"Un'apocalisse qualunquistica"

marzo 11, 2008

News

art_jpg.phpNel nostro Paese dopo il minimo temporale le strade sono sempre più spesso piene di buche, dossi ed avvallamenti, anche dovuti ad una cattiva realizzazione del massetto sottostante l’asfalto; inoltre quando viene (raramente) passato il cosiddetto “tappetino di usura” i troppi tombini presenti restano ad un livello inferiore rispetto quello della strada, creando una vera e propria buca.

Non parliamo dei marciapiedi, spesso con le mattonelle divelte ed invasi per spazzatura.

Se si guardano le strade provinciali(vedi Via Paronamica) la situazione cambia di poco, perché se non ci sono scavi dovuti a reti del gas, elettriche, fognarie o idriche, il dissesto idrogeologico del territorio e l’incuria pluridecennale, hanno reso le strade provinciali a livello delle Regie trazzere non asfaltate e semi franate.

Allora credo sia lecito domandarsi:

Sig. Amministratori è possibile che accadano incidenti per colpa di buche, sfossature, tombini infossati, tratti male asfaltati, strade dissestate e segnaletiche mancanti o inesatte?

Be Sociable, Share!

63 Responses to “"Un'apocalisse qualunquistica"”

  1. anonimo Says:

    Ciao Brassen la foto che hai messo per segnalare il disastro della rete stradale Sangiuseppese non è niente rispetto allo spettacolo mortificante che mi sono trovato di fronte questa mattina in Via Torricelli:sembrava una strada di una Favelas Brasiliana di terz’ordine.

    VERGOGNA!!!!

    E’ l’unico commento che viene da fare.

    Non vi è un solo punto a favore di questa Amministrazione,hanno fallito anche con le Zeppole!

    Cosa aspettano a passare la mano?

    E’ possibile che la nosta comunità accetti di essere trattata così senza reagire?

    Come ciliegina,sempre stamani,un furgone di uno dei fornitori del gas,andava in giro a coprire le voragini con un poco di ghiaia.

    Ridicolo!

    MIMMO RUSSO

    Reply

  2. anonimo Says:

    Bravo ad aprire questo tema Brassen…solo che viene spontaneo dire: ma come può l’Amministrazione sangiuseppese preoccuparsi delle buche o del dissesto idrogeologico dell’intero territorio se non si occupa neanche di sistemare la Piazza del centro del paese?

    Lo vogliamo capire che sono incapaci o no?

    C’è poco da fare gli eletti sangiuseppesi sono solo macchine di voti e null’altro. Mi rendo conto che voi incazzati dite delle cose giuste ed ovvie, ma gli interlocutori sono davvero pessimi. Non solo per le qualità organizzative (vedi sagra!) ma anche per quelle amministrative. E’ solo gente che sta sul comune per sentirsi qualcuno e scendere in piazza ed essere salutato da qualcun altro o per offrire i classici dieci caffè.

    Il resto è solo insipienza sociale e politica.

    Speriamo che la prossima volta ci siano liste elettorali con gente sì nuova ma capace almeno di tappare i buchi con asfalto e non con ghiaia.

    Silvio Ammendola

    Reply

  3. giorgiariccia Says:

    Ragazzi questa amministrazione qualcuno l’ha votata (più volte). Chiediamoci chi e cerchiamo di fare in modo che non lo rifaccia…Io sono anni che voto altrove ma la mia è sempre una goccia nel lago!

    Reply

  4. anonimo Says:

    Bravo Mimmo Russo hai proprio ragione

    questa amimnistrazione non è “buon manc a iard”…

    MA NON VEDO NEMMENO COME IL TUO AMOREVOLE PD POSSA RISOLVERE LA SITUAZIONE!!!

    Reply

  5. agostinocasillo Says:

    Ma è mai possibile che un’azienda vincitrice di un appalto per le fognature, per le tubature del gas o altri lavori pubblici che riguardano le strade, dopo aver scavato ricopre il buco con un pò di terreno ed asfalto che alla prima pioggia va via? Può lasciare la strada in questo stato?Non vi sono clausole nel contratto di appalto che impongono di restituire la strda con un manto omogeneo? E se ci sono perchè l’amministrazione non fa ricorso contro l’azienda? Hanno sempre la denuncia facile, perchè in questi casi no?

    Reply

  6. anonimo Says:

    FACCIAMO UNA MANIFESTAZIONE CONTRO IL COMUNE

    Reply

  7. anonimo Says:

    andate voi a governare visto se sapete solo criticare ma perche nessuno vi voto mai perche gia sanno i vostri risultati cioe niente

    forza italia per sempre

    Reply

  8. anonimo Says:

    Inizia a contare alla rovescia che il buon Dio gia ha deciso……..e le tenebre dell’inferno vi accoglieranno…..

    V

    Reply

  9. anonimo Says:

    BRAVO

    Reply

  10. anonimo Says:

    SE DIO SARà COSI BUONO DOVETE CADERE IN UNO DI QUESTI FOSSI VOI TONINO ALLEANZA NAZIONALE E TUTTI I COMUNISTI E CI DOVETE RIMANERE ANZI MARCIRE BOIA CHI MOLLA

    Reply

  11. anonimo Says:

    Mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere, perché esse sono il mezzo per giungere al significato e per coloro che vorranno ascoltare all’affermazione della verità.

    V

    Reply

  12. anonimo Says:

    anonimo del n° 7 impara l’ italiano invece di fare il coglione, anzi il forzitaliota, sul nostro blog !!!

    ollimac

    Reply

  13. anonimo Says:

    Ma come è possibile non vedere le buche? No non parlo di quelle su tutte le strade cittadine, bensì di quelle più pericolose che stanno devastando il cervello di molti nostri giovani e meno giovani concittadini.

    Ma cosa c’entra l’essere di Forza Italia con il non riconoscere che questo nostro paese è in pieno declino? Come si fa a non vedere il degrado grave ed inesorabile che attanaglia la nostra città?

    Ma quale dissesto idrogeologico, a questo punto io lo chiamerei dissesto ideologico (nel senso che si è persa addirittura la voglia di ambire ad una condizione di vita quantomeno più decente, più civile).

    Reply

  14. anonimo Says:

    per il 13.

    Mimmo sei grande

    Reply

  15. agostinocasillo Says:

    Fuori tema:

    Per la frase del giorno:

    Alla domanda di una giovane che chiede a Berlusconi come fare ad affrontare un mutuo con la precarietà del lavoro, il cavliere risponde: “SI CERCHI UN MARITO RICCO!”

    E VAIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!

    Reply

  16. anonimo Says:

    Alemanno copia il “Biondo” e annuncia; candideremo al comune di Roma la giovane precaria che Berlusconi ha invitato a cercarsi un marito ricco per risolvere i suoi problemi.

    Il biondo è arrivato un anno prima ne candidò più di 50 di precari della 328

    Reply

  17. anonimo Says:

    l’arte contro le mafie,cotro la politica lientelare,otro lo sfruttamento minorile.PITTORE ANTIMAFIA GAETANO PORCASI.WWWGAETANOPORCASI.IT

    Reply

  18. anonimo Says:

    Nepotismo, ricatti reciproci, intimidazioni telefoniche e familismo sono le caratteristiche attuali del centro-sinistra campano…

    FN

    Reply

  19. anonimo Says:

    In questi anni, inoltre, miliardi di euro sono stati appaltati nel settore dei trasporti a trattativa privata riesumando norme vecchie di 25 anni nate nel periodo successivo al terremoto del 1980. E ci fermiamo qui per non annoiare i lettori. Tutto questo, però, è poco a fronte di un altro aspetto inquietante che si è consolidato a Napoli e nella Campania. Un nepotismo sfrenato che dilaga con tutti i suoi aspetti tragici e comici. Nel centro-sinistra le candidature di mogli, fratelli, cognati, parenti ed affini sono diventate un costume diffuso e impudente. Dopo la moglie di Clemente Mastella, vera e simpatica pioniera in questo campo, è arrivata la candidatura della moglie di Bassolino, Anna Carloni, che dopo aver fatto nelle scorse elezioni provinciali una lista di tutte donne chiamandola Emily, riscuote oggi, con la candidatura alla Camera dei deputati, il prezzo di un fiancheggiamento e di un amore antico verso chi ha distrutto un’intera classe dirigente della sinistra napoletana. Il tutto nel silenzio complice di uomini come Umberto Ranieri e il senatore Giorgio Napolitano mentre chi, come l’onorevole Vincenzo De Luca, ha alzato la voce contro le mille grassazioni e intimidazioni della regione ha subito ricevuto un avviso di garanzia. Naturalmente Mastella non poteva sopportare un pareggio con Bassolino (moglie contro moglie) ed ecco che si appresta a candidare un cognato, Pasquale Giuditta, uomo buono e simpatico. Ma i verdi non potevano essere schiacciati da ex democristiani ed ex comunisti ed ecco, allora, Pecoraro Scanio che si appresta a candidare al Senato della Repubblica il proprio fratello Marco. La Margherita, il cui leader regionale è Ciriaco De Mita, mentre fa crescere come un soufflè Marina Suppa, eletta consigliere regionale senza essere votata e cioè nel listino del Presidente, e oggi in lista al secondo posto in Campania 2, attiva tutto il parentado minore nel governo degli enti locali. De Mita ha un nipote, Giuseppe, consigliere provinciale di Avellino, il consigliere regionale margheritino Franco Casillo ha nominato il figlio assessore alla provincia di Napoli mentre l’assessore regionale alla Sanità, Angelo Montemarano, si appresta a candidare e a fare eleggere al consiglio comunale di Napoli il suo pargolo prediletto Emilio, solleticando e invitando con lo sguardo truce e minaccioso, tutti i medici napoletani, gran parte dei quali si sono scoperti margheritini di complemento. Questo Angelo Montemarano, avellinese e figlio adottivo di Ciriaco De Mita, è stato per anni direttore generale della Asl n°1 (quella di Napoli) sfasciandone i conti (oltre un miliardo di euro di disavanzo) e gestendo nomine e incarichi in un mondo medico affamato e proletarizzato con metodi da vecchio mandarino cinese. La legge sulla Asl avrebbe imposto il suo licenziamento per i disavanzi di bilancio. Il buon De Mita lo ha subito promosso assessore alla Sanità. Sinanche i diessini si sono ribellati a questo andazzo dicendo che nella sanità bisogna voltare pagina ed ecco subito la risposta dei margheritini, novelli fiori di campo, che hanno ricordato i guasti delle società miste regionali appannaggio del clientelismo di massa di Bassolino e dei suoi compagni di merenda.

    S.A

    FORZA NUOVA

    Reply

  20. anonimo Says:

    grande utente 20

    Reply

  21. anonimo Says:

    cm fate a fidarvi di un imbecille cm francesco duraccio ma che strunz e merd

    Reply

  22. anonimo Says:

    forza nuova boia chi molla

    Reply

  23. anonimo Says:

    Forza nuova, merda vecchia.

    Mezzalasinistra

    Reply

  24. TylerDurdan Says:

    Vocenueva,

    merda vecchia.

    Reply

  25. anonimo Says:

    Cazzoni di Forza Nuova

    perchè perdete il tempo su questo blog invece di andare a casa della Santanchè a farvi sodomizzare?

    Reply

  26. anonimo Says:

    xchè ci piace prendere x il culo i comunisti cm voi

    Reply

  27. anonimo Says:

    anche duraccio è stato capace di incularvi poveri voi parlo x l’ utente 26 imbecille forza nuova politicamente scende in campo da sola quindi nn dire stronzate andate dalla santachè forza nuova partito a parte vota e fai votare roberto fiore

    fn boia chi molla

    Reply

  28. anonimo Says:

    BRAVO UTENTE 28 HAI XFETTAMENTE RAGIONE CN FORZA NUOVA TUTTO SI RISOLVE FUORI TUTTI I CLENDESTINI PETIZIONE POPOLARE UN ALTRO TUNISINO CHE STUPRA , UN ALTRO ROM CHE UCCIDE BASTARDI A MORTE TUTTI IGLI EXSTRACOMUNITARI ITALIA AGLI ITALIANI EUROPA AGLI EUROPEI FUORI TUTTI F.N

    Reply

  29. anonimo Says:

    Tutta l’Italia con il cuore affranto saluta capitan Lucarelli. L’uomo che ispirò il libro intitolato tenetevi il miliardo non ha detto di no a quattro milioni di euro a stagione. Alla fine il divorzio tra Cristiano Lucarelli e il suo Livorno è arrivato. Nella notte si è conclusa la trattativa con lo Shakhtar Donetsk: l’attaccante, per anni bandiera della squadra toscana, giocherà tre anni in Ucraina, appunto per quattro milioni a stagione.

    DA BRAVO COMUNISTA HA FATTO I SUOI CALCOLI: ATTACCAMENTO ALLA MAGLIA, ALLA CITTA’, AI TIFOSI SONO SVANITI NEL NULLA. LA VERITA’ E’ UN’ALTRA …. SI E’ RIPRESO IL MILIARDO……. CON GLI INTERESSI! ( come un bravo capitalista….. )

    S.A.

    FORZA NUOVA

    Reply

  30. anonimo Says:

    UTENTE 30 SEI DI SAN GIUSEPPE VESUVIANO FAI PARTE DI QUALCHE SEZIONE DI FN

    Reply

  31. anonimo Says:

    fn boia chi molla

    Reply

  32. anonimo Says:

    L’ ITALIA è CN VOI BOIA CHI MOLLA

    Reply

  33. anonimo Says:

    ammirate il coglione del momento!!!

    Reply

  34. anonimo Says:

    IL COGLIONE SARAI TU BASTARDO

    Reply

  35. anonimo Says:

    MERDA D’ ITALIA COMUNISTI – TERRORISTI

    Reply

  36. anonimo Says:

    mi date 10 euro di erba sti tossici e merd

    Reply

  37. anonimo Says:

    vieni che te la do, almeno ti fai vedere in faccia e vediamo se hai il coraggio di dirle anche di persone ste cose!!!

    Reply

  38. anonimo Says:

    quando vuoi ci possiamo vedere basta un appuntamento anche sabato pomeriggio ma io vengo x sfondarti il cranio – parole + fatti pezzo di merda boia chi molla

    Reply

  39. anonimo Says:

    bravo l’hai detto, sabato va bene….sei un povero imbecille….”sfondarti il cranio”, ahahahahahahahaha

    Reply

  40. anonimo Says:

    ti scuramente sarai uno del gruppo io vengo fuori alla sede e te scass e palat mo ciat rut ò cazz fn napoli

    Reply

  41. anonimo Says:

    BRAVO UTENTE 41 DISTRUGGIAMOLI

    Reply

  42. TylerDurdan Says:

    BRAVO UTENTE 41 DISTRUGGIAMOLI

    “Un’apocalisse … 59f291d6da6ae2e 27/03/2008 – 13:01

    ti scuramente sarai…

    ti scuramente sarai uno del gruppo io vengo fuori…

    “Un’apocalisse … 59f291d6da6ae2e 27/03/2008 – 12:59

    Da notare che la stessa persona si fa i complimenti da solo.

    Naggiu visti sciem…

    Reply

  43. mezzalasinistra Says:

    C’è però un coglione che si firma Forza Nuova S.A. a cui volevo dedicare questo video:

    http://it.youtube.com/watch?v=_9OHZ-L3sA8

    Acchiapp te!

    Reply

  44. anonimo Says:

    L’UNICO FASCISTA BUONO E’ QUELLO MORTO

    LE FOIBE VI ASPETTANO

    10,100,1000 TRIESTE

    Reply

  45. anonimo Says:

    sti comunisti e merd e chi va muort

    Reply

  46. anonimo Says:

    Due eventi accaduti durante le vacanze pasquali ci ricordano la drammatica attualità del programma di Forza Nuova.

    Un’omicidio ed un ferimento di una bambina di cinque anni a Crotone ci ricorda che la ndrangheta oltre ad uccidere elegge politici e controlla secondo un servizio pubblicato dall’ Espresso questa settimana, il 20% dei voti in alcune zone della Calabria ed il 10% in tutta la Calabria.

    Tutti i partiti convivono con questa stato di cose e molti dei loro rappresentanti anche in questa campagna elettorale cercheranno di essere eletti con i voti delle mafie.

    Forza Nuova vuole lo scioglimento dei consigli regionali ed il commissariamento militare di queste regioni, perchè la politica è infetta ed il corpo necessità di una cura drastica per sopravvivere.

    Una donna a Settimo Milanese viene investita ed uccisa da un Rom ubriaco. Era successo un fatto simile ad Appignano (AP) alucni mesi fa. Grande indignazione popolare, politici che promettevano interventi rigorosi, ma nessun partito in questa camopagna elettorale dice ciò che sostiene Forza Nuova : “sospendere il trattato di Schengen ( che consente ai Rom di entrare nel nostro Paese senza nessun controllo di documenti ed espellere immediatamente quelli che già si trovano in Italia”.

    Nessun governo riuscirà a risolvere i problemi del nostro popolo se non verranno adottate le politiche di Forza Nuova.

    Il nord soffrirà sempre di più per una scellerata politica ( anche del centrodestra) che ha portato alle prime rivolte etniche a Milano, all’ aggressione di tantissime donne ed anziani alla celebrazioni nel giorno di Pasqua di manifestazioni musulmane nel pieno centro di una città di storica identità italiana come Brescia. Il sud non si solleverà finchè il connubio fra classe politica e corruzione mafiosa continuerà indisturbato.

    Forza Nuova si pone come riferimento in questa campagna elettorale ed oltre per tutto il popolo che vuole Ordine e Giustizia.

    Roberto Fiore

    Reply

  47. anonimo Says:

    1. Abrogazione delle leggi abortiste

    FORZANUOVA si batte per l’abolizione immediata di tutte le leggi e le pratiche abortive, che in nome di un dichiarato edonismo e di una presunta socialità, negli ultimi decenni hanno insanguinato il mondo, minando il presente ed il futuro dei popoli. Un popolo che uccide i propri figli non ha futuro. Sancendo il principio che la vita inizia dal concepimento e che il fine ultimo dell’uomo trascende il fatto materiale, FORZANUOVA opera per la rigenerazione dei buoni costumi del popolo e considera determinante la creazione di strutture volte all’accoglienza del nascituro in un contesto sociale in cui i bambini siano “unici privilegiati nella nostra società”.

    2. Famiglia e crescita demografica al centro della politica di rinascita nazionale

    La famiglia come elemento primo e cardine della società va incoraggiata e privilegiata. FORZANUOVA, riconoscendo nella struttura tradizionale della famiglia un elemento essenziale per la ricostruzione nazionale, protegge e tutela l’indissolubilità del matrimonio, incentiva il lavoro della donna entro le mura domestiche, privilegia ed incoraggia le famiglie numerose. Una forte politica demografica, accompagnata da una nuova visione della società, in cui le stesse concezioni architettoniche ed urbanistiche si adattino alle famiglie numerose, è alla base della rinascita nazionale.Nel quadro di una politica tesa alla salvaguardia delle giovani generazioni, FORZANUOVA auspica inoltre un deciso impegno contro la diffusione di tutte le sostanze stupefacenti e la stessa cultura della droga sponsorizzata dai “poteri forti”.

    3. Blocco dell’immigrazione e avvio di un umano rimpatrio

    FORZANUOVA vede nell’attuale problema dell’immigrazione una dolorosa ferita nella armoniosa convivenza dei popoli. Infatti, oltre ad essere un elemento di turbamento dell’ordine pubblico e di perdita di patrimoni culturali, l’immigrazione è un salasso d’energie umane per gli stessi popoli immigranti. Pertanto, vista la gravità e l’urgenza del problema, FORZANUOVA si batte per un blocco dell’immigrazione e per l’avvio di un umano rimpatrio degli immigrati. In quest’ottica, vista la particolare pregnanza per il nostro paese del problema africano, FORZANUOVA esalta il ruolo fondamentale dei popoli europei nella ricostruzione del moribondo continente nero; ricostruzione che sortirebbe l’effetto di tutelare il diritto dei popoli africani a vivere dignitosamente nella propria terra.

    4. Messa al bando di massoneria e sette segrete

    F ORZANUOVA lotta per la piena indipendenza politica e militare della nostra nazione e per la conseguente estromissione dal nostro suolo di ogni forza d’ occupazione straniera e la revisione di quei trattati che mettono a repentaglio sicurezza e indipendenza della nazione. FORZANUOVA si batte per l’ immediata messa al bando di tutte le organizzazioni massoniche e quelle che perseguono metodi cospiratori o segreti. Questi corpi hanno già colpito e avvelenato il tessuto morale e politico del nostro popolo e pertanto vanno neutralizzati con fermezza. Vanno inoltre messi in condizione di non nuocere i gruppi la cui fedeltà a potenze o lobby anti italiane è chiara e conclamata. Le potenze straniere resesi responsabili tramite propri agenti o servizi segreti di omicidi o stragi nel nostro paese devono rispondere del loro operato.

    5. Sradicamento dell’usura e azzeramento del debito pubblico

    FORZANUOVA ritiene tra i suoi compiti urgenti la distruzione dell’ usura con la soppressione delle bande criminali dedite allo strozzinaggio e sopratutto attraverso l’attacco all’interesse applicato su prestiti non produttivi. La banca deve essere riconcepita come istituto di vero credito popolare orientato verso il bene comune e pertanto controllato dallo Stato. FORZANUOVA esige che venga cancellato il debito pubblico nei confronti del Fondo Monetario e di altri istituti, fonte di ingiuste imposte. Sia lo Stato, inoltre, a battere moneta negli interessi del popolo, sottraendo alla banca questo potere ingiustamente acquisito. Solo così i popoli della terra si libereranno dall’ ingiusto debito che sta portando miseria e fame in un mondo che grazie all’avanzamento tecnologico potrebbe vivere nell’ abbondanza e nel benessere economico.

    6. Ripristino del concordato Stato-Chiesa del 1929

    FORZANUOVA chiede il ritorno in vigore del Concordato del 1929 con cui lo Stato Italiano riconosce alla Chiesa Romana il ruolo di guida spirituale del popolo e pone i giusti confini fra opera della Stato ed opera della Chiesa. FORZANUOVA ritiene essenziale che la Fede, che ha accompagnato il nostro paese per duemila anni, venga custodita e trasmessa fedelmente alle future generazioni respingendo la cultura nichilista e laicista oggi imperante.

    7. Abrogazione delle leggi liberticide Mancino e Scelba

    FORZANUOVA sollecita l’ abolizione delle leggi liberticide conosciute come Scelba e Mancino, espressione normative di una cultura dominante che tirannicamente impediscono pensiero ed azione, volti alla difesa della nostra storia nonché del patrimonio religioso e culturale del nostro paese.

    8. Formazione di Corporazioni per la difesa dei lavoratori e delle comunità nazionale

    FORZANUOVA si batte infine, per la costruzione di nuove strutture di tipo autenticamente corporativo, che in luogo di un sindacato sempre più burocratico e sempre più appiattito sulle posizioni del potere, si profilino come elemento di riorganizzazione del lavoro e di valorizzazione della proprietà.Il rifiorire delle Corporazioni darà vigore all’ apprendistato , alla sicurezza ed alla pace sociale, restituendo al lavoro l’aspetto sacro di continuazione dell’ opera divina. Di paese in paese, le corporazioni costituiranno quella protezione per il lavoratore, perla sua famiglia e per la comunità intera, ridando vita ad una Italia ordinata e prospera, nuovamente consapevole della sua missione del mondo.

    Reply

  48. anonimo Says:

    un tunisino che stupra un rom che uccide nn ne possiamo più ora è arrivato il momento di dare una svolta al paese ci vuole gente cn le palle roberto fiore o daniela santachè sn dei validi elementi per la ricostruzione nazionale

    Reply

  49. anonimo Says:

    falsi moralisti e portatori di un ideale perchè non è stato stuprato o ucciso un vostro familiare…..fuori i rom!

    Reply

  50. anonimo Says:

    meglio morto che rosso

    Reply

  51. anonimo Says:

    La lista dei brigatisti che paghiamo con le nostre tasse

    Come promesso ecco la lista dei terroristi rossi che bivaccano a spese nostre per il nostro povero paese…sono ovunque…sono liberi e non hanno pagato per i crimini di cui si sono macchiati…… La lista è un censimento effettuato da Stefano Zurlo per “Il Giornale” pubblicata sullo stesso il 26 Novembre 2006 che naturalmente non è stata presa in considerazione da NESSUNO…

    Corrado «Federico» Alunni Fondatore Br, 58 anni, arrestato nel 1978 dopo esser passato nelle Formazioni comuniste combattenti. Nel 1980 tenta la fuga da San Vittore insieme a Vallanzasca, nel 2003 scrive un libro con altri autori («La rapina in banca, storia, teoria, pratica»), da anni è fuori di galera, lavora in una cooperativa informatica.

    Vittorio «Alvaro» Antonini Già responsabile della colonna romana Br, coinvolto nel sequestro Dozier, arrestato nel 1985, è in semilibertà dal 2000. Ogni giorno entra ed esce di prigione per lavorare all’esterno. Presiede l’associazione culturale Papillon-Rebibbia promotrice della protesta che nel 2004 si è allargata a tutte le carceri d’Italia. Ha avuto l’onore di essere convocato a Montecitorio dalla commissione-giustizia per discutere dei problemi delle galere. Smentì di esser stato perquisito in cella dopo l’omicidio D’Antona.

    Lauro Azzolini Membro esecutivo delle Br nel processo Moro, 62 anni, tre ergastoli, l’uomo che sparò a Montanelli, è libero. Da semilibero ha iniziato a lavorare in una coop che si occupa di non-profit, settore disabili, per la Compagnia delle Opere.

    Barbara Balzerani Svariati ergastoli, ai vertici delle prime Br-Pcc, autrice del libro «Compagna Luna» per Feltrinelli, ha lavorato con la coop Blow Up di Trastevere specializzata nell’informatica musicale. Arrestata nel 1985 ottiene i primi permessi agli inizi degli anni Novanta.

    Silvia Baraldini Condannata dalla giustizia americana a 43 anni di galera per associazione sovversiva, è uscita per motivi di salute ottenendo, il 27 dicembre 2002, una collaborazione con la giunta Veltroni. A caldeggiare il rinnovo del contratto di consulenza sul lavoro femminile, nel 2003, fu l’assessore Luigi Nieri di Rifondazione comunista. L’associazione delle vittime ha presentato denuncia in procura.

    Marco Barbone L’assassino del giornalista Walter Tobagi si è pentito ed è tornato libero. Lavora in una tipografia a Milano.

    Cecco Bellosi Ex componente della colonna Walter Alasia, in manette nel 1980, condannato a 12 anni, libero nel 1989. Presiede un centro di recupero di tossicodipendenti a Nesso che collabora con l’associazione Lila.

    Vittorio Bolognese Colonnello delle Br-Partito Guerriglia, è in semilibertà dal settembre 2000. Ha lavorato come operatore informatico alla coop romana Parsec dove ha trovato Pancelli, Piccinino e altri ex irriducibili.

    Franco Bonisoli Brigatista del commando di via Fani, ergastolano, 13 anni di carcere, dissociato, è libero. Ha fatto il grafico in una Coop di Sesto San Giovanni, lavora in una società di servizi ambientali.

    Paola Besuschio Il suo nome venne fatto dalle Br durante il sequestro Moro, era detenuta, ne volevano la liberazione in cambio del leader dc. Lavora in una cooperativa statistica.

    Anna Laura Braghetti Ex compagna di Prospero Gallinari, è coinvolta nell’omicidio del giudice Vittorio Bachelet, è la carceriera di Aldo Moro in via Montalcini, nota come «signora Altobelli»: condannata al carcere a vita. Ha scritto alcuni libri, dal 1994 lavora tutti i giorni all’organizzazione di volontariato vicina ai Ds, «Ora d’Aria» che si interessa alle problematiche dei detenuti. Nel 2002 ottiene la condizionale.

    Paolo Cassetta Esponente tra i più duri del partito armato, raffica di condanne alle spalle, è semilibero da un bel pezzo. Lavora stabilmente alla coop 32 dicembre, collegata al Centro Polivalente circoscrizionale intorno a cui gravitano vecchie conoscenze degli anni di piombo, come Bruno Seghetti e Cecilia Massara.

    Geraldina Colotti Militante delle Ucc, ex insegnante di filosofia, ferita in un conflitto a fuoco nel gennaio del 1987, ha lavorato alla coop romana 32 dicembre, oggi è impiegata al quotidiano Il Manifesto dove lavora anche l’ex bierre Francesco Piccioni, semilibertà dal 1999.

    Anna Cotone Ex bierre del feroce Partito Guerriglia, coinvolta nel sequestro dell’ex assessore dc Ciro Cirillo, arrestata nel 1982, in semilibertà da anni, lavora dal 2002 nella segreteria politica dell’europarlamentare di Rifondazione comunista, Luisa Morgantini.

    Renato Curcio Fondatore e ideologo delle Br, gira l’Italia facendo conferenze in scuole, università, consigli comunali, presenta i suoi libri ai festival dei partiti. In tv, sulla berlusconiana Canale 5, è arrivato a dire che le vittime degli anni 70 sono i suoi compagni di lotta morti sul campo. Da dieci anni è a capo della coop editoriale «Sensibili alle foglie» che si occupa di studi sulla lotta armata, carcere e droga, tema quest’ultimo cavalcato da don Gallo, il parroco antagonista di Genova, che ha presentato il libro edito da Curcio insieme a Dario Fo. Condannato a 30 anni, ne ha scontati 24, è semilibero dal 1993.

    Alessandra De Luca Anche lei brigatista nel processo Moro, è in semilibertà da tempo. È stata candidata col partito di Bertinotti alle regionali del Lazio, ma non ce l’ha fatta (n.d.r. PER FORTUNA!).

    Roberto Del Bello Ex brigatista della colonna veneta, condannato a 4 anni e 7 mesi per banda armata, oggi lavora al Viminale come segretario particolare di Francesco Bonato, sottosegretario agli Interni per Rifondazione comunista.

    Sergio D’Elia Dirigente di Prima linea, sconta 12 anni di carcere. Liberato e ottenuta la riabilitazione, entra nel partito radicale. Nel 2006 viene eletto alla Camera nella lista della Rosa nel Pugno e diventa segretario d’aula di Montecitorio. Fra polemiche e proteste.

    Adriana Faranda Fa parte della direzione strategica delle Br, aderisce presto alla «dissociazione» guadagnando la libertà. Viene rilasciata nel 1990 e affidata all’opera di don Calabria dove lavora al computer. Scrive libri, ha fatto la fotografa. Finisce al Costanzo Show, e sono polemiche infinite.

    Diego Fornasieri Insieme ad altri ex detenuti è attivo nel non-profit attraverso la cooperativa sociale di prodotti biologici «Arete». Guerrigliero di Prima linea, incassa una condanna a 30 anni nel 1983. Libero.

    Alberto Franceschini. Fondatore con Curcio delle Brigate rosse, nel 1983 si dissocia. Oggi lavora a Roma con la Braghetti all’associazione per detenuti «Ora d’Aria». Condannato a più di 50 anni di galera, esce dal penitenziario nel 1992 dopo 17 anni di reclusione. Scrive libri, partecipa a conferenze.

    Prospero Gallinari Membro del commando che sparò alla scorta di Moro in via Fani, responsabile della «prigione del popolo», è libero da tantissimi anni per problemi di cuore.

    Claudia Gioia Primula rossa delle Unità Comuniste Combattenti subisce una sentenza a 28 anni di prigione per il delitto del generale Giorgieri e per il ferimento dell’economista Da Empoli. È in libertà condizionale dal gennaio 2005. Nel 1991 finisce intercettata mentre parla, in cella, col br Melorio di un tentativo di ricostituzione delle Ucc.

    Eugenio Pio Ghignoni Brigatista coinvolto e condannato nel processo Moro, è il responsabile della Direzione Affari Generali dell’Università Roma Tre, cura la sicurezza…

    Maurizio Jannelli Già capocolonna romano delle Br, ergastolo per vari crimini (tra cui la strage di via Fani) ha lavorato alla Rai come autore a partire dal 1999. Per il Tg3 ha seguito «Il mestiere di vivere», «Diario Italiano», «Residence Bastogi», fa parte dello staff della trasmissione sportiva «Sfide». Ha scritto «Princesa», libro su un transessuale suicida. Dal 2003 è in condizionale.

    Natalia Ligas Nome di battaglia «Angela», la dura delle Br-Partito Guerriglia che partecipò al massacro di piazza Nicosia a Roma, ergastolana, permessi premio a partire dal 1998, dal 2000 è semi-libera nonostante non si sia mai dissociata.

    Maurizio Locusta Partecipa al delitto Giorgieri (24 anni di pena), viene estradato dalla Francia nel marzo 1988, dopo qualche anno esce ed è assunto alla fondazione Lelio Basso-Issoco come «assistente di sala consultazione».

    Francesco Maietta Ex militante delle Ucc, condanne pesantissime, lavora part time in un ente importante dal 1990. Si è sposato nel 1998 a Ostia con una ragazza della Caritas. Tra gli invitati, il presidente emerito Francesco Cossiga.

    Corrado Marcetti Ex di Prima linea, oggi è direttore della Fondazione Michelucci a Fiesole.

    Nadia Mantovani Dissociata, condannata a 20 anni per appartenenza alle Br, ottiene la condizionale a gennaio ’93 quando sconta due terzi della pena. Ex fidanzata di Renato Curcio, è tra le fondatrici dell’associazione per il reinserimento dei detenuti «Verso Casa». Il 23 agosto 2004 la sua performance sugli anni di piombo al meeting di Rimini ha riscosso molto successo tra il pubblico di Cl.

    Mario Moretti Il numero uno delle Br, leader della direzione strategica, partecipa al sequestro Moro, dopo 17 anni di carcere, 9 di clandestinità e 6 ergastoli, nel 1994 ottiene il permesso di andare alla Scala. Una volta fuori, in lavoro esterno, si occupa di volontariato. Esperto di informatica partecipa alla fondazione della Cooperativa Spes composta da ex irriducibili dissociati. La coop ottiene vari contributi, anche dalla Regione Lombardia, insieme all’associazione «Geometrie variabili» cerca «forme di lavoro non alienanti per i detenuti». Scrive libri.

    Valerio Morucci L’ex postino delle Br durante i 55 giorni del caso Moro, scontati 17 anni di prigione, dissociato, è libero. Autore di libri…

    Reply

  52. anonimo Says:

    è facile a parlare delle strade rotte ,a fare la lotta alle xsone false ed imbecilli cm tonino, a criticare una sagra sl xchè voi nn ne fate parte cercate di cambiare e smettetela di raccontare favolette i servizi sull’ ambiente a san giuseppe vesuviano cm se la colpa fosse solo del primo cittadino sbagliato la colpa è di tutti anche voi fate parte di tutta questa monnezza e voi che siete veri comunisti e falsi moralisti cercate di essre piu onesti cn voi stessi l’ Italia ha le palle piene gente cm voi è inutili ribadisco inutile

    Reply

  53. anonimo Says:

    un rom che uccide 4 ragazzi agli arresti domiciliari una cosa vergognosa che giustizia di merda ritornare alle vecchie maniere pena di morte x chi uccide

    Reply

  54. anonimo Says:

    il 27 marzo marzo di 30anni fà aldo moro fù rapito dalle brigate rosse vergogna sporchi comunisti

    Reply

  55. anonimo Says:

    che legge è quella italiana

    Reply

  56. anonimo Says:

    Se mala cupidigia altro vi grida, uomini siate, e non pecore matte, sì che ’l Giudeo di voi tra voi non rida

    S.A

    FORZA NUOVA

    Reply

  57. anonimo Says:

    (vv. 79-81). Paradiso

    Dante Alighieri

    S.A.

    FORZA NUOVA

    Reply

  58. anonimo Says:

    Fino alla vigilia del votificio non entreremo più nel merito perché abbiamo rispetto di noi stessi e non intendiamo perdere altro tempo dietro alla battute più o meno spiritose o più o meno vergognose di questo o quel pagliaccio del circo dei “ludi cartacei”; altri ben più gravi problemi incombono sulle teste di noi Italiani, di noi Europei; e di questi tratteremo.

    S.A.

    FORZA NUOVA

    Reply

  59. anonimo Says:

    Le guerre sono vinte da coloro che hanno saputo attrarre dall’alto, dai cieli, le forze misteriose del mondo invisibile e assicurarsi il concorso di queste forze (…) In ultima analisi, le vittorie dipendono non dalla preparazione materiale, dalle forze materiali dei combattenti, ma dalla loro capacità di assicurarsi il concorso delle potenze spirituali (…) Il nostro patrono è San Michele Arcangelo… Egli non ci abbandonerà mai!

    S.A.

    FORZA NUOVA

    Reply

  60. anonimo Says:

    Nationale Politik ist Umweltpolitik. Ohne eine ökologisch verantwortliche Politik ist jedes Volk in seiner Substanz gefährdet! Dem Naturschutz müssen wirtschaftliche Interessen untergeordnet werden. Der Mensch ist Teil der Natur. Deshalb ist Natur nicht einfach nur „Umwelt“ des Menschen, sondern Mitwelt. Der Materialismus der letzten Jahrhunderte hat die Zerstörung der natürlichen Lebensgrundlagen in unverantwortlicher Weise vorangetrieben.

    S.A.

    FORZA NUOVA

    Reply

  61. anonimo Says:

    Una raccolta parziale degli ecclesiasti uccisi brutalmente da partigiani assassini che non sono mai stati giudicati ne condannati per le loro barbarie

    Don Giuseppe Amateis. Parroco di Coassolo (Torino), ucciso a colpi di ascia dai partigiani comunisti il 15 marzo 1944, perché aveva deplorato gli eccessi dei guerriglieri rossi.

    Don Gennaro Amato. Parroco di Locri (Reggio Calabria), ucciso nell’ottobre 1943 dai capi della repubblica comunista di Caulonia.

    Don Ernesto Bandelli. Parroco di Bria, ucciso dai partigiani slavi a Bria, il 30 aprile 1945.

    Don Vittorio Barel. Economo del seminario di Vittorio Veneto, ucciso il 26 ottobre 1944 dai partigiani comunisti.

    Don Stanislao Barthus. Della Congregazione di Cristo Re (Imperia), ucciso il 17 agosto 1944 dai partigiani perchè in una predica aveva deplorato le “violenze indisciminate dei partigiani”.

    Don Duilio Bastreghi. Parroco di Cigliano e Capannone Pienza, ucciso la notte del 3 luglio 1944 dai partigiani comunisti che lo avevano chiamato con un pretesto.

    Don Carlo Beghè. Parroco di Novegigola (Apuania), sottoposto il 2 marzo 1945 a finta fucilazione che gli produsse una ferita mortale.

    Don Francesco Bonifacio. Curato di Villa Gardossi (Trieste), catturato dai miliziani comunisti iugoslavi l’11 settembre 1946 e gettato in una foiba.

    Don Luigi Bordet. Parroco di Hône (Aosta), ucciso il 5 marzo 1946 perché aveva messo in guardia i suoi parrocchiani dalle insidie comuniste.

    Don Sperindio Bolognesi. Parroco di Nismozza (Reggio Emilia), ucciso dai partigiani comunisti il 25 ottobre 1944.

    Don Corrado Bortolini. Parroco di Santa Maria in Duno (Bologna), prelevato dai partigiani il 1° marzo 1945 e fatto sparire.

    Don Raffaele Bortolini. Canonico della Pieve di Cento, ucciso dai partigiani la sera del 20 giugno 1945.

    Don Luigi Bovo. Parroco di Bertipaglia (Padova), ucciso il 25 settembre 1944 da un partigiano comunista poi giustiziato.

    Don Miroslavo Bulleschi. Parroco di Monpaderno (diocesi di Parenzo e Pola), ucciso il 23 agosto 1947 dai comunisti iugoslavi.

    Don Tullio Calcagno. Direttore di Crociata Italica, fucilato dai partigiani comunisti a Milano il 29 aprile 1945.

    Don Sebastiano Caviglia. Cappellano della G.N.R., ucciso il 27 aprile 1945 ad Asti.

    Padre Crisostomo Ceragiolo o.f.m.. Cappellano militare decorato al valor militare, prelevato il 19 maggio 1944 da partigiani comunisti nel convento di Montefollonico e trovato cadavere in una buca con le mani legate dietro la schiena.

    Don Aldemiro Corsi. Parroco di Grassano (Reggio Emilia), assassinato nella sua canonica, con la domestica Zeffirina Corbelli, da partigiani comunisti, la notte del 21 settembre 1944.

    Don Ferruccio Crecchi. Parroco di Levigliani (Lucca), fucilato all’arrivo delle truppe di colore nella zona su false accuse dei comunisti del luogo.

    Don Antonio Curcio. Cappellano dell’11° Btg. Bersaglieri, ucciso il 7 agosto 1941 a Dugaresa da comunisti croati.

    Padre Sigismondo Damiani o.f.m.. Ex-cappellano militare, ucciso dai comunisti slavi a San Genesio di Macerata l’11 marzo 1944.

    Don Teobaldo Dapporto. Arciprete di Castel Ferrarese (diocesi di Imola), ucciso da un comunista nel settembre 1945.

    Don Edmondo De Amicis. Cappellano pluridecorato della prima guerra mondiale, venne colpito a morte dai “gappisti”, a Torino, sulla soglia della sua abitazione, nel tardo pomeriggio del 24 aprile 1945, e spirò dopo 48 ore di atroce agonia.

    Don Aurelio Diaz. Cappellano della Sezione Sanità della divisione “Ferrara”, fucilato nelle carceri di Belgrado nel gennaio del ’45 da partigiani “titini”.

    Don Adolfo Dolfi. Canonico della Cattedrale di Volterra, sottoposto il 28 maggio 1945 a torture che lo portarono alla morte l’8 ottobre successivo.

    Don Enrico Donati. Arciprete di Lorenzatico (Bologna), massacrato il 23 maggio 1945 sulla strada di Zenerigolo.

    Don Giuseppe Donini. Parroco di Castagneto (Modena). Trovato ucciso sulla soglia della sua casa la mattina del 20 aprile 1945. La colpa dell’uccisione fu attribuita in un primo momento ai tedeschi, ma alcune circostanze, emerse in seguito, stabilirono che gli autori del sacrilego delitto furono i partigiani comunisti.

    Don Giuseppe Dorfmann. Fucilato nel bosco di Posina (Vicenza) il 27 aprile 1945.

    Don Vincenzo D’Ovidio. Parroco di Poggio Umbricchio (Teramo), ucciso nel maggio ’44 sotto accusa di filo-fascismo.

    Don Giovanni Errani. Cappellano militare della G.N.R., decorato al valor militare, condannato a morte dal Comitato di Liberazione Nazionale di Forlì, risparmiato dagli alleati e deceduto in seguito a causa delle sofferenze subite.

    Don Colombo Fasce. Parroco di Cesino (Genova), ucciso nel maggio del ’45 dai partigiani comunisti.

    Padre Giovanni Fausti s.j.. Superiore generale dei Gesuiti in Albania, fucilato il 5 marzo 1946 perché italiano. Con lui furono trucidati altri sacerdoti dei quali non si è mai potuto conoscere il nome.

    Padre Fernando Ferrarotti o.f.m.. Cappellano militare reduce dalla Russia, ucciso nel giugno 1944 a Champorcher (Aosta) dai partigiani comunisti.

    Don Gregorio Ferretti. Parroco di Castelvecchio (Teramo), ucciso dai partigiani slavi ed italiani nel maggio 1944.

    Don Giovanni Ferruzzi. Arciprete di Campanile (Imola), ucciso dai partigani il 3 aprile 1945.

    Don Achille Filippi. Parroco di Maiola (Bologna), ucciso la sera del 25 luglio 1945 perché accusato di filofascismo.

    Don Sante Fontana. Parroco di Comano (Pontremoli), ucciso dai partigiani il 16 gennaio 1945.

    Don Giuseppe Gabana. Della diocesi di Brescia, cappellano della VI Legione della Guardia di Finanza, ucciso il 3 marzo 1944 da un partigiano comunista.

    Don Giuseppe Galassi. Arciprete di San Lorenzo in Selva (Imola), ucciso il 1 maggio 1945 perché sospettato di filofascismo.

    Don Tiso Galletti. Parroco di Spazzate Sassatelli (Imola), ucciso il 9 maggio 1945 perché aveva criticato il comunismo.

    Don Domenico Gianni. Cappellano militare in Jugoslavia, prelevato la sera del 21 aprile 1945 e ucciso dopo tre giorni.

    Don Giovanni Guicciardi. Parroco di Mocogno (Modena), ucciso il 10 giugno 1945 nella sua canonica dopo sevizie atroci da chi, col pretesto della “lotta di liberazione”, aveva compiuto nella zona una lunga serie di rapine e delitti, con totale disprezzo di ogni legge umana e divina.

    Don Virginio Icardi. Parroco di Squaneto (Aqui), ucciso il 4 luglio 1944, a Preto, da partigiani comunisti.

    Don Luigi Ilarducci. Parroco di Garfagnolo (Reggio Emilia), ucciso il 19 agosto 1944 da partigiani comunisti.

    Don Giuseppe Jemmi. Cappellano di Felina (Reggio Emilia), ucciso il 19 aprile 1945 perché aveva deplorato gli “eccessi inumani” del movimento partigiano.

    Don Serafino Lavezzari. Seminarista di Robbio (Piacenza), ucciso il 25 febbraio 1945 dai partigiani, insieme alla mamma e a due fratelli.

    Don Luigi Lenzini. Parroco di Crocette di Pavullo (Modena), trucidato il 20 luglio 1945. Nobile, autentica figura di Martire della fede. Prelevato nottetempo da un’orda di criminali, strappato dalla sua chiesa, torturato, seviziato, fu ucciso dopo lunghissime ore di indescrivibile agonia, quale raramente si trova nella storia di tutte le persecuzioni. Il processo, celebrato in un¹atmosfera di terrore e di omertà, non seppe assicurare alla giustizia umana i colpevoli, mandanti ed esecutori dell’orribile delitto.

    Don Giuseppe Lorenzelli. Priore di Corvarola di Bagnone (Pontremoli), ucciso dai partigiani il 27 febbraio 1945, dopo essere stato obbligato a scavarsi la fossa.

    Don Luigi Manfredi. Parroco di Budrio (Reggio Emilia), ucciso il 14 dicembre 1944 perché aveva deplorato gli “eccessi partigiani”.

    Don Dante Mattioli. Parroco di Coruzzo (Reggio Emilia), prelevato dai partigiani rossi la notte dell’11 aprile 1945.

    Don Fernando Merli. Mensionario della Cattedrale di Foligno, ucciso il 21 febbraio 1944, presso Assisi, da jugoslavi istigati dai comunisti italiani.

    Don Angelo Merlini. Parroco di Fiamenga (Foligno), ucciso il medesimo giorno dagli stessi, presso Foligno.

    Don Armando Messuri. Cappellano delle Suore della Sacra Famiglia in Marino, ferito a morte dai partigiani comunisti e deceduto il 18 giugno 1944.

    Don Giacomo Moro. Cappellano militare in Jugoslavia, fucilato dai comunisti “titini” a Micca di Montenegro.

    Don Adolfo Nannini. Parroco di Cercina (Firenze), ucciso il 30 maggio 1944 da partigiani comunisti.

    Padre Simone Nardin o.s.b.. Dei benedettini olivetani, tenente capellano dell’ospedale militare “Belvedere” in Abbazia di Fiume, prelevato dai partigiani jugoslavi nell’aprile 1945 e fatto morire tra sevizie orrende.

    Don Luigi Obid. Economo di Podsabotino e San Mauro (Gorizia), prelevato da partigiani e ucciso a San Mauro il 15 gennaio 1945.

    Don Antonio Padoan. Parroco di Castel Vittorio (Imperia), ucciso da partigiani l’8 maggio 1944 con un colpo di pistola in bocca ed uno al cuore.

    Don Attilio Pavese. Parroco di Alpe Gorreto (Tortona), ucciso il 6 dicembre 1944 da partigiani dei quali era cappellano, perché confortava alcuni prigionieri tedeschi condannati a morte.

    Don Francesco Pellizzari. Parroco di Tagliolo (Aqui), chiamato nella notte del 10 maggio 1945 e fatto sparire per sempre.

    Don Pombeo Perai. Parroco dei SS. Pietro e Paolo di città della Pieve, ucciso per rappresaglia partigiana il 16 giugno 1944.

    Don Enrico Percivalle. Parroco di Varriana (Tortona), prelevato da partigiani e ucciso a colpi di pugnale il 14 febbraio 1944.

    Don Vittorio Perkan. Parroco di Elsane (Fiume), ucciso il 9 maggio 1945 da partigiani mentre celebrava un funerale.

    Don Aladino Petri. Parroco di Pievano di Caprona (Pisa), ucciso il 2 giugno 1944 perché ritenuto filo-fascista.

    Don Nazzareno Pettinelli….

    Reply

  62. anonimo Says:

    Don Nazzareno Pettinelli. Parroco di Santa Lucia di Ostra di Snigallia, fucilato per rappresaglia partigiana l’1 luglio 1944.

    Don Umberto Pessina. Parroco di San Martino di Correggio, ucciso il 18 giugno 1946 da partigiani comunisti.

    Seminarista Giuseppe Pierani. Studente di teologia della diocesi di Apuania, ucciso il 2 novembre 1944, sulla Linea Gotica, da partigiani comunisti.

    Don Ladisalo Pisacane. Vicario di Circhina (Gorizia), ucciso da partigiani slavi il 5 febbraio 1945 con altre dodici persone.

    Don Antonio Pisk. Curato di Canale d’Isonzo (Gorizia), prelevato da partigiani slavi il 28 ottobre 1944 e fatto sparire per sempre.

    Don Nicola Polidori. Della diocesi di Nocera e Gualdo, fucilato il 9 giugno 1944 a Sefro da partigiani comunisti.

    Don Giuseppe Preci. Parroco di Montalto (Modena), chiamato di notte col solito tranello, fu ucciso sul sagrato della chiesa il 24 maggio 1945.

    Don Giuseppe Rasori. Parroco di San Martino in Casola (Bologna), ucciso la notte sul 2 luglio 1945 nella sua canonica, con l’accusa di filo-fascismo.

    Don Alfonso Reggiani. Parroco di Amola di Piano (Bologna), ucciso da marxisti la sera del 5 dicembre 1945.

    Seminarista Rolando Rivi. Di Piane di Monchio (Reggio Emilia), di 16 anni, ucciso il 10 aprile 1945 da partigiani comunisti, solo perché indossava la veste talare.

    Don Giuseppe Rocco. Parroco di Santa Maria, diocesi di San Sepolcro, ucciso da slavi il 4 maggio 1945.

    Padre Angelico Romiti o.f.m.. Cappellano degli allievi ufficiali della Scuola di Fontanellato, decorato al valor militare, ucciso la sera del 7 maggio 1945 da partigiani comunisti.

    Don Leandro Sangiorgi. Salesiano, cappellano militare decorato al valor militare, fucilato a Sordevolo Biellese il 30 aprile 1945.

    Don Alessandro Sanguanini. Della Congregazione della Missione, fucilato a Ranziano (Gorizia) il 12 ottobre 1944 da partigiani slavi per i suoi sentimenti di italianità.

    Don Lodovico Sluga. Vicario di Circhina (Gorizia), ucciso insieme al confratello.

    Don Luigi Solaro. Di Torino, ucciso il 4 aprile 1945 perché congiunto del federale di Torino Giuseppe Solaro anch’egli trucidato.

    Don Emilio Spinelli. Parroco di Campogialli (Arezzo), fucilato il 6 maggio 1944 dai partigiani sotto accusa di filo-fascismo.

    Padre Eugenio Squizzato o.f.m.. Cappellano partigiano ucciso dai suoi il 16 aprile 1944 fra Corio e Lanzo Torinese perché impressionato dalle crudeltà che essi commettevano, voleva abbandonare la formazione.

    Don Ernesto Talè. Parroco di Castelluccio Formiche (Modena), ucciso insieme alla sorella l’11 dicembre 1944.

    Don Giuseppe Tarozzi. Parroco di Riolo (Bologna), prelevato la notte sul 26 maggio 1945 e fatto sparire. Il suo corpo fu bruciato in un forno di pane, in una casa colonica.

    Don Angelo Taticchi. Parroco di Villa di Rovigno (Pola), ucciso dai partigiani jugoslavi nell’ottobre 1943 perchè aiutava gli italiani.

    Don Carlo Terenziani. Prevosto di Ventoso (Reggio Emilia), fucilato la sera del 29 aprile 1945 perché ex-cappellano della milizia.

    Don Alberto Terilli. Arciprete di Esperia (Frosinone), morto in seguito a sevizie inflittegli dai marocchini, eccitati da partigiani, nel maggio 1944.

    Don Andrea Testa. Parroco di Diano Borello (Savona), ucciso il 16 luglio 1944 da una banda partigiana perché osteggiava il comunismo.

    Mons. Eugenio Corradino Torricella. Della diocesi di Bergamo, ucciso il 7 gennaio ’44 ad Agen (Francia) da partigiani comunisti per i suoi sentimenti d’italianità.

    Don Redolfo Trcek. Diacono della diocesi di Gorizia, ucciso il 1 settembre 1944 a Montenero d’Idria da partigiani comunisti.

    Don Francesco Venturelli. Parroco di Fossoli (Modena), ucciso il 15 gennaio 1946 perché inviso ai partigiani.

    Don Gildo Vian. Parroco di Bastia (Perugia), ucciso dai partigiani comunisti il 14 luglio 1944.

    Don Giuseppe Violi. Parroco di Santa Lucia di Medesano (Parma), ucciso il 30 novembre 1945 da partigiani comunisti.

    Don Antonio Zoli. Parroco di Morra del Villar (Cuneo), ucciso dai partigiani comunisti perché, durante la predica del Corpus Domini del 1944, aveva deplorato l’odio tra fratelli come una maledizione di Dio.

    E ora caro Napolitano..getta la maschera!!! Dillo che eri e sei uno di loro!!!

    S.A.

    FORZA NUOVA

    Reply

Leave a Reply