Urban Parade, conclusa la quarta edizione. Successo per la festa urbana al Rione Belvedere

agosto 31, 2017

Arte, Cultura, Iniziative, urban parade

Urban Parade, conclusa la quarta edizione. Successo per la festa urbana al Rione Belvedere

“Un muro è fatto per essere disegnato […] e la vita è fatta per essere celebrata.” Lo affermava Keith Haring, celebre pittore e writer statunitense, nella seconda metà del secolo scorso. Filosofia che ha accompagnato la street-art nel suo debutto in società negli anni Settanta e che oggi vanta un popolo di seguaci ancor più numeroso.

È lo stesso spirito che ha spinto il Collettivo Vocenueva e l’associazione Laboratorio Pubblico, anno dopo anno, a scommettere sull’arte di strada, in tutte le sue manifestazioni. Il 28 maggio 2017 si è tenuta la quarta edizione della Urban Parade al Rione Belvedere di San Giuseppe Vesuviano. Già collaudata e accolta con ottimi risultati in passato, l’iniziativa crea l’opportunità per giovani artisti di dare libera espressione alle proprie doti creative.

Ad aprire le danze, verso le ore 16:00, sono stati i bambini che, con tempere e pastelli, hanno iniziato a colorare di allegria il Rione! Un baby camp all’insegna del riciclo: percorsi di mini-golf costruiti con materiale recuperato: dal cartone per le basi, alle stoffe per simulare il verde del prato, fino al legno per la costruzione delle mazze da golf. Quest’anno le novità sono state molte ed anche i partecipanti più piccoli hanno potuto giovare delle nuove iniziative. Prima tra tutte, l’Orto dei sensi, patrocinato da Legambiente e dal Parco Nazionale del Vesuvio, grazie al quale le aiuole abbandonate del quartiere sono state riqualificate. Bonificate nei giorni precedenti, sono state seminate con l’aiuto dei bambini, con ben dieci tipi diversi di odori: dal rosmarino al basilico, dal prezzemolo all’erba cipollina. Il tema dell’ambiente è stato al centro di un’altra novità della UP17: il contest fotografico “Urban Vesuvio”. I migliori scatti, capaci di raccontare l’iterazione, spesso conflittuale, tra natura e uomo nel Parco Nazionale del Vesuvio, sono poi stati esposti durante la manifestazione.

Alla UP17 non poteva mancare lo sport, nella sua versione più spettacolare. L’asfalto del rione si è trasformato in un vero e proprio campo da basket professionale, dove otto squadre dell’hinterland vesuviano si sono sfidate nel torneo 3vs3 “UP Streetball Challenge”. Quest’anno l’iscrizione al circuito nazione organizzato dalla FIBS (Federazione Italiana Street Basket) ha reso ancora più accattivante e avvincente la competizione. I vincitori dei singoli tornei, allestiti in tutta Italia, si sfideranno, infatti, in un incontro finale a Riccione dal 28 al 30 luglio. I campioni della UP17, i Vesuviers All In Clean, che hanno battuto in finale i Curry Ma Vai Piano, avranno modo di dimostrare quanto valgono. In bocca al lupo ragazzi!

Dalle 18:00 l’attenzione si è spostata in un’altra ala del rione, dove un maestoso pino, alto più di 10 metri, è stato attrezzato per lo spettacolo acrobatico di tessuti aerei. Un lungo drappo bianco muoveva sinuoso per il fruscio del vento mentre tutti attendevano che le danzatrici fossero entrate in scena. Sulle note di “Alegria”, celebre colonna sonora del Cique du Soleil, è iniziata l’esibizione di Marta, cui è seguito segue lo spettacolo di Roberta. Tra volteggi spirali, capriole ed altre piroette, le acrobate hanno affascinato il pubblico con una forma d’arte circense ancora poco popolare. E mentre Marta e Roberta coinvolgevano i più piccoli in un momento conclusivo di formazione, ballerini di breakdance si destreggiavano sul ritmo dei dj JaMike e Bomeniconi. La NCD crew, composta dai due fratelli Davide e Nunzio Esposito, quest’anno è venuta accompagnata da nuovi membri e non hanno deluso le aspettative.

Alle 20:00 si sono sfidati nel circuito dello skatepark gli atleti delle varie categorie di performance acrobatiche (skateboard, rollerblade, BMX). Come ogni contest che si rispetti, la giuria (in questo caso costituita dal pubblico) ha premiato la migliore esibizione per ogni categoria. Era buio ormai, e la giornata volgeva al termine: c’era chi consumava un panino, chi sorseggiava una birra ghiacciata, ci gli artisti che prima di andar via si concedevano un momento di pausa, e poi c’è chi continuava a lavorare alla propria opera con gli ultimi ritocchi. Sto parlando dei writers che, silenziosi e indisturbati, hanno per l’intera giornata dipinto i muri del quartiere. Sono i muri di cui parlava Haring, quelli che invocano l’artista nella speranza di essere più di una semplice parete bianca. Perché hanno storie da raccontare. Come quella di “Deep Love”, dove Corrado Teso e Lorenzo Gosh, hanno rievocato il blu degli abissi, o ancora quella di Yele, ispirata alla “Madonna” di Munch di fine ‘800. Così, il giorno dopo la festa, insieme all’allegria che ancora si respirava nell’aria, c’era qualcosa di nuovo che accompagna il risveglio dei residenti: è l’Arte che ha invaso il Rione. Perché arte vuol dire bellezza e la bellezza è uno strumento potente per riportare le periferie al centro della vita sociale cittadina. Delle periferie non più solo dormitorio, ma cuore pulsante della creatività e dell’aggregazione. Questa è stata UP17, questa continuerà ad essere nei prossimi anni. Il Rione Belvedere è tornato pian piano alla sua normalità, ma tutti sappiamo che, anno dopo anno, anche il quartiere non è più lo stesso.

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