storie di ordinaria follia "indotta"

ottobre 14, 2007

News

Tratto da "il Manifesto" e da www.antiproibizionisti.it

Storie di ordinaria criminalizzazione che conducono al suicidio. Da Forlì a Pantelleria, quando l’arresto fa scalpore e la morte non è notizia

di Guido Blumir

Giovedì 5 luglio 2007. Forlì. È una tranquilla serata della dolce estate italiana. Un giovane ai tavolini di un bar all’aperto fuma discretamente uno spinello. Il fatto non sfugge allo sguardo acuto dei militari del Nucleo operativo e radiomobile di San Martino, che si avvicinano minacciosi alla scena del crimine. Il ragazzo si sbarazza della canna, ma i carabinieri immediatamente afferrano il corpo del reato e sottopongono a un incalzante interrogatorio lo sventurato. Perquisizione a casa del giovane, a Castrocaro. «Fiutano ogni centimetro della camera», «non si lasciano incantare da quella parete che sa di cultura. Libri ovunque». Dentro a un libro trovano alla fine una modesta quantità di hascisc.
Il ragazzo, Alberto Mercuriali, è sotto choc ma per un paio di giorni non succede nulla. Domenica mattina, la bomba: un’intera pagina del quotidiano locale viene dedicata al caso. «Imbottito di droga» (a caratteri cubitali). «Insospettabile agronomo smascherato dai carabinieri». «Possesso di stupefacenti per traffico». Non c’è il nome, ma in un piccolo paese tutti lo riconoscono. Lunedì mattina, il giovane collega un tubo di gomma allo scappamento della propria auto e si suicida.

Giuseppe Ales, 23 anni, incensurato, geometra, Pantelleria. Manovale nel tempo libero per aiutare la famiglia: il padre, anziano agricoltore, ha perso una gamba a causa del diabete. All’alba del 20 marzo 2005, uno squadrone di Carabinieri armati di mitra gli piomba in casa. Rinvenute alcune piantine di marijuana alte pochi centimetri. Scattano le manette. In caserma, lunghi interrogatori e serrati confronti. Denuncia penale per traffico e produzione di stupefacenti. Processo per direttissima entro pochi giorni a Trapani. Da 1 a 6 anni di carcere. Intanto, per Ales, arresti domiciliari. Poche ore dopo, Il Giornale di Sicilia spara i titoloni: «Scoperto traffico nell’isola, arrestati gli spacciatori». La mattina di domenica, il fratello più piccolo apre la porta della cameretta di Giuseppe e lo trova impiccato con una corda al soffitto.
Cristian Brazzo, 21 anni, incensurato, operaio. Vigodarzere (piccolo comune alle porte di Padova). 24 giugno 2004, sera. In macchina con alcuni amici. Stanno fumando uno spinello, vicino al fiume Brenta. Carabinieri. Controllo documenti. Perquisizione vettura. Tre grammi di hascisc. Tutti in caserma. I militari informano i giovani che verranno segnalati alla prefettura. Il gruppetto si scioglie. Christian resta solo, telefona ai genitori che tarderà. Ma non arriva. Il giorno dopo la sua auto viene rinvenuta vicino al fiume. Una settimana dopo, il fiume restituisce il corpo.

Bruno Bardazzi, giovane operaio, incensurato. Prato, 2003. Viene fermato e denunciato per presunto spaccio perché trovato in possesso di pochi grammi di hascisc. Si toglie la vita.
Marco Pettinato, 26 anni, Isolabella (piccolo comune a 30 km. da Torino). Lavora al prosciuttificio Rosa. Presidente della Pro Loco. Incensurato. Giugno 2002: viene segnalato «uno strano viavai» nei locali della stessa. I carabinieri intervengono: nel gruppetto Pettinato è quello con l’hascisc addosso, pochi grammi. Arrestato e denunciato per detenzione ai fini di spaccio. Alla fine dell’iter, condanna a 4 mesi. Settembre 2002. Pettinato si slaccia la cintura dei jeans, la appende alla recinzione del campo di calcio e si impicca. Lo trova la madre.

Alessandro Maciocia, Cremona, primi mesi del 2002. Trovato con 2,5 gr. di hascisc. Vicino a lui un minorenne con 250 gr. Viene coinvolto nella vicenda per «concorso». Non regge al peso dell’odissea. Si suicida con il gas di scarico della sua auto. Lascia un biglietto: «Non c’entro niente». Un caso simile a Umbertide (Perugia).
Nel 1993 un referendum (55,3 a 44,7) aveva depenalizzato il consumo. Ma restavano alcuni spiragli, come la coltivazione, l’uso di gruppo, la cessione di piccole quantità fra amici, duramente puniti. Chi voleva la mano pesante, ne approfittava. Diversi giudici invece (anche in Cassazione) assolvevano, ritenendo quei comportamenti assimilabili all’uso personale.
Nel 2001 però il ministro dell’Interno Scajola lancia l’operazione «Strade pulite». Per la parte meno professionale e avveduta delle forze dell’ordine è giocoforza usare le retate di consumatori per fare numero. Intanto, Fini lancia la sua campagna per una legge più dura. Partono così quattro anni in cui si assiste a un’applicazione anticipata della «legge Fini», con il raddoppio di fermi, arresti, etc.
Si crea un meccanismo perverso: a causa del battage governativo, l’arresto di fumatori dà maggiore visibilità a chi lo effettua. Le storie di suicidi che abbiamo raccontato hanno caratteristiche comuni: giovani, incensurati, lavoratori, di famiglie semplici, in paesi o piccole città. È lì che si scatena l’inferno. I fermati non hanno, come nelle famiglie borghesi delle metropoli, penalisti di spicco a spiegargli che riusciranno a farli assolvere. Sono stritolati dalla macchina e impauriti. Additati nel paese. I sei suicidi sono accaduti in questi anni (2001-2005). Ogni anno.

Dopo la tragedia di Pantelleria (marzo 2005), si entra in un clima di campagna elettorale. Tutti i partiti del centrosinistra promettono che cambieranno subito la legge Fini (approvata poi tre mesi prima delle elezioni) e la vecchia legge nei suoi punti più ambigui: una chiara depenalizzazione come nel programma. Il 2006 è il primo anno senza suicidi. Forse perché la prospettiva di un cambiamento induce molti a pensare che, qualunque guaio succeda, verrà poi annullato dalla nuova legge. Dal giugno 2006 il nuovo governo la annuncia in arrivo, mese dopo mese. Ma è passato un anno e si è diffuso in molti consumatori un clima di sfiducia e mancata speranza. È forse in questo contesto, in questa perdita di speranza, che è avvenuta la tragedia di Castrocaro. Ora abbiamo, con assoluta urgenza, il dovere etico e politico di moltiplicare gli sforzi.


In ricordo di chaval….

 

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17 Responses to “storie di ordinaria follia "indotta"”

  1. agitprop Says:

    ConFini Zero. Piantiamola!

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  2. larespubblica Says:

    a proposito di droga ed hashish e quant’altro stamane su il mediano.it ho trovato questa notizia….(lo riporto integralmente)

    Colpo grosso della polizia. Arrestato uno spacciatore e sequestrati oltre 7 chili di hashish.

    Blitz antidroga della polizia a San Giuseppe Vesuviano. Gli agenti del locale commissariato hanno arrestato Giuseppe Bidetto, di 32 anni, per spaccio di droga e coltivazione di stupefacente. L`indagine è scattata quando, davanti all`abitazione dell`indagato, in via Caramagni, la polizia ha notato un insolito via vai di auto e motorini. Da quel momento l`abitazione di Bidetto è stata tenuta sotto controllo.

    Poi, il blitz. All’alba di ieri gli agenti hanno fatto irruzione nella camera da letto di Ridetto cogliendolo nel sonno. Gli investigatori hanno sequestrato una sessantina di dosi di hashish e una decina di marijuana. Nel giardino sono state estirpate 3 piante di marijuana, alte ognuna circa 2 metri e sequestrato un contenitore di plastica con all`interno foglie di marijuana essiccata per un peso di circa 500 grammi.

    Ma il grosso era nel garage: in una scatola di cartone erano custoditi 27 panetti di hashish, per un peso di circa 6 chilogrammi. Bidetto è stato condotto prima in commissariato e successivamente nel carcere di Poggioreale. era risaputo che San Giuseppe Vesuviano non era piu un crocevia di scambio ma è divenuta una vera “piazza appetitosa” dove poter spacciare!!!

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  3. albertocatapano Says:

    il mattino riporta il cognome bitetto…cmq addirittura San Giuseppe Vesuviano secondo questi giornalisti è un crocevia di scambio, piazza appettitosa, sii io scriverei anche deposito di armi, rifugio delle prostitute,patria del gioco d’azzardo, luogo di corruzione e di peccatori ecc….Ma daaaaiiiii…..

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  4. albertocatapano Says:

    Oggi sul The Independent (maggiore quotidiano inglese) è uscito un articolo che riporta le parole del capo della polizia britannica in cui afferma che il traffico di stupefancenti, che miete numerose vittime e che è il secondo per giro d’affari dopo quello del petrolio, può essere debellato SOLO con la legalizzazione di tutte le droghe.

    Subito si è avviato il dibattito e si rincorrono pareri e opinioni contrastanti..

    il link all’articolo è :

    http://news.independent.co.uk/uk/politics/article3061121.ece

    Su ElPais.com, (quotidiano spagnolo), è riportata la stessa notizia tradotta e commentata.

    Sui maggiori blog spagnoli e inglesi se ne parla, si discute, mentre sul sito della repubblica e degli altri quotidiani italiani non si fa accenno…questo perchè le primarie di “topo gigio” hanno occupato tutti gli spazi…al di là delle primarie, sono sicuro che i nostri media daranno poco valore alle parole e questo è segno evidente che in italia un dibattito serio e costruttivo in questo senso non esiste.

    Due sono le considerazioni da fare:

    1) L’Italia è un paese proibizionista o lo è diventato (vedi la proposta in finanziaria di vietare l’alcool dopo le due della notte e l’attuale legge sulle droghe);

    2) Il Paese non è in grado di discutere in maniera matura e moderna sulle droghe.

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  5. anonimo Says:

    Ciao Alberto , vedo con piacere che ti stai interessando ad uno dei più seri problemi dell’umanità contemporanea .

    Sicuramente la Legge Fini , e la sua applicazione , vanno modificate .

    Non è possibile spedire uno in prigione perchè detiene del ” fumo ” equivalente più o meno ad una stecca di sigarette .

    Secondo mè il problema da risolvere è un’altro : proteggere la comunità dalle intemperanze dei consumatori di queste sostanze , perchè una persona dopo aver consumato queste sostanze non può pensare di mettersi alla guida di un’auto o di un camion e circolare per strada .

    Tutti i lunedi mattina leggiamo il bollettino di guerra degli incidenti stradali , e i giovani coinvolti sono la maggioranza , non è possibile che è tutta ” casualità ” , sicuramente la maggior parte di queste persone è in piedi di decine di ore , ha bevuto oltre il limite e forse ha assunto droghe . Sinceramente se uno si fà male da solo non è che interessi più di tanto , ma se coinvolge altre persone allora il problema và risolto , ed al più presto .

    IL tuo articolo , secondo me , è a metà .Non spieghi quali sono le tue proposte pratiche per la soluzione del problema , nei paesi del nord Europa , dove si sperimenta la liberalizzazione delle droghe , vi è un forte controllo di polizia nelle zone calde , eppure hanno un’alto tasso di incidenti , quindi la soluzione non è solo la liberalizzazione . Così come per l’alcool , non si può lasciare il consumatore solo , secondo mè necessita una politica integrata . Il problema è che costa :merita investire in questo settore ?

    MIMMO RUSSO

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  6. agitprop Says:

    Mimmo, non condivido appieno la tua analisi. In primis, perchè non esistono dati statistici che dimostrano che l’uso di droghe o di alcolici sino cause prime degli incidenti stradali. Semmai lo è l’alta velocità. Non mi risulta, inoltre, che dove il consumo di droghe leggere sia tollerato o liberalizzato vi sia un’impennata degli incidenti o delle azioni criminali (basta vedere i dati relativi ai Paesi Bassi, al Belgio, alla Confederazione Elvetica). Indi per cui, le due cose non sono assolutamente connesse. Il fatto è che, in caso di incidente, la notizia viene data dai media per due motivi: 1)per l’efferatezza e l’alto numero dei morti che questo provoca; 2)per l’alterazione provocata da sostanze (legali o illegali) che chi causa l’incidente aveva assunto. Va da se che la rappresentazione del fenomeno è assolutamente distorta e incidenti e consumo di sostanze stupefacenti non sono irrimediabilmente collegati.

    Credo, invece, che in termini di droghe come in termini di incidenti stradali il problema sia culturale. Se in Italia la causa prima di morte tra i giovani della nostra età è l’incidente automobilistico non è perchè assumiamo più droghe o alcolici. Il problema è che meno dei coetanei europei rispettiamo le regole, non solo del codice della strada. E’ perchè, meno di altri, abbiamo rispetto della vita umana, altrimenti non andremmo a 200Km/h con quattro amici in macchina per Via Croce Rossa. E lo stesso vale per le droghe: il mettere in collegamento gli aspetti negativi dell’essere giovane (incidenti, ma anche criminalità diffusa e violenza) con l’assunzione di sostanze è puro ideologismo. E’ da pseudo-psicologi bacchettoni in video nei contenitori mediatici pomeridiani.

    Ma allora quali sono le proposte. In primis, evitando qualsiasi forma di proibizionismo, bisognerebbe andare verso una progressiva depenalizzazione di qualsiasi sostanza, prevedendo programmi di controllo per quelle particolarmente dannose per la salute (soprattutto eroina, cocaina e varie sostanze psicotrope di derivazione chimica). Solo in tal caso lo Stato potrebbe esercitare una reale attività di prevenzione del danno. Per quanto riguarda la mortalità per incidente, credo che la risposta sia soprattutto educativa e culturale. Facile, risponderete, indicare la solita storia dell’educazione al senso civico, ma non vedo altre soluzioni. Certo, qualcuno obietterà che pattuglie e repressione limiteranno il problema. Ma i dati, a quanto pare, affermano il contrario.

    Ritirare una patente ad un idiota non cambia nulla: ammazzerà qualcuno guidando senza. Perchè è idiota, certo, ma anche perchè per anni si è permesso che lo diventasse. E perchè come al solito in Italia si vuole curare la malattia, infischiandosene dei sintomi.

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  7. anonimo Says:

    Caro AGITPROP

    A me non piace ( e lo scritto più volte ) dialogare con una sigla , ma visto che da come scrivi sembri molto preparato sull’argomento e di notevole cultura ,si possa fare un’eccezione .

    Un solo esempio :

    Un’anno fà sono stato a Roma ad uno spettacolo ed ho dormito al Testaccio , un quartiere al centro di Roma , la sera dopo cena ho fatto due passi fuori all’albergo e mi sono ritrovato in una strada piena di locali e di giovani .Bene l’unico lucido ero io , il puzzo di alcool e di ” fumo ” impregnava l’aria ,molti ragazzi anche di 15 – 16 anni facevano su e giù con il parcheggio parlottando con i pusher e acquistando bottiglie di birra ai banchetti improvvisati .Lo spettacolo era deprimente , verso l’una di notte ragazzi e ragazze erano ai bordi della strada totalmente ubriachi , e la fiesta era in pieno svolgimento .Mi sai dire quando il giorno dopo uno di loro si metteva alla guida , che cosa vedeva davanti agli occhi ? Con tutta la tua filosofia riesci ad immagginarti mentre guidi ad incrociare un veicolo guidato da un tale ” buiontempone ” che ha fatto due chiacchiere con gli amici ?

    Chiedere il rispetto delle regole non significa essere pseudo-psicologi bacchettoni ,significa avere rispetto degli altri , forse fra una ventina di anni anche tu avrai dei figli , sarebbe interessante vedere la tua reazione se qualche fumatore di sostanze ” strane ” provoca un serio danno ad un tuo familiare ( non è un’augurio ) come reagisci : pensi che gli farai una relazione sui rapporti fra lo Stato e i giovani ?

    Auguri MIMMO RUSSO

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  8. TylerDurdan Says:

    io sono una sigla,sono ignorante e puzzo,posso parlare con te mimmo russo?

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  9. agitprop Says:

    Caro Mimmo, se lo Stato avesse il controllo della vendita di sostanze stupefacenti, potrebbe evitare il chicchiericcio di pusher-clienti a Testaccio. Se lo stato spendesse meno in repressione per fare gli alcol test (negli ultimi mesi, dice il Ministro Amato, si sono triplicati. Eppure non mi sembra siano calati gli incidenti. Ma gli introiti per le contravvenzioni si, eccome), potrebbe investire in unità paramediche all’uscita dei locali per controllare l’abuso di sostanze legali ed illegali.

    La risposta repressiva e proibizionista non paga, e i dati lo dimostrano. Quello che tentavo di spiegare nel vecchio commento è che il sillogismo incidente-drogato è una leggenda montata dai media. E lo dico con dati alla mano. Sul resto si può discutere, ma bisogna smettere i pregiudizi.

    Per quanto riguarda la sigla, lo sono perchè i ragazzi mi hanno chiesto di registrarmi a splinder. E sinceramente non capisco cosa cambi: discutiamo nel merito dei commenti.

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  10. albertocatapano Says:

    mi fa molto piacere che il dibattito si sia fatto molto interessante..

    Il controllo da parte dello stato delle sostanze stupefacenti potrebbe portare a vari consueguenze positive :

    1.togliere alla malavita un giro d’affari enorme

    2. I ricavi di questo traffico potrebbe essere utili per sconfiggere le tossicodipendenze e gli alcolismi

    3. E’ statisticamente provato che laddove si abbia piena coscienza delle droghe e dei suoi effetti, il consumo cala (vedi Olanda e Svizzera)

    Una proposta per evitare incidenti stradali dopo le uscite dai locali?? Come ha detto agitrop, i soldi che il ministro Amato ha destinato ai controlli potrebbero servire per unità paramediche al di fuori delle disco per monitorare il tasso alcolemico ( come accade fuori le discoteche di Ibiza-Spagna). Un’altra proposta interessante è quella di mettere a disposizione un servizio di autobus che porti i ragazzi da un parcheggio,da una piazza, alle discoteche (vedi la provincia di Lecce quest’estate), oppure un servizio di taxi o quant’altro. Ancora un’altra proposta potrebbe essere di diminuire i costi di entrata ad una discoteca ed alzare i prezzi delle cosidette consumazioni alcoliche, magari dando insieme al prezzo dell’entrata una consumazione Analcolica.

    Campagne anti alcool nelle scuole,in casa, in tv, dappertutto…Forse l’insieme di queste cose possono portare ad una diminuzione del problema.

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  11. anonimo Says:

    Ciao ragazzi .

    Desidero risondere con ordine visto che sono stato nominato più volte :

    1) Non ho mai pensato che qualcuno di voi puzzi o sia ignorante , e l’ho dimostrato più volte .Pubblicamente con nome e cognome .

    2) Non era mia intenzione collegare gli incidenti con l’abuso di alcool e sostanze stupefacenti , ma soltanto puntualizzare che l’abuso di queste sostanze facilita il rischio .Comprendo , dalle risposte di Alberto e Agitprop che il problema esiste e và regolamentato , ma da qui alla liberalizzazione totale c’è nè corre , e sempre interpretando i vostri commenti sembra che voi stessi chiedete un argine alle droghe pesanti .Scusate la mia ignoranza : ma qual’è la differenza fra uno sballo da hashisc ed uno da cocaina ? ( il costo ? ) secondo mè uno a casa sua si può fumare anche una Sequoia , ma sulla strada deve essere lucido al cento per cento , senza sè e senza ma .

    3) Caro Argitprop chiunque espone le propie idee occultando il nome significa che non è sicuro di quello che dice , e forse si vergogna di parlare in pubblico .Non accampare scuse , la prossima volta dai nome e cognome , la democrazia è principalmente trasparenza : dai l’esempio !

    4) Caro Brassen ,ti rispondo qui così faccio economia .Non sono SANTO MIMMO RUSSO DELLA SCALA , ma solo Mimmo Russo .

    Ho dato il mio contributo al nascente Partito Democratico perchè spero che questa nuova forza politica possa cambiare qualcosa , ho lavorato 18 ore filate domenica , davanti a me si sono alternati : ragazzi di Vocenueva , vecci compagni Socialisti e Comunisti ,tanti Democristiani , cittadini sconosciuti ,ex candidati delle liste del sindaco , un’assessore ( che non ha votato ) , un’influente uomo politico con il figlio consigliere comunale , e dulcis in fundo un democristiano di lungo corso con molti incarichi in aziende pubbliche .

    Di tutti desidero portare in evidenza una signora che , con tanta rabbia e speranza , mi ha chiesto : ” riusciremo a cambiare questo Paese ? ”

    Questa domanda la gira a Voi gioventù Sangiuseppese di cultura medio alta .

    Aspetto risposte .

    MIMMO RUSSO

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  12. anonimo Says:

    Grandissimo Mimmo Russo sottoscrivo tutto quello da te detto.

    Sono un antiproibizionista da sempre e tutt’altro che pentito.

    Rispetto però le opinioni altrui comprese quelle di coloro che in Italia credono che la strada giusta sia il proibizionismo.

    Nel frattempo mi angoscia una domanda.

    In attesa che ci si metta d’accordo fra proibizionisti ed antipribizionisti cosa si fa per le tante vittime?

    Attenzione io fra le vittime ci metto anche i consumatori di droghe ed alcool, a meno che non mi si convinca che non nuociono alla salute di chi ne fa uso.

    Mimmo visto che più volte mi hai esortato (anche di persona a firmarmi) comincio timidamente, credo non ci metterai molto a capire.

    F. D.

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  13. agitprop Says:

    Io sta storia del nome non riesco a capirla. Prima, quando mettevo il mio nome, mi è stato chiesto di registrarmi. Poi, una volta registrato, mi si dice che occulto il nome. Rimane allora l’incognita. Cmq, ripeto, la questione non mi affascina.

    Per quanto riguarda le droghe. Credo che mettere sullo stesso piano leggere e pesanti sia un’aberrazione. Scientifica prima che logica. Ed è, tanto per essere chiari, la stessa idea che ha animato la legge Fini. Questo per dire quanto conservatorismo sia ancora annidato in certe componenti della sinistra italiana.

    Tornando all’argomento, credo che lo Stato debba liberalizzare il consumo di qualsiasi sostanza, anche perchè, in caso contrario, il mercato resta nelle mani della criminalità. Quindi la scelta è tra assumersi una responsabilità di gestione del prodotto stupefacente o assumersi la responsabilità solo dei suoi danni. La droga e il suo consumo sono vecchi come la storia dell’uomo. E’ nella nostra natura cercare di alterare il nostro stato percettivo. E questo vale per droghe, tabacco, alcol. Il principio è sempre lo stesso. Liberalizzando lo stato potrebbe ridurre il consumo delle droghe pesanti. Ma ciò, a mio giudizio, non perchè sia moralmente ingiusto usare sostanze. Perchè per me resta sacro il diritto assoluto a disporre del proprio corpo, anche se questo possa portare alla morte. Vale per l’eutanasia e vale per le droghe. Sono io che decido del mio destino. Lo Stato ha, invece, il compito di limitare i costi sociali dell’assunzione di particolari sostanze. E questo vale per tutte le sostanze, legali ed illegali.

    Antonio Borriello – Agitprop (così è contento Mimmo, che crede in queste baggianate sul nome come fossero battaglie di democrazia).

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  14. albertocatapano Says:

    Tutte le leggi che possono venire violate senza che qualcuno ne abbia danno sono oggetto di derisione. Né riescono in alcun modo a controllare i desideri e le passioni degli uomini, ma al contrario esse dirigono e incitano i pensieri degli uomini proprio verso quelle cose proibite; perché noi tendiamo sempre verso ciò che è proibito, e desideriamo le cose che non ci è consentito possedere…

    E agli uomini dotati di mezzi non manca mai l’ ingegno di evadere quelle leggi che dovrebbero regolare cose che non possono essere completamente proibite… Colui che cerca di regolare tutto mediante la legge riuscirà solamente a istigare il crimine invece di diminuirlo.”

    Baruch Spinoza

    Un filosofo più recente :

    “Il proibizionismo – scrive Savater(spagnolo) in Etica come amor proprio – è un derivato delle persecuzioni religiose: la salute fisica oggi è il sostituto laico della salvezza spirituale” e “la storia delle droghe è lunga quanto quella dell’umanità, così come è lunga e fallimentare”.

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  15. albertocatapano Says:

    DROGA/ FERRERO: DOPO ISRAELE IL GALLES, AVANZA ANTIPROIBIZIONISMO

    Fonte: Apcom

    Anche in Italia è ora di porre fine alla legge Fini-Giovanardi

    Roma, 15 ottobre 2007 – “La proposta del Capo della polizia del Galles di liberalizzare tutte le droghe e di classificarle in base ai danni che possono provocare si aggiunge a quella recentemente espressa dal Capo della polizia israeliana. E’ importante ascoltare questi segnali che giungono dalle forze dell’ordine a livello internazionale e che decretano l’inconsistenza delle politiche antiproibizioniste”. Lo afferma il Ministro Prc per la Soldiarietà Sociale Paolo Ferrero, sulla proposta del Capo della polizia del Galles di legalizzare tutte le droghe

    “Le politiche portate avanti dalla destra – sottolinea – ci hanno fatto imboccare una strada che non risolve il problema, fa aumentare i consumi e crescere le carcerazioni dei singoli consumatori”.

    “Anche nel nostro Paese – conclude il Ministro – è necessario ascoltare chi opera sul campo e si rende conto della infondatezza delle politiche fin qui attuate. Quando si parla di sicurezza si dovrebbe pensare ad una rapida modifica della legge Fini-Giovanardi”.

    Sono passati 595 gg dall’entrata in vigore della legge n.49/2006 (Fini-Giovanardi ) e ancora non si fa niente…ma non stava scritto nel programma di abolirla??

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  16. anonimo Says:

    Ragazzi ,il discorso è diventato troppo filosofico per un povero ragioniere classe 1982 ( anno del diploma ndr ) come mè .

    Una sola domanda : MA NON POTETE SFOGARVI ANDANDO CON LE RAGAZZE ???!!! INVECE DI ARROVELLARVI LA MENTE E IL CORPO CON QUESTE PORCHERIE ???!!!

    Grazie anticipate ( anche al vecchietto F.D. )

    MIMMO RUSSO

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  17. agitprop Says:

    Mimmo, vorrei vivere in un paese dove avere la libertà di andare a donne, piuttosto che farsi una canna o ingurgitare micropunte sia soltanto una scelta personale. Non c’è bisogno di troppa filosofia.Punto.

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