Da LP n. 21: “Sagra della zeppola flop: cresce il dissenso tra gli operatori”.

Da Laboratorio Pubblico n. 21, (clicca per il download gratis) riproponiamo l’articolo:

Sagra della zeppola flop: cresce il dissenso tra gli operatori.

Ripartire dal prodotto, tutelando l’artigianalità sangiuseppese

Ha da pochi giorni (ndr, da circa un mese) chiuso i battenti la “13a sagra della zeppola” tenutasi gli scorsi 6 e 7 Marzo in piazza Elena D’Aosta. Anche questa edizione, come la precedente, non si è sicuramente distinta per partecipazione di cittadini e buona organizzazione. Novità di quest’anno: le casette in legno che hanno sostituito i gazebo in plastica della scorsa edizione. Ma purtroppo le novità finiscono qui. Infatti, complici le condizioni meteo avverse, anche quest’anno la sagra è stata poco frequentata e si è consumata nella solita svendita di un prodotto artigianale che i pasticceri e i bar sangiuseppesi preparano da decenni. Un format che nel tempo si è ridimensionato per adesioni degli operatori e durata (passando dai 4-5 giorni delle scorse edizioni ai due di quella appena conclusa) ma che ha visto lievitare i costi investiti in intrattenimento e allestimento. Circa 31mila euro stanziati per il comico di Made in Sud Alessandro Bolide e per il cantante napoletano Gigi Finizio, a cui si aggiungono i circa 15mila per le casette in legno che hanno ospitato poco mano di una ventina di pasticcerie e bar accreditati.

sagra della zeppola

Un evento autoreferenziale che non riesce più ad attrarre residenti e cittadini di altri paesi, che non riesce a rinnovarsi e non centra l’obiettivo fondamentale: tutelare e valorizzare un prodotto locale come la zeppola. Bar e pasticcerie lo sanno bene e, non a caso, è forte il malumore per l’ennesima occasione sprecata. Ma come invertire la direzione, riportando il bilancio della sagra in attivo? Banalmente, ascoltando gli operatori del settore, rendendoli protagonisti dell’evento. Si deve ripartire dal prodotto, dalla zeppola. Una ricetta che già nel nome aggiunge valore al nostro territorio, rendendolo distintivo e riconoscibile soprattutto all’esterno. La zeppola di San Giuseppe è una specialità tipica del nostro comune e ha un forte richiamo identitario per la comunità vesuviana. Va salvaguardato come patrimonio collettivo, va valorizzato come leva per attrarre visitatori e clienti, va certificato come “tipico” del territorio attraverso regole comuni e incentivi che, anche a livello locale, possono essere offerti. Gli strumenti ci sono e potrebbero fin da ora essere condivisi con maestri pasticcieri e cittadinanza.

Lo sviluppo di un’area passa soprattutto attraverso la volontà degli amministratori locali di investire nella valorizzazione del territorio, in particolare nelle tradizioni locali legate alla produzione agroalimentare e artigianale. Già nei precedenti numeri di questo giornale, ci siamo fatti promotori di un turismo enogastronomico che possa tutelare le molte eccellenze alimentari di San Giuseppe e trainare l’indotto anche di altri settori, a partire da strutture ricettive e commerciali. Quanto finora fatto per la sagra, così come per altri eventi cittadini, dimostra che sprecare risorse solo in intrattenimento non basta e a lungo termine non ottiene risultati auspicabili. Bisogna scommettere sulla visione di un paese diverso, migliore. Ripartendo da quello che sappiamo fare meglio.

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