Una montagna di balle. Il talento di Catapano e i miracoli dell’Ufficio Ambiente.

giugno 7, 2013

News, San Giuseppe Vesuviano

immagine-1601Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola”.

Incipit: tenete a mente la citazione, tornerà alla fine di questo breve scritto sulle balle.

Il talento del mio amico.
Si dice che ognuno nella vita nasca con un talento. Il talento è quella cosa che, se individuata, coltivata, migliorata, rende chi ne dispone soggetto eccezionale. Dopo sei mesi di amministrazione Catapano crediamo di aver individuato il talento del nostro sindaco: un’innata capacità nel raccontare balle! Balle costruite ad arte, dopate con citazioni più o meno dotte, brocardi latini, battute che quasi mai strappano il sorriso: balle enormi. Catapano in questo è davvero un grande. Ricordate il compagno di banco un po’ sbruffone, quello che tu avevi la figurina di Maradona, lui ne aveva due; quello che tu eri stato a Roma, lui a Roma ci andava tutte le settimane; tu avevi finalmente conquistato quella del terzo banco che tanto ti piace, lui l’aveva già sedotta e abbandonata? Il classico tipo bullo, quello magari “bravino, ma non si applica”? Ecco: quello è Catapano.

Questa vince, questa perde: le tre carte di Catapano e dell’Ufficio Ambiente.
Da sei mesi sembrano esistere due realtà: quella del sindaco, fatta di annunci in pompa magna, progetti non solo partiti, ma già realizzati. E l’altra, quella del paese, dove non solo le balle di Catapano non hanno messo in sicurezza alcuna struttura scolastica, risolto i problemi della rete stradale, avviato i cantieri per nuove opere da destinare alla cittadinanza, ma hanno aggravato i costi del comune con assunzioni ed incarichi ad amici, amici degli amici, ex avversari politici pronti a salire sul carro del vincitore. E poi annunci, conferenze stampa, manifesti e titoli di giornale. In questi giorni, ad esempio, l’Amministrazione sta diffondendo il dato secondo cui avremmo raggiunto il 61% di raccolta differenziata. Balla numero uno: il dato 2013, aggiornato al 31 maggio, è pubblico, si trova su www.mysir.it ed indica una percentuale intorno al 50%, con un tasso di raccolta che solo a maggio si avvicina al 60%, fermandosi al 58,7%. Ma la cosa interessante è vedere il dato di Novembre 2012: 41%. Ora, tutti ricorderete cosa dicevano Catapano & Co. rispetto a quelle performance: le definivano, in sostanza, balle. E tali erano, non ci sono dubbi. I cumuli di sacchetti dicevano chiaramente che i dati di raccolta erano ciò che avrebbero dovuto quantificare: spazzatura. Adesso, invece, quegli stessi dati si tramutano in verità assoluta, con il beneplacito dell’Ufficio Ambiente e dei suoi tecnici unti dal Signore. Eppure i dati sono “costruiti” allo stesso modo: le aziende che raccolgono i rifiuti, in particolare il Consorzio GEMA, producono schede giornaliere con cui quantificano i rifiuti raccolti. La GEMA è la stessa società che, ad oggi, non rispetta pienamente il capitolato d’appalto, in più punti. Ad esempio, quando effettua trasbordo di rifiuti dai mezzi impiegati per la raccolta porta a porta agli autocompattatori diretti in discarica. Operazioni fatte spesso per strada, nel parcheggio del Campo sportivo o in Piazza Mercato. Trasbordo effettuato, come documentato e denunciato da molti cittadini, in palese contrasto con le normative in materia di sicurezza ambientale e degli operatori. E sembrerebbe che l’incendio che ha ridotto in rottame un auto-compattatore qualche settimana fa, proprio nel parcheggio del Campo sportivo, si sia propagato mentre erano in corso queste operazioni di trasbordo. Insomma, chi si fida della GEMA? Di certo il Sindaco e l’Ufficio Ambiente, che in soli sei mesi hanno completamente cambiato idea rispetto al Consorzio affidatario del servizio rifiuti (prima ne dicevano peste e corna). Eppure, senza voler andare così a fondo, basterebbe guardare le nostre strade per capire quanto il sistema di raccolta differenziata sia lontano dall’essere pienamente funzionante, come pure i manifesti spot dell’Amministrazione vorrebbero farci credere. Fate un giro per il paese, allontanandovi appena dalla Piazza centrale. La situazione è spesso quella di Novembre 2012 o Novembre 2011: cumuli di spazzatura, che nelle zone periferiche e poco abitate diventano mini discariche abusive. Sarebbe questo il paese col 60% di differenziata? Balle. Una montagna di balle!

Perché differenziamo?
Ammettiamo pure che i dati siano veri, perché i cittadini dovrebbero differenziare molto e bene i propri rifiuti? A cosa servirebbe differenziare se poi i cittadini non ne traggono beneficio? Siamo certi che l’obiettivo non sia esclusivamente alimentare l’ego del Sindaco e dei tecnici dell’Ufficio Ambiente. Un sistema di raccolta differenziata funzionante serve, da un lato, a sviluppare in modo sostenibile e con minor consumo di territorio. Dall’altro, dovrebbe porsi l’obiettivo di rendere i costi del servizio, che gravano sui cittadini, meno onerosi. Il nostro comune incassa milioni di euro dalla TARSU e ne spende poco più di cinque nel 2012 per pagare i conti del sistema di raccolta e smaltimento rifiuti. Il punto quindi è: differenziamo di più per inquinare meno, ma anche per pagare meno tasse e liberare risorse pubbliche e private da destinare ad altro (maggiori consumi delle famiglie, investimenti in infrastrutture, messa in sicurezza degli edifici pubblici e del territorio: stimoli per l’economia locale). Accettato questo assunto, le balle dell’Amministrazione Catapano in materia di rifiuti raggiungono proporzioni stratosferiche. Perché da quel (presunto) 60% di rifiuti differenziati noi non ricaviamo un euro. Nemmeno un euro. Perché in buona parte la nostra differenziata è fatta di frazione umida e per ora da questa non riusciamo a cavare un centesimo, nemmeno in termini di riutilizzo domestico con compostiere familiari (che il comune pure si era impegnato a distribuire). Il resto è poca cosa e, nel caso della nostra plastica, di così scarsa qualità che le aziende a cui la destiniamo non ritengono opportuno pagarcela. Ergo, siamo noi a pagare loro per smaltirla.

L’isola che non c’è.
Dicevamo del talento e di quanto questo, se coltivato, possa rendere alcune persone eccezionali. Ecco, sull’isola ecologica l’Amministrazione ha mostrato di saper raggiungere livelli di pallismo sublimi. Ricorderete tutti gli incontri di qualche mese fa, dove con slides e modelli tridimensionali si presentava il “crono-programma” per la realizzazione dell’isola ecologica (nell’incontro di febbraio abbiamo contato ben 18 volte la parola “crono-programma”, 12 “ebbene”, 10 “maGberini” (sic!), poi diversi “dura lex” e qualche “Ambrosio”). Stando al (crono) programma enunciato dal sindaco, ad aprile si sarebbe concluso l’iter “burocratico” ed avviata la procedura per l’affidamento dei lavori tramite appalto. Ad oggi, però, non ci risulta essere in corso alcun iter burocratico che sia andato oltre le buone intenzioni di febbraio. Non è stata chiusa la fase progettuale, né indetta la gara d’appalto. Tutto è fermo, e tanti saluti al “crono-programma”. Ma, si sa, il talento non è acqua, ed ecco che dai super tecnici dell’Ufficio Ambiente inizia a circolare l’ennesima balla: per fare la differenziata non serve l’isola ecologica! Anzi no, serve, ma ne faremo tante. Piccole, graziose, adorabili “micro-isole” disseminate nei parcheggi di scuole e supermercati. E poi giù con altre balle (ma non micro-balle, però). Anche perché nessuna di queste magnifiche micro-isole, al momento, è stata aperta ai cittadini, né sono stati individuati i punti di dislocazione. Magari fra qualche mese non serviranno più, visto che le nostre percentuali di differenziazione rifiuti riusciranno ad avvicinarsi facilmente al 100%. Un vero peccato, perché sempre nella riunione di febbraio, fra un “crono-programma” ed un “dura lex”, il sindaco aveva solennemente proclamato che “per il 31 dicembre” sarebbe stata “inaugurata l’isola ecologica”, una di nuova generazione, a basso costo e alta funzionalità. Un’isola ecologica con le palle!

Il ***** per il bancomat dell’acqua.
In campagna elettorale se ne era parlato molto e diversi candidati avevano proposto la costruzione, sul modello di Poggiomarino, di una ”casa comunale dell’acqua”. Un punto pubblico dove acquistare, in bottiglie di vetro riutilizzabili, acqua naturale o frizzante ad un prezzo popolare (rispettivamente 3 e 5 centesimi al litro). Nella riunione di febbraio, il sindaco annuncia che, grazie ad un progetto provinciale, anche San Giuseppe avrebbe presto avuto la “casa dell’acqua”, rinominata però “bancomat dell’acqua” (siamo o no la città del commercio!). In realtà, si fa riferimento non ad uno ma a diversi punti o “bancomat” dell’acqua il cui costo sarebbe stato interamente a carico dell’Ente provinciale: al comune non restava che la responsabilità di individuare le zone di localizzazione dei “distributori” e gestire l’iter autorizzativo necessario. Ecco, se siete arrivati fino a qui sapete benissimo che alle parole “iter autorizzativo” o “burocratico” corrispondono spesso montagne di balle. Infatti dei “bancomat dell’acqua” nessuno parla più e negli Uffici Tecnici del Comune nemmeno ci si ricorda della promessa fatta, nonostante la stessa sia parte integrante della “strategia comunale prevenzione rifiuti 2013”, redatta dai compagni dell’Ufficio Ambiente e pubblicata sul sito web del Comune.

Finché la Vasca va.
A San Giuseppe parlare di tutela ambientale significa parlare in primis della bonifica di Vasca al Pianillo. E parlare della bonifica di Vasca al Pianillo significa spesso trovarsi di fronte a montagne sterminate di balle. Poteva l’Amministrazione Catapano essere da meno? Circa dieci giorni fa è indetta una conferenza stampa dal Sindaco e dal superassessore al Governo del territorio Luigi Miranda. Nella riunione, con il tono delle grandi occasioni, Catapano e Miranda annunciano che “grazie all’impegno profuso dall’Amministrazione nel fare pressione sulla Regione e, in particolare, sull’Arcadis (l’azienda regionale che ha ereditato, tra le altre cose, le funzioni del vecchio Commissariato di governo per la bonifica del fiume Sarno), nel 2014 sarà completata la rete fognaria sangiuseppese e bonificata la Vasca Pianillo”. Per bonificare la Vasca “sarà utilizzato il sito di stoccaggio fanghi di Via Martiri di Nassirya”. Ennesima balla: le aperture di Arcadis arrivano dopo un pressing messo in atto dal Comune di Poggiomarino che, nella persona del Vice-sindaco Giuseppe Annunziata, da oltre un anno prova a sbloccare la questione bonifica. A tale proposito, Annunziata ha più volte incontrato Arcadis ed il Presidente Amato della “Commissione speciale regionale per il controllo delle bonifiche ambientali, i siti di smaltimento rifiuti e le ecomafie”. A sentire il vice-sindaco di Poggiomarino, molto ancora resta da fare prima che si possa credere davvero all’impegno di Arcadis. Testimoni ne sono anche le associazioni ambientaliste poggiomarinesi che si battono contro il disastro Vasca, che hanno preso parte ad alcune riunioni in Regione (a proposito di partecipazione vera e partecipazione farsa dei “mercoledì al Comune”). Così, mentre Poggiomarino lavora a testa bassa per una soluzione “concreta”, i nostri amministratori partecipano a mezza riunione e, non appena tornati da Napoli, indicono la conferenza stampa di cui sopra. E qui le balle diventano menzogne, perché se su Vasca al Pianillo siamo oramai abituati alle bonifiche sempre annunciate e mai realizzate, sull’utilizzo del sito di stoccaggio di Via Martiri di Nassirya la questione si fa parecchio allarmante. Quel sito non è a norma, come dimostrato in diversi studi promossi dal Coordinamento ambientale nel corso della durissima battaglia per impedirne l’apertura nel 2011 (quando il gen. Jucci del Commissariato di Governo intendeva portare a San Giuseppe tutti i fanghi tossici che sarebbero risultati dalla bonifica del canale Bottaro-Fienga di Scafati). Non è stato collaudato e ci sono serissimi dubbi sulla possibilità che possa essere messo in funzione senza danni per il territorio e per la salute dei cittadini. Ben due diffide sono state a quel tempo inviate alle Autorità Giudiziarie ed a tutte le parti istituzionali in causa affinché non fosse reso operativo. Diffide che portano in calce anche la firma di molti di quelli che oggi siedono in Giunta, in Consiglio e negli uffici comunali. Diffide in cui si rifiutava il piano Jucci a partire proprio dall’assunto che l’area di stoccaggio in Via Martiri di Nassirya era ed è “inutilizzabile, anche a fronte di interventi migliorativi, perché progettualmente e strutturalmente inadatto allo scopo”.

Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola”.
(Adolf Hitler, “Mein Kampf”, 1925)

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4 Responses to “Una montagna di balle. Il talento di Catapano e i miracoli dell’Ufficio Ambiente.”

  1. Luisa Says:

    Per quanto riguarda le citazioni direi che possiamo anche eliminare “più dotte” e lasciare solo il “meno”…per i brocardi latini ho serissimi dubbi…ahaha:-P.
    Grande ragazzi e grazie per tutte le info!

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  2. elle Says:

    UN SINDACO SOSì VE LO SOGNAVATE ….QUANTA RABBIA LEGGO NELLE PAROLE E NEGLI OCCHI DI TUTTI COLORO I QUALI NON SONO STATI IN GRADO DI ARRIVARE A TANTO…SINDACO CONTINUA COSI….A RAGGIA SE MAGNA

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  3. io Says:

    hai proprio ragione elle, è stato per mesi il mio peggior incubo …poi purtroppo si è tramutato in realtà… si sindacoooo continua così … DE RUSTICA PROGENIES SEMPER VILLANA FUIT …

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