Piano Vesuvio, arriva il bando per i comuni

marzo 4, 2014

Laboratorio Pubblico

Da LP n. 10 : “Piano Vesuvio, arriva il bando per i comuni”  

Stanziati 15 milioni di euro per riscrivere i progetti e diffonderli tra i cittadini

Nel n. 9 di Laboratorio Pubblico vi abbiamo raccontato del Piano di emergenza Vesuvio e di come fosse zeppo di lacune, incongruenze e piccole o grandi assurdità. La buona notizia è che non ce ne siamo accorti solo noi. Anche dalle istituzioni e dai responsabili della Protezione Civile inizia a trapelare una certa preoccupazione sull’ effettiva applicabilità dell’attuale documento. Anni di studi e ricerche profumatamente pagate hanno prodotto ciò che vi abbiamo raccontato il mese scorso. Il classico elefante che partorisce il topolino.

Quello era il programma di tutta l’area, ma nello specifico, comune per comune, c’è qualcosa che spiega come ci si dovrebbe comportare? Questi documenti esistono, ma sono molto difficili da reperire. Risalgono al 1998 e sono seppelliti tra le innumerevoli scartoffie degli enti comunali. Già questo dà l’idea dello scarso interesse generale per una questione che invece è fondamentale per la sopravvivenza di migliaia di cittadini. Chi ha avuto modo di leggere le carte, le descrive come totalmente insufficienti a regolare i flussi di evacuazione per un territorio così densamente popolato e con vie di fuga ridotte in uno stato così disastrato. Mancano, cioè, direttive comunali chiare e rigorose per fare in modo che un’eventuale emergenza non faccia precipitare nel caos tutta l’area vesuviana.

Per sanare questa inefficienza, la Regione Campania ha stanziato 14 milioni di euro per i comuni e 1 milione per le province per interventi finalizzati alla definizione di un piano di protezione civile. Il bando prevede, tra l’altro, che i comuni tra i 5 ed i 20 mila e quelli tra i 20 ed i 50 mila abitanti (la maggior parte di quelli ad est del Vesuvio) possano ricevere rispettivamente un finanziamento massimo di 30 mila e 60 mila euro. Nelle zone a rischio vulcanico, inoltre, è possibile ricevere un extra dotazione del 25%. Comuni come San Giuseppe Vesuviano e Somma Vesuviana, quindi, potrebbero arrivare ad un massimo di 75 mila euro a testa.collettivo vocenueva

Questo denaro potrà essere utilizzato per aggiornare i piani di emergenza comunali o comprensoriali,  darne un’adeguata diffusione e potenziare i sistemi di gestione per le emergenze. Ascoltando i pareri dei tecnici di vari comuni dell’area vesuviana, gli importi stanziati sembrano più che sufficienti a venire incontro alle esigenze economiche per procedere alla realizzazione degli interventi richiesti.

Ci sono però tre questioni importanti da risolvere. Piani redatti da diversi comuni senza tavoli d confronto corrono il rischio di essere disomogenei.
In sostanza, cittadine limitrofe potrebbero redigere documenti profondamente diversi al punto da risultare in contrasto fra loro. Ci vorrebbe dunque una regia intercomunale che uniformi le proposte. A quanto pare alcune amministrazioni si stanno già muovendo in tal senso, ma sulle vie di fuga condivise la base di ascolto andrebbe allargata il più possibile.

Altro problema sul tavolo è quel riguarda le effettive capacità dei tecnici comunali nella preparazione di un piano che richiede elevate competenze specifiche. C’è bisogno di coinvolgere geologi e vulcanologi esperti che illustrino tempi e modalità di un’eventuale eruzione. Quel che va assolutamente evitato è che vengano redatti una moltitudine di piani inadatti ad affrontare l’emergenza. Non c’è alcun bisogno di sprecare altro denaro pubblico.

Infine, soprattutto per quel che riguarda la diffusione e la divulgazione del piano, ma anche in modo parziale per la redazione, non va sottovalutato l’impatto positivo che può avere il coinvolgimento delle associazioni. E’ parte fondamentale per la buona riuscita di un piano, qualsiasi esso sia, che gli interessati siano a conoscenza di come debbano o non debbano comportarsi. I cittadini, dal canto loro, hanno l’obbligo morale di imporre alle istituzioni di occuparsi di questo problema. Solo incalzando chi di dovere attraverso riunioni e dibattiti pubblici si potrà giungere a un compromesso accettabile che non ci faccia trovare impreparati di fronte ad una emergenza.

Questo bando regionale è un segnale inequivocabile che una consapevolezza dei rischi di un piano mediocre sta prendendo piede. Ora tocca alle amministrazioni locali e ai cittadini fare la propria parte.

Biagio Ammirati

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