro, poi una raffica di una ventina di altri provvedimenti giudiziari nei confronti di diversi esponenti dell’Udeur campano. E infine la notizia dell’inserimento dello stesso Mastella nel registro degli indagati.

    Mastella, a cui sono stati contestati sette reati, risulta tra l’altro indagato per concorso in concussione ai danni del «governatore», assieme al consuocero Carlo Camilleri (piantonato dagli agenti della polizia penitenziaria nell’ospedale Rummo di Benevento dove è stato ricoverato martedì sera, in seguito di un improvviso malore) e agli assessori dell’Udeur, Luigi Nocera ed Andrea Abbamonte. In particolare, secondo quanto si è appreso, avrebbero costretto Bassolino ad assicurare loro la nomina a commissario dell’Asi di Benevento di una persona «liberamente designata da Mastella». Non è stato però precisato quale sia stato l’elemento di pressione utilizzato nei confronti del capo della giunta regionale

    Oltre a Mastella e alla moglie sono coinvolti nell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere politici e amministratori pubblici campani, nonché esponenti dell’Udeur. In totale sono 23 le ordinanze di custodia cautelare (quattro in carcere e 19 ai domiciliari) e i provvedimenti interdittivi notificati ad assessori, politici e funzionari. Tra questi anche due assessori regionali della Campania (Luigi Nocera, ambiente e Andrea Abbamonte, personale) e alcuni consiglieri dell’Udeur. L’inchiesta giudiziaria riguarderebbe un presunto giro di favori. In particolare l’episodio contestato alla moglie di Mastella riguarderebbe le modalità seguite per una nomina nell’ospedale di Caserta.

    GLI ALTRI POLITICI – Tra i destinatari dei provvedimentidi custodia cautelare ci sono anche il sindaco di Benevento, Fausto Pepe, eletto nel 2006, e i consiglieri regionali Fernando Errico, capogruppo dell’Udeur, e Nicola Ferraro. Inoltre è stato notificato un provvedimento di sospensione anche al prefetto di Benevento, Giuseppe Urbano, e al presidente del Tar della Campania, Ugo De Maio.

    L’ELENCO DEGLI INDAGATI – Riepilogando, i carabinieri hanno eseguito ordinanze di custodia in carcere nei confronti di: Carlo Camilleri, consuocero dei Mastella, che si trova però in ospedale a Benevento; Vincenzo Lucariello, difensore civico della Regione Campania, il cui telefono cellulare «bollente» ha messo in luce l’intreccio di affari della presunta lobby; Antonello Scocca e Domenico Pianese. Provvedimento restrittivo ma con il beneficio dei domiciliari per 19 indagati: Sandra Lonardo Mastella; il sindaco di Benevento Fausto Pepe; Carlo Banco; Erminia Florenzano; l’assessore regionale al personale Andrea Abbamonte e quello all’ambiente Luigi Nocera; Francesco Cardone, i consiglieri regionali Ferdinando Errico e Nicola Ferraro; Nino Lombardi, presidente della comunità montana del Titerno; Angelo Padovano; Francesco Zaccaro, Antonio Barbieri; Letizio Napoletano; Paolo Budetta; Cristiana Fevola e Ugo Ferrara. Interdetto dall’ufficio di giudice del Tar Campania Ugo De Maio; da quello di vigile urbano Luigi Treviso; da prefetto di Benevento Giuseppe Urbano.

    L’INDAGINE – L’indagine è basata su intercettazioni telefoniche disposte nell’ambito di una inchiesta che portò all’arresto nel giugno dello scorso anno dell’ex direttore generale della Provincia di Caserta, Antony Acconcia, e di due consiglieri provinciali con le accuse di associazione per delinquere, corruzione, concussione, turbativa d’asta e falso in atti pubblici. «Le indagini – scrive la procura di Santa Maria Capua Vetere – hanno preso spunto da conversazioni telefoniche relative alla gestione degli appalti e servizi pubblici nella Provincia di Caserta e hanno consentito di far luce su un tessuto di illecito radicato nell’area politica, amministrativa e giudiziaria della Campania». Al presidente della Campania agli inizi di novembre sarebbe stato notificato un invito a comparire davanti ai magistrati samaritani come persona informata sui fatti. L’istruttoria che portò alla nomina è giudicata anomala dalla Procura, che ipotizza che Bassolino sia stato costretto ad assicurare che la scelta ricadesse su una persona «designata da Mastella».

    Reply

  15. Adebisi Says:

    oh…che peccato…non c’è giustizia per il ministro della giustizia

    questa notizia mi ha gettato nello sconforto più totale…di più del rifiuto del papPa di andare alla Sapienza

    come è cominciato male questo 2008

    Reply

  16. Adebisi Says:

    uhauhuhuahuhuhauhuhauhuhauhuhuahhuhauhuha

    Reply

  17. Lukettok Says:

    questo è solo “l’inizio della fine”

    Ossia

    L’inizio della nostra Vendetta

    La fine di questa sorta di tecno-fascismo a cui siamo sottoposti !!

    Ricordatevi il 5 Novembre….

    Reply

  18. anonimo Says:

    “l’Italia” e la “chiarezza dei fatti” sono due coste distinte e separate… me ne farò una ragione.

    pace, faire.

    Reply

  19. Fabiola82 Says:

    NAPOLI – C’è una presunta concussione da parte di mastella, ai danni del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino

    La concussione (lat. concussio,-onis, deriv. da concussus, p.p. di concutere estorcere) è il più grave dei reati contro la pubblica amministrazione. È un reato proprio in quanto può essere commesso dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio. La condotta incriminata consiste nel farsi dare o promettere denaro o un altro vantaggio anche non patrimoniale abusando della propria posizione. La condotta può esplicarsi in due differenti modalità per costrizione o per induzione a seconda del differente grado di intensità della condotta lesiva. La concussione rientra certamente tra i reati di cooperazione con la vittima in quanto il comportamento della vittima è determinante ai fini della configurabilità della fattispecie, infatti qualora non avvenisse la dazione o la promessa il reato non si configurerebbe.

    Reato di

    Concussione

    nel Codice Penale italiano

    Art.: 317 c.p.

    Competenza: Tribunale collegiale

    Procedibilità: di ufficio

    Arresto: facoltativo

    Fermo: consentito

    Pena prevista: reclusione da quattro anni a dodici anni

    Reply

  20. anonimo Says:

    Scusa, Alberto, ma credi davvero che Mastella lasci il posto da Ministro? Ne sei proprio convinto? Io non mi farei tante illusioni. La sola possibilità di vita per una macchina di partito striminzita come l’Udeur è restare partito di governo. Nazionale, Regionale, Locale. Un partito senza base, che vive di dirigenti e quadri, non può sopravvivere senza l’ossigeno del potere. Le dimissioni sono una tattica, la solita piroetta mastelliana per alzare il tiro. Portare in alto il livello dello scontro. Perchè, autorizzato il referendum Guzzetta, il potenziale di ricatto di Mastella sulla legge elettorale diminuisce. E, col referendum approvato o con un sistema pseudo-tedesco e/o spagnolo, il Nostro di Ceppaloni perderebbe qual legame col potere che garantisce sopravvivenza alla sua formazione e alle relative clientele. Ergo, Mastella, a mio modesto avviso, tornerà, o cederà la Giustizia per un po’ (non mi stupirei se ci fosse un interim di un ministro già in carica…magari Chiti o Santagata). Ma senza potere l’Udeur non esiste, senza il ricatto del Senato la combriccola mastelliana è aria fritta.

    Mastella tornerà, se non altro perchè da Ministro potrà meglio vigilare sui suoi problemi con la Giustizia. E’ uno troppo navigato per farsi da parte in questo modo. Purtroppo.

    Agitprop.

    Reply

  21. anonimo Says:

    lukè ma caiss perz a cap?

    Reply

  22. anonimo Says:

    la visione di V per vendetta, sconvolge un pò tutti

    hurricane085

    Reply

  23. Fabiola82 Says:

    ….mah…..

    Reply

  24. anonimo Says:

    Ma avete letto l’intercettazioni che hanno potatao all’arresto della moglie di Mastella?

    Mi sa che alcuni magistrati Italiani sono una maniata di idioti !!!!!!

    Reply

  25. albertocatapano Says:

    Volevo consigliarvi l’articolo sulla repubblica di oggi di Francesco Merlo : Così fan tutti..in prima e segue a pag.28

    Sempre a pag 28, c’è L’amaca di Michele Serra..leggetelo…

    Ciao

    Reply

  26. anonimo Says:

    Va bene l’articolone su Mastella. Ma qualcosa su Berlusconi – di nuovo rinviato a giudizio per corruzione – e Cuffaro condannato a 5 anni la potreste anche scrivere. No?

    cittaditonino

    Reply

Leave a Reply