RISVEGLIO DA CHAMPIONS
Come mio solito, in primavera, faccio una breve ma intensa siesta pomeridiana, causa cambio di stagione e mia serenità da post laurea.
Il mio tranquillo pomeriggio di siesta del 12 aprile 2010 viene interrotto da suoni di trombe da stadio, clacson in tripudio, rumori di auto roboanti, urla di persone festanti; il primo pensiero va alla mia amata squadra, il Napoli, e penso che abbia dormito troppo a lungo e che tutti per le vie festeggino per la qualificazione alla prossima Champions League. Scendo in strada e prendo la mia auto per unirmi alle carovane senza regole. Oramai ne sono certo! I colori delle bandiere che sventolano sono simili, i ragazzi sugli scooter che sfrecciano e ridono sono tanti, li seguo, urlo con loro pur rischiando la mia vita nello scansare le profonde buche delle strade di Terzigno, ma sono felice, il Napoli finalmente in Europa.
Invece il vero risveglio avviene fuori casa di Mimì Auricchio, eletto ancora una volta sindaco, scelto al ballottaggio dal 61 % dei votanti terzignesi, superando cosi Franco Annunziata, candidato di un centro sinistra allo sbando.
E allora non e’ il Napoli che va in Europa, ma Terzigno, e non per meriti calcistici ma bensì per l’attenzione allarmata che le istituzioni europee hanno nei confronti della discarica immersa nel Parco Nazionale del Vesuvio.
Così mi ritrovo paralizzato per circa mezz’ora nel traffico da delirio post-voto che oramai caratterizza le tornate elettorali delle nostre parti e osservo le facce dei festanti; sono tanti e davvero allegri: quelle di ragazzi in cerca di una occupazione, quelle di chi chiederà piccoli o grandi favori al politico di quartiere, piccoli appaltatori, casalinghe e facce poco raccomandabili, tutte insieme a consacrare la vittoria del loro Sindaco.
La festa mi sembra addirittura eccessiva per la una elezione, ma in fondo lunedi 12 aprile non si celebra solo la vittoria di un sindaco; si festeggia la possibilità di un posto di lavoro in barba alla meritocrazia, di superare i vincoli in sede di assegnazione di appalti pubblici, nuove possibili costruzioni abusive, si festeggiano i famosi 14 milioni di euro di fondi compensativi che cadranno dal cielo come pioggia sulla spazzatura, tutto però grazie a Domenico Auricchio.
Il sindaco del fare, colui che renderà la discarica più controversa d’Europa "un confetto dolce e profumato", lo stesso confetto che tutti i festeggianti gustano nelle loro bocche durante questo delirante tripudio, un confetto dal gusto dolce e soddisfacente quanto 14 milioni di euro.
Ben diverse sono le facce di chi non festeggia; per loro la discarica ha preso la forma di una grande supposta da dover assumere su per il loro orifizio anale.
Scruto quelle facce: sono quasi doloranti ma silenziose, corrucciate e senza speranza , proprio come quelle di chi deve prendere una supposta, ma questa è addirittura tossica.
Cosi deluso, mi libero con fatica del traffico cittadino e torno a casa nel mio letto riaddormentandomi e pensando al mio Napoli, in attesa di un diverso risveglio, uno da Champions.
CorrectstyleO
aprile 15, 2010 at 12:34 am
forse e' meglio gridare : forza vesuvio
aprile 15, 2010 at 7:00 pm
difficile avere speranze! meglio scappare
aprile 16, 2010 at 2:24 am
hanno distrutto un bel paese, ora e' il peggiore dell'area vesuviana
aprile 16, 2010 at 3:40 pm
non sono d'accordo con i commenti precedenti. Se a Terzigno c'e' ancora qualcuno che osserva la situazione in modo critico significa che c'e' ancora qualche speranza e qualcosa da salvare.
Giuseppe Boccia
aprile 17, 2010 at 10:30 am
Potrebbe sembrare così,a prima vista, ma l'attento osservatore capisce che sotto sotto ai terzignesi fa piacere qualcuno che può "servire", a cui ricorrere quando il mare della illegalità diventa mosso. Siamo ne più ne meno lo specchio dell' italiano medio: un popolo irrimediabilmente incline alla dittatura, a patto che si riesca a fare i propri comodi, (evadere, costruire abusivamente, fare un pò quel cazzo che ci pare: siamo o non siamo nella casa delle libertà…)
luglio 8, 2010 at 1:16 pm
me gusta. Muy interesante, el colectivo