MASTELLA: MINISTRO DELLA GIUSTIZIA E DELLE MAGANGE

gennaio 31, 2008

News

Il Ministro della Giustizia,Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo hanno due figli,
Elio e Pellegrino. Pellegrino è sposato a sua  volta con AlessiaCamilleri.
Una bella famiglia come le altre, ma con  qualcosa in più.

Per sapere cosa, partiamo dal partito di Clemente che, come i
più informati sanno, si chiama Udeur. L’Udeur, in quanto partito
votato dall’1,4%  degli italiani adulti, ha diritto ad un giornale
finanziato con denaro  pubblico.

Si chiama ‘Il Campanile’, con sede a Roma, in Largo Arenula 34.
Il giornale tira circa 5.000 copie,ne distribuisce 1.500,
che in realtà vanno  quasi sempre buttate.
Lo testimoniano il collega Marco Lillo  dell’Espresso, che ha fatto
un’inchiesta specifica, sia un edicolante di San Lorenzo  in  Lucina,
a due passi dal parlamento, sia un’altro nei pressi di Largo Arenula.

Dice ad esempio il primo: ‘Da anni ne ricevo qualche copia. Non ne
ho mai venduta una, vanno tutte nella spazzatura!’.
A che serve allora -direte voi- un giornale come quello?
Serve soprattutto a prendere contributi per la stampa.

Ogni anno Il Campanile incassa 1.331.000euro. E che fara’ di tutti  quei
soldi, che una persona normale non vede in una vita intera di lavoro?
Insisterete ancora voi. Che fara’? Anzitutto l’editore, Clemente Mastella,
farà un contratto robusto  con un giornalista di grido, un giornalista con lepalle,
uno di quelli  capace di dare una direzione vigorosa algiornale, un opinionista, insomma.
E  così ha fatto. Un contrattoda 40.000 euro all’anno. Sapete con chi?
Con Mastella Clemente,iscritto regolarmente all’Ordine dei  Giornalisti,
opinionista e anche segretario del partito.Ma è sempre lui,  penserete! Che c’entra?
Se è bravo! Non vogliamo mica fare discriminazioni antidemocratiche.

Ma andiamo avanti.
Dunque, se si vuol fare del giornalismo serio, bisognerà essere  presenti
dove si svolgono i fatti, nel territorio, vicini alla gente. Quindi  sarà
necessario spendere qualcosa per i viaggi. Infatti Il Campanile ha  speso,
nel 2005, 98.000 euro per viaggi aerei e trasferte.
Hanno volato soprattutto Sandra Lonardo Mastella, Elio Mastella e Pellegrino
Mastella,  nell’ordine.

Tra l’altro, Elio Mastella è appassionatodi voli. Era quello che fu beccato mentre volava su un aereo di Statoal gran premio di F1 di  Monza, insieme al padre, Clemente
Mastella, nella sua veste di amico del  vicepresidente del Consiglio,
Francesco Rutelli. Ed Elio Mastella, che ci faceva  sull’aereo di Stato?

L’esperto di pubbliche relazioni di Rutelli, quello ci faceva!
Quindi, tornando al giornale. Le destinazioni.
Dove andranno a fare  il loro lavoro i collaboratori de Il Campanile?
Gli ultimi biglietti d’aereo (con allegato soggiorno) l’editore li ha
finanziati per Pellegrino Mastella e sua moglie Alessia Camilleri
Mastella, che andavano a raggiungere  papà e mamma a Cortina, alla
festa sulla neve dell’Udeur.

Siamo nell’aprile del 2006. Da allora – assicura l’editore- non ci  sono
più stati viaggi a carico del giornale. Forse anche perché è cominciata  la
curiosità del magistrato Luigi De Magistris, sostituto procuratore della  Repubblica
a Catanzaro, il quale, con le inchieste Poseidon e Why Not, si
avvicinava ai conti de Il Campanile.
Ve lo ricordate il magistrato De Magistris? Quello a cui il  ministro
della Giustizia, Clemente Mastella, mandava tutti quei controlli, uno  ogni
settimana, fino a togliergli l’inchiesta? Ve lo ricordate? Bene,
proprio lui!

Infine, un giornale tanto rappresentativo deve curare la propria immagine.
Infatti Il Campanile ha speso 141.000euro per rappresentanza e  22.000euro
per liberalità, che vuol dire regali ai conoscenti. Gli ordini sono
andati tra gli altri alla  Dolciaria Serio e al Torronificio del Casale,
aziende di Summonte, il paese dei cognati del ministro:
Antonietta Lonardo (sorella di Sandra) e suo marito, il deputato Udeur
Pasquale Giuditta.

Ma torniamo un attimo agli spostamenti.
La Porsche Cayenne
(4000 di cilindrata) di
proprietà di Pellegrino Mastella fa benzina per  2.000euro al mese,
cioè una volta e mezzo quello che guadagna un metalmeccanico.

Sapete dove? Al distributore di San Giovanni di Ceppaloni, vicino a
Benevento, che sta proprio dietro l’angolo della villa del  Ministro,
quella con il parco intorno e con la piscina a forma di cozza.
E sapete a chi va il conto? Al giornale Il Campanile, che sta a
Roma. Miracoli dell’ubiquità.

La prossima volta vi racconto la favola della compravendita della  sede
del giornale. A quanto è stata comprata dal vecchio proprietario, l’Inail,
e a  quanto è stata affittata all’editore, Clemente Mastella. Chi l’ha comprata,
chiedete? Due giovani immobiliaristi d’assalto:
Pellegrino ed Elio Mastella.

Mauro Montanari-Corriere d’Italia/News ITALIA PRESS

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25 Responses to “MASTELLA: MINISTRO DELLA GIUSTIZIA E DELLE MAGANGE”

  1. ollimac Says:

    io nn l’ ho mai potuto vedere a mastella….prima stava con l’ udc poi si buttò con prodi ora, a dispetto del “torto” subito ad opera della magistratura, pensa bene di far cadere il governo e di ributtarsi a destra insieme con quel mangione di dini. Con quella svergognata della moglie, incriminata per bancarotta fraudolenta ha ancora il coraggio di mostrare la faccia in pubblico!!!

    fin quando gente di questo calibro, con la faccia come il culo e la bocca a giusto sfiatatoio siederà nei banchi del parlamento l’ italia sarà sempre la repubblica delle banane ed oggetto di derisione da parte del mondo intero!!!

    Reply

  2. albertocatapano Says:

    Condivido a pieno l’analisi di ollimac e ne condivido anche l’odio per Mastella e per chi lo sostiene..

    Ebbene sì è proprio odio e intolleranza…(perdonatemi ma non ci posso fare niente)

    Ceppalonesi razza inferiore !!!

    Mandiamo l’esercito a Ceppaloni, a vogl ra munnezz che ce sta !!!

    Reply

  3. anonimo Says:

    eh su, il Clemente non si fida di nessuno o nessuno è come i Mastella e per stare più tranquillo fa tutto in famiglia… maro’ comme stamme ‘nguajati!!!

    zeppy

    Reply

  4. anonimo Says:

    E GUARDA QUESTI AENNUCOLI, PRIMA PARLANO MALE DI TONY E POI FANNO I CAZZI LORO……..

    SE AMBROSIO è UN LADRO MI SPIEGATE VOI COSA SIETE.

    Reply

  5. anonimo Says:

    Solo una copertura con struttura in ferro…

    Dal blog di AN:

    Commento:

    “allora vogliamo parlare di abusi e parliamone. Un tesserato di AN PIERLUIGI COLA CON IL PADRE UN “VIGILE URBANO” STANNO FACENDO UNA BELLA MANSARDA ABUSIVA IN VIA MEANDRI. CHE FINE HANNO FATTO I PALADINI DELLA PATRIA E CATAPANO CHE FINE HA FATTO NON LA SCRIVE LA LETTERA ANONIMA. AH DIMENTICAVO FA PARTE DELLA CASTA DI AN MA FATECI IL PIACERE ANDATE HA RACCONTARE LE FAVOLE AI BAMBINI NON A NOI. CIAO DA UN SANGIUSEPPESE VERACE”

    La risposta:

    “Noi abbiamo da tempo pagato il nostro conto e giusto per precisare, non è una mansarda è una copertura con struttura in ferro(…). Pierluigi Cola (esponente di spicco di AN a SGV, ndr)”

    La coerenza prima di tutto. Almeno tra un condono e l’altro.

    Reply

  6. anonimo Says:

    confermo, ce l’ho proprio di fronte , e da fonti attendibili ho saputo che cmq la suddetta “copertura con struttura in ferro” verrà presto contornata da pareti in muratura il che la trasforma in un vero e proprio piano superiore abitabile…..viva la libertà….

    nosense

    Reply

  7. anonimo Says:

    classico. prima facciamo le “rammere”, poi la chiudiamo. Viva il condono.

    Reply

  8. anonimo Says:

    “lei chi è?”

    chi sono io!!io sono la MOGLIE DEL MINISTRO!”

    “E FACCI VEDERE IL TUO MINISTEROOO!!!!””

    Reply

  9. anonimo Says:

    mi sembrava doverosa questa citazione, anzi se trovate il video postatelo, se ricordo bene la protagonista somiglia molto alla nostra signora mastella….

    nosense

    Reply

  10. ollimac Says:

    vorrei ricordarvi che le beghe tra forzitalioti e aennisti non sono di nostro interesse!!!

    qindi se volete discutere di queste cose potete farlo altrove o anche di persona!!!

    e poi se è stato o si sta commettendo un abuso edilizio ogni cittadino ha il dovere di denunciare la violazione delle leggi, quindi….

    e dato che noi non siamo le forze dell’ ordine nè la magistratura non credo che siamo interessati + di tanto alla vicenda!!!

    e chiachiere e paes facitl o bar!!!

    Reply

  11. anonimo Says:

    infatti ex-forzaitalioti ora populini della libertà e sempre cazzoni, andate da un’altra parte….

    Alberto

    Reply

  12. anonimo Says:

    Fatevi una Bottiglia di JAKC..tutti!!..

    Reply

  13. TylerDurdan Says:

    “allora vogliamo parlare di abusi e parliamone. Un tesserato di AN PIERLUIGI COLA CON IL PADRE UN “VIGILE URBANO” STANNO FACENDO UNA BELLA MANSARDA ABUSIVA IN VIA MEANDRI. CHE FINE HANNO FATTO I PALADINI DELLA PATRIA E CATAPANO CHE FINE HA FATTO NON LA SCRIVE LA LETTERA ANONIMA. AH DIMENTICAVO FA PARTE DELLA CASTA DI AN MA FATECI IL PIACERE ANDATE HA RACCONTARE LE FAVOLE AI BAMBINI NON A NOI. CIAO DA UN SANGIUSEPPESE VERACE”

    La risposta:

    “Noi abbiamo da tempo pagato il nostro conto e giusto per precisare, non è una mansarda è una copertura con struttura in ferro(…). Pierluigi Cola (esponente di spicco di AN a SGV, ndr)”

    eahuahuhuhuahuahuhuahuahuhuaaehuahuahahua

    Questi mi faranno crepare dalle risate..caro sangiuseppesi verace,avrai anche ragione,ma comm cazz scriv?

    Reply

  14. anonimo Says:

    BELLA MERDA questo vigile e poi il figlio che dice di aver fatto una copertura in ferro, ma che crede che siamo dei cretini. Dopo la copertura in ferro vengono le mura intorno , poi le finestre e poi ci va ad abitare il bravo e pulito Pierluigi bravi bravi padre e figlio, anzi vigile e il tesserato di an

    Reply

  15. albertocatapano Says:

    questi commenti sono sintomo del fatto che sti cazzoni forzaitalioti vanno proprio di liscio….cioè se dovessimo contare tutte le infrazioni che voi fate e che nessuno vi contesta, ci servirebbero migliaia e migliaia di blog…

    CMQ NUN CE NE FOTT…ARRIVEDERCI..

    Reply

  16. anonimo Says:

    Ma Mastella fino a quando ha sorretto il vostro governo abusivo era buono e nessuno ne parlava male perchè i suoi voti vi facevano comodo adesso tutti contro Mastella. Che coerenza bravi.

    Reply

  17. anonimo Says:

    Adesso tutti vogliono il governo istituzionale per fare la legge elettotale, quando all’indomani delle politiche del 2006 tutta la CDL si dichiarò disponibile per un governo di larghe intese con l’obiettivo di varare la riforma elettorale, da tutto il centro sinistra si levarono una serie infinita di niet, il bene del Paese doveva essere subordinato all’occupazione di tutti i posti strategici. Il poltronismo regnò su tutto e su tutti. Adesso tutti vogliono ergersi a politici responsabile.

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  18. albertocatapano Says:

    Per quanto mi riguarda Mastella l’ho sempre odiato..prima durante e dopo il governo Prodi..

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  19. mezzalasinistra Says:

    “Ce stann ‘e janc’, ce stann ‘e nir, ma nun ce sta’ na sfaccimm ‘e lira!”

    Reply

  20. anonimo Says:

    PIU’ CHE UNA CASA UN COLLEGIO di Ilvo Diamanti

    Molti si sono sorpresi del rapido e disciplinato ritorno a casa di Fini e Casini. O meglio: nella Casa delle Libertà. Dopo le ripetute polemiche dei mesi scorsi. Quando avevano certificato, a più riprese, la fine della coalizione, a causa dell’ultima invenzione del Cavaliere: un nuovo partito. Deciso in pochi giorni, da un uomo solo. Lui. Silvio Berlusconi. Artefice di Forza Italia, del Polo e della CdL. Deciso a cambiare ancora. Un nuovo soggetto politico. La scelta del nome affidata alla “gente comune”, chiamata a esprimersi nei gazebo sparsi nelle strade e nelle piazze. Popolo della Libertà o Partito della Libertà? Barrare la casella corrispondente. Un luogo politico in cui far confluire tutti gli elettori – ma anche tutti i partiti – di centrodestra. L’ultima provocazione. Quasi una minaccia. Quasi che Fini e Casini potessero venire espropriati del loro partito e dei loro elettori da un giorno all’altro.

    Da ciò le tensioni. Sottolineate da affermazioni perentorie, sulla stessa lunghezza d’onda: “Il Cavaliere pensi a Casa sua, tanto la Casa delle Libertà non c’è più”. Non era vero, evidentemente. Poche settimane e tutto come prima. Gli stessi uomini nella stessa Casa. Il proprietario, Berlusconi, e gli inquilini: Fini e Casini. Oltre a Bossi. D’altronde, in questa situazione, ogni diversa possibilità appare impossibile. Il collasso improvviso del governo, la prospettiva – inevitabile – delle elezioni anticipate, con il Porcellum, che nessuno è riuscito a riformare, nonostante molti incontri, molti progetti e molte parole (vane). Lascia pochi margini di manovra ai partiti del centrodestra. L’unico modo per rivincere, sfruttando l’onda della sfiducia nei confronti del governo e del centrosinistra, è ripresentarsi uniti. Tutti. Intorno all’inventore di questa alleanza considerata impossibile, prima. Post-fascisti, nazionalisti e indipendentisti, nuovisti e neodemocristiani, nordisti e sudisti: tutti insieme. Solo Berlusconi poteva provarci e, prima ancora, pensarlo.

    In seguito, questa Casa divenne una specie di Collegio. Difficile da abbandonare. Ogni volta che qualcuno aveva cercato di uscirne, si era perduto. Fini e, prima ancora, Bossi e la Lega. Erano rientrati, uno alla volta, nella Casa del Cavaliere. Perdonati e premiati.

    D’altronde, senza di loro, il Cavaliere non era in grado di vincere (lo aveva sperimentato nel 1996). Ma senza Berlusconi, il destino degli altri è la marginalità. Prigionieri uno dell’altro. Ma con ruoli definiti e stabiliti. In particolare: il leader. Il sovrano. Sempre lo stesso. Anche questo spiega le insofferenze e le intemperanze dei due leader alleati. Fini e Casini.

    Costretti a giocare da anni, e per chissà per quanto ancora, la parte delle “giovani promesse”, dei candidati al “dopoberlusconi”. Una “guerra di successione”, come aveva riassunto, argutamente, Adriano Sofri i conflitti degli ultimi mesi in seno alla CdL. Rinviata, ancora una volta. Fino a quando, almeno, resterà in vigore questa legge. Che obbliga le forze politiche a coalizzarsi. Pena la sconfitta. E, infatti, Veltroni, quando promette che il Partito Democratico correrà da solo, non si illude. Ma pensa che sia necessario perdere oggi per vincere domani.

    A destra, invece, Fini e Casini non ci sperano. Fini: conta ancora di succedere al Cavaliere. Il suo è il secondo partito della coalizione. Lui è il leader più stimato dagli italiani, insieme a Veltroni. Chissà. Se Berlusconi decidesse di fare altro. Magari, di salire al Colle non solo per consultazioni. Chissà. Dovrebbe toccare proprio a lui. (Ammesso che, alla fine, non prevalga una dinamica di tipo dinastico a favore di un erede della famiglia regnante…). Casini, invece, ormai dispera. Berlusconi non si fida più di lui. E viceversa.

    Lui sa che non potrà succedergli. Inoltre, ha manifestato altre volte intolleranza per la condizione di “giovane di belle promesse”, a cui è condannato da trent’anni. Ormai ha i capelli bianchi, è stato Presidente della Camera. Viene da un’altra Repubblica. Ad assistere Berlusconi, vent’anni dopo Forlani: proprio non ci sta. Però: il suo gruppo dirigente e i suoi elettori non lo seguirebbero. Lo ha verificato a proprie spese Follini, quando, meno di tre anni fa, sfidò Berlusconi. Sostenne che non era il candidato-premier giusto per il centrodestra. Che, comunque, bisognava superare lo statuto monarchico del centrodestra. Con l’esito di trovarsi solo, nel suo partito. E, quindi, fuori. Poi: il suo elettorato, soprattutto nel Mezzogiorno (la maggioranza), non accetterebbe di cambiare schieramento. A sinistra: mai. E, forse, neppure al centro. Meglio insieme a Berlusconi, soprattutto se promette il ritorno al governo.

    Così, Tabacci, democristiano e proporzionalista irriducibile e senza pentimento, convinto; da sempre, che la via giusta è quella di mezzo, privo di ambizioni leaderiste, se n’è uscito, a sua volta. Tenterà di aprire uno spazio “autonomo”, al centro, insieme all’ex leader della Cisl, Savino Pezzotta. Contando sul peso della tradizione moderata, ma anche sul disgusto di molti elettori, frustrati dagli esiti del bipolarismo di questi anni. Casini, invece, è rimasto a Casa. Con Fini e Bossi.

    La foto di gruppo, in vista delle prossime elezioni, li vedrà tutti insieme, accanto al Cavaliere. Come nel 1994, nel 2001 e nel 2006. A conferma di una verità nota. Nel centrodestra il partito unico c’è sempre stato, anche se continua a proporre sigle diverse. Unito – e magari talora disunito – intorno a un leader. L’unico fattore capace di tenerli insieme. Ieri, oggi. Forse domani. Di certo, non c’è bisogno di primarie per indicarlo. Né di concorsi per indovinarlo.

    da http://www.repubblica.it (31gennaio 2008)

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  21. Adebisi Says:

    ma voi non li aveste visti i manifesti elettorali dell’ Onorevole Pierluigi Cola? auhuahuheuhuehuhahu

    Reply

  22. Fabiola82 Says:

    inutile che ‘o regn e rhum: nu strunz nun addiventa babbà.

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  23. anonimo Says:

    cami’ le “chiacchere da bar” non mi sono mai piaciute e le lascio ad altre persone, figurati, stavo solo rispondendo e confermando quanto scritto nel commento precedente, peraltro anonimo, tutto qua.

    nosense

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  24. ollimac Says:

    MA IO INFATTI MI RIFERIVO A QUEL’ ANONIMO!!!

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  25. anonimo Says:

    ah ok, sorry

    nosense

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