Un anno di Catapano. Cos’è cambiato davvero?

Scuole_web_unannodiballeE’ passato un anno dall’insediamento dell’Amministrazione Catapano. Dopo l’approvazione del bilancio a fine novembre, è tempo di verificare i risultati.

In questi giorni le strade di San Giuseppe sono state inondate da fantasiosi manifesti in cui si racconta un paese che non esiste. La cosa non ci sorprende. Fin dall’insediamento abbiamo riconosciuto al sindaco una impareggiabile capacità nel raccontare balle. Competenza che ogni giorno diventa sempre più evidente, affinata in questi dodici mesi di occupazione della poltrona. Lupus mutat pilum non mentem, direbbe il nostro sindaco latinista. E il vecchio vizio del raccontare balle è davvero duro a morire. Quella realizzata da Catapano è un’operazione di facciata che, però, nasconde un edificio fatiscente, prossimo al collasso. Così era stato lasciato il nostro paese da chi ci aveva governato. Così lo troviamo oggi. Catapano è il passato con un vestito nuovo. E’ lo stesso metodo di gestione personalistica della cosa pubblica, infarcito di promesse e proclami, oramai lunghi un anno: un anno di balle.

“Un anno di balle” è la nostra campagna per i dodici mesi di amministrazione. Mesi in cui le promesse di trasformazione e miglioramento fatte da Catapano sono state tutte tradite. Basta non fermarsi alle apparenze, alla piazza addobbata a festa per il Natale, per rendersene conto.

Assunzioni senza concorso.
Catapano ha assunto conoscenti soltanto per opportunità politica. Ha messo a contratto, pagati dai cittadini, candidati non eletti delle sue liste. Salvo poi ricredersi, come nel caso della prima risorsa assunta a dicembre 2012, appena sette giorni dopo le elezioni. Risorsa che, qualche mese fa, ha visto ridursi lo stipendio, data la scarsità dei risultati raggiunti (ha perso due bandi su due: un’ottima media). Eppure il nostro sindaco latinista ci aveva assicurato di aver preso i migliori. In corso c’è la prossima assunzione senza selezione pubblica, quella dell’addetto stampa. Noi avremmo reso più efficienti i lavoratori alle dipendenze del Comune, attraverso la formazione. E, se proprio necessario, avremmo selezionato pubblicamente, per merito e in modo trasparente, i migliori giovani disponibili sul territorio. Loro assumono gli amici degli amici. Cos’è cambiato davvero?

Scuole vecchie e insicure.
L’Amministrazione ha perso di recente un finanziamento prezioso per mettere in sicurezza le nostre scuole, soprattutto perché impreparata rispetto alle scadenze imposte dal bando. Senza una reale programmazione degli interventi, la condizione della nostra edilizia scolastica non potrà che peggiorare. Una situazione già molto delicata, perché alcune strutture dove studiano i nostri ragazzi sono ai limiti dell’agibilità. I piccoli interventi fatti dal Comune in un anno possono riassumersi in qualche misera ritinteggiatura. Invece avremmo bisogno di un piano straordinario per la riqualificazione, che sia in grado di reperire le risorse necessarie. Noi avremmo dato priorità assoluta alle scuole ed agli asili. Loro hanno speso più soldi in feste natalizie che in manutenzione degli edifici dove crescono i nostri figli. Cos’è cambiato davvero?

Aliquote Imu e Irpef ai massimi.
I manifesti di cui sono imbrattate le strade dicono che il Comune non avrebbe aumentato l’Imu. Facile, perché il nostro Ente ha già l’aliquota Imu ai massimi consentiti per legge. Quindi, pur volendo, pur con il massimo del latinismo consentito, Catapano non avrebbe potuto aumentare ulteriormente le imposte. Lo stesso dicasi per l’addizionale Irpef. La legge prevede un tetto massimo dello 0,80%. Secondo voi, a quanto è stata fissata l’addizionale quest’anno? Noi avremmo avviato una politica di riduzione delle imposte locali, attraverso una forte azione di recupero dell’evasione. Ma soprattutto, avremmo speso meno e meglio, evitando sprechi inutili. Cos’è cambiato davvero?

Meno aiuti per chi ha bisogno.
Mentre la morsa della crisi stringe sui cittadini, l’Amministrazione dimentica chi è rimasto indietro. Nel corso dell’approvazione dell’ultimo bilancio, abbiamo provato a migliorare il documento proponendo maggiori risorse per assistenza ad anziani, disabili, minori. La Maggioranza ha rigettato tutte le nostre proposte, dimezzando, ad esempio, i fondi per l’assistenza ai disabili (dai già miseri 55mila a 30mila). Il sindaco preferisce “indirizzare” gli interventi, pensando più al tornaconto politico che al bene comune. Centomila euro per le feste pesano molto di più in termini di consenso rispetto alla dignità dei nostri concittadini disabili e delle loro famiglie. E’ un’idea di paese che non ci appartiene, quella in cui gli ultimi sono lasciati ultimi. Noi avremmo certamente festeggiato il Natale, sprecando meno, puntando su momenti di aggregazione pieni di significato, magari incentrati sui principi della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. I soldi risparmiati li avremmo destinati a servizi per la parte più debole del nostro tessuto sociale. Catapano, invece, panem et circenses. Cos’è cambiato davvero?

Sono soltanto alcuni esempi della continuità fra le gestioni Catapano ed Ambrosio. Entrambe accomunate dal tradimento delle speranze riposte in loro dai sangiuseppesi. Potremmo elencare decine di balle raccontate in quest’anno. Basta pensare all’isola ecologica pronta entro dicembre, alla casa dell’acqua già finanziata, per non parlare dei numeri dati rispetto alla questione rifiuti, con percentuali di differenziata che hanno oscillazioni a due cifre nel giro di un mese. Quello che resta è la solita politica vuota a cui siamo purtroppo abituati da decenni di malagestione. E un anno di balle. L’ennesimo.

Pensate alla vostra quotidianità, al vostro quartiere, alle strade che percorrete, alle scuole frequentate dai vostri figli, alle difficoltà dei ragazzi nel trovare un impiego, superati, come spesso avviene, dai soliti raccomandati meno capaci ma con amicizie più influenti. Pensate a quanto fa il vostro Comune per un familiare anziano o disabile. E poi fatevi una domanda: cos’è cambiato davvero?

Nelson Mandela diceva che non esistono strade facili per conquistare la libertà. Ma liberare San Giuseppe da una politica autoreferenziale e lontana dai bisogni reali dei cittadini è una sfida che abbiamo deciso di assumere insieme alla parte sana del nostro paese. Questo primo anno di opposizione lo dedichiamo a lui ed a tutti i cittadini che non si sono arresi. Tutto cambia.

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