Waiting for Mario…

novembre 12, 2009

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n1094086077_30157554_3271“La mafia è una dittatura, può togliere la vita, la libertà, e può cancellare la dignità delle persone e dei popoli. Come si fa contro le dittature, bisogna ribellarsi contro la mafia. Contro le dittature, si usano le armi, contro la mafia le "armi" sono la legalità e il rispetto delle leggi. Non votate mai chi dice "datemi il voto che poi ti trovo il posto di lavoro": questo è un comportamento che ha la mentalità mafiosa….Ripudiate quella mentalità mafiosa che consiste nella presunzione di fare qualcosa non perchè è un diritto ma perchè è un privilegio. (Gianfranco Fini, discorso al “Parlamento sulla legalità”, marzo 2009)

 

 

Un anno fa, su questo blog, raccontavamo di Nicola Cosentino (17 ottobre 2008). Sottosegretario all’Economia nel governo in carica, Casentino non ha bisogno di presentazioni. A chi non ne avesse mai sentito parlare, di certo non saranno sfuggite le prima pagine dei giornali nell’ultima settimana. Perché Nicola Casentino da Casal di Principe, classe cinquantanove, coordinatore regionale campano del PdL e, fino alla settimana scorsa, detentore di una candidatura blindata per le prossime regionali, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare per concorso esterno in associazione camorristica. Ora si attende il pronunciamento della Camera, cui spetta la decisione sull’autorizzazione a procedere. Per i magistrati, Cosentino è ed è stato il referente politico del clan dei casalesi. Loro gli fornivano voti e tessere. Lui li ripagava con rappresentanza politica nelle stanze che contano. 

 

La presunzione di innocenza è un diritto. Lo è, ovviamente, anche per Cosentino. Eppure, per un uomo pubblico, esistono circostanze che esulano dal mero profilo penale. Per un politico, la rispettabilità, la trasparenza, l’etica, sono valori che non ammettono chiaroscuri. E’ per questo che il rifiuto della candidatura a presidente della Regione Campania arriva con indiscutibile ritardo. Perché delle accuse a Casentino non eravamo gli unici a sapere, da oltre un anno. Ne avevano parlato settimanali e scrittori. Ne parlavano blog e quotidiani locali. Allora, però, la destra nazionale e locale fece quadrato. A cominciare dal circolo territoriale del PdL che, seppur egemonizzato da ex nazionalalleati, trova in Nicola Casentino un indiscusso referente fra i “politici che contano”.

 

Un anno fa, su questo blog e su quello della sezione locale di AN, siamo stati attaccati e chiamati bugiardi. Ci venne detto che non avevamo titolarità per consegnare patenti di antimafia. Ci venne detto che Fini e AN e il PdL erano in prima linea contro la criminalità organizzata. Contro una “mentalità mafiosa” prima ancora che contro i mafiosi stessi. Un anno dopo, cari signori, la storia è andata in altre direzioni. Posto che non ritorni la tentazione dell’immunità.

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8 Responses to “Waiting for Mario…”

  1. anonimo Says:

    Leggo sul Corriere di oggi che i pentiti hanno indicato anche Bocchino e Landolfi quali elementi facenti parte del tessuto camorristico.
    Permettetemi una riflessione. Lungi da me la volontà di tessere le lodi di politici come Bassolino o la Iervolino, che a mio avviso rappresentano un esempio veramente pessimo di amministrazione della cosa pubblica, indipendentemente dal difficile contesto nel quale sono chiamati ad operare.
    Ma di fronte alle vergognose alternative che l’altra parte ci propone  abbiamo tutti il dovere di non cedere all’astensionismo, al qualunquismo, al disinteresse. Il Pdl ha un elettorato che per ignoranza o per malafede è disposto a sostenere chiunque, anche di fronte all’evidenza, acriticamente.
    Dobbiamo continuare ad esprimere tutto il nostro dissenso verso una classe politica campana che ci ha deluso, ma allo stesso tempo ricordiamoci che in democrazia, quando mancano uomini degni di fiducia, è importante saper scegliere il male minore.
    Altimenti saremo tutti corresponsabili. A.

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  2. anonimo Says:

    Ha ragione agitprop affermando che ben un anno fa "aprimmo" gli occhi agli "amici" del PDL circa l’impresentabilità e le collusioni allora presunte, ora chiare anche agli inquirenti dell’on Cosentino.
    Credo che la Camera, come ha dimostrato in molte occasioni, non concederà l’autorizzazione a procedere però per nostra fortuna la magistratura ha costretto Fini e Berlusconi a ripensare una candidatura ormai per lui quasi in tasca. 
    Il prossimo spero sarà Landolfi, che già da tempo siano noi che i pochi media informati e qualche magistrato lo ha definito come il referente dei clan di Mondragone e del litorale flegreo.

    Non ci resta a questo punto che registrare ancora una volta la bassezza del livello politico campano che diventa sempre più lo specchio dell’Italia intera.
    A livello locale,inoltre, questa rappresenta un’enorme sconfitta per chi aveva riposto in Cosentino e Co. alcune speranze di successo.
    Ciao Alberto

     

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  3. mezzalasinistra Says:

    Sarebbe davvero interessante capire cosa ne pensano i "compagni" di An. Loro che a San Giuseppe si ergono a paladini della legalità (dopo che per anni sono andati a braccetto con il Biondo) e a Napoli chiudono tutti e 2 gli occhi e si tengono (o addirittura parteggiano per..) Cosentino, Landolfi e company. Gli stessi che ridono ed inveiscono su Marrazzo (che nel frattempo si è dimesso) ora tacciono o cercano di difendere Cosentino. Sia chiaro, la presunzione d’innocenza vale per tutti, ma in una regione come la nostra se ti accusano di collusioni con la camorra un passo indietro è d’obbligo.

    @commento n.1:  personalmente non sono più disposto a turarmi il naso e votare per il meno peggio.

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  4. anonimo Says:

    CHi ha mai difeso pubblicamente Cosentino? Sinceramente noi di AN non lo abbiamo mai difeso e mai supportato e men ce ne frega ora. Noi abbiamo sempre ritenuto la candidatura non qualificata ed oggi la riteniamo anche inopportuna, soprattutto riteniamo che chi ha a che fare con la malavita (compreso Bassolino) se ne stia a casa a prescindere dalle appartenenze partitiche. Vi invito a non fare i soloni dell’io lo sapevo o io ho detto…perchè nella vita è meglio non scagliare pietre negli stagni dove poi spesso col senno di poi ci si ritrova imprigionati. Piuttosto, pensate a proporre alternative politiche serie in qualsiasi partito vi riconosciate. Tanto in campania è difficile trovare politici seri e puliti… in qualunque schieramento. La moralità è qualcosa di personale non di partito.
    un camerata vero

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  5. anonimo Says:

      "nella vita è meglio non scagliare pietre negli stagni dove poi spesso col senno di poi ci si ritrova imprigionati"

    Questa manco il miglior Trapattoni l’avrebbe ideata…

    Camerata vero, il tuo parlare di moralità è veramente paradossale…
    Ci mancavi solo tu, camerata vero, per portare la moralità in Campania…
    Poi se mi dici qual’è questa tua moralità personale e non di partito te ne sarei grato.

    Camerata vero…fanculo tu e i tuoi camerati.

    Tylerdurdan


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  6. anonimo Says:

    quando giocavo nel Verona ero un vero bomber!!
    Cammarata vero

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  7. anonimo Says:

    CAMERATA VERO?  
    ma che cazz o ‘ verament stamm ancor a chest!

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  8. anonimo Says:

    Ma perché ve la prendente con uno che si definisce camerata vero?
    E’ troppo facile. Io credo che dopo avere letto le sue osservazioni avrà modo di misurare la distanza tra il suo intento e la sua auto qualifica. Le scorie del passato sono peggio di quelle nucleari; hanno vita lunghissima.
    Piuttosto mi pare interessante la sua notazione (cosa sotto gli occhi di tutti) che: in campania è difficile trovare politici seri e puliti in qualunque schieramento.
    Questo è abbastanza vero ma rimanda ad un altro discorso che meriterebbe una qualche maggiore attenzione.
    Come è potuto succedere che gli elettori si siano decisi a votare per amministrare gli interessi generali, e quindi anche i suoi, persone poco serie e pulite?
    Tutti conoscono, e non c’era bisogno della commissione prefettizia, le peculiarità del nostro sindaco e del suo entourage, eppure migliaia di concittadini lo hanno votato, anche nonostante abbia amministrato (e con quali esiti) per un quinquennio con gli amici del camerata vero.
    Bisogna forse dedurre che le migliaia di concittadini (professori, avvocati, medici, ingegneri, commercianti, ambulanti, braccianti agricoli veri e falsi, stracciafacenti, uomini, donne, anziani, giovani, ragazze e giovanotti acculturati ecc.) si svegliano ogni cinque anni e marcano con la croce la scheda elettorale con il criterio “addo coglio coglio”? O che non abbiano la minima conoscenza di quello che accade nel palazzo comunale e come tanti ingenui e sprovveduti si fanno fottere dalle giovani e belle presenze della lista delle mimose? O che hanno pensato che le elezioni servono per votare la nipote, lo zio, il cugino o il conquartieratico perché in caso di necessità potranno evitare la multa per il divieto di sosta, costruire senza licenza, occupare spazi pubblici, mangiarsi qualche zeppola a metà prezzo, tifare per un ciuccio?
    Se il nostro amico si porrà qualcuna di queste domande si troverà solo con il vero e senza il camerata.
    E forse penserà che al politico deve essere richiesta una moralità pubblica oltre che quella privata. Anche se di questi tempi la carenza di moralità pubblica e privata appare il tratto distintiva di buona parte degli eletti dal popolo.
    tanino

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