Da LP n. 11 : Rischio idrogeologico, San Giuseppe maglia nera

luglio 2, 2014

Ambiente, Laboratorio Pubblico

Riproponiamo un articolo di Laboratorio Pubblico n. 11 con un aggiornamento della nuova iniziativa del gruppo consiliare VoceNueva – Libera San Giuseppe.

Rischio idrogeologico, San Giuseppe maglia nera : ultima nella classifica di Legambiente.

Il gruppo consiliare VoceNueva – Libera San Giuseppe presenta un’interpellanza al Sindaco.

Il dissesto idrogeologico è legato a quei fenomeni che con azioni distruttive contribuiscono alla degradazione del suolo (alluvioni, frane ed erosioni). Il termine “rischio” viene utilizzato nel momento in cui il dissesto può colpire la popolazione in modo indiretto con il danneggiamento dei beni legati all’attività economica e sociale, o diretto quando può mettere a repentaglio l’incolumità della popolazione stessa.

San Giuseppe Vesuviano, già “maglia nera” per il fenomeno dell’abusivismo edilizio (dati della Procura della Repubblica di Nola tra il 2000 e 2008 ndr), è forse uno degli esempi più estremi di questo fenomeno.
Legambiente, con la collaborazione del Dipartimento della Protezione Civile, ha presentato nel febbraio 2014 i risultati dell’indagine annuale “Ecosistema Rischio 2013”, volta a monitorare le attività e gli interventi delle amministrazioni comunali per la mitigazione del rischio idrogeologico. Attraverso un semplice questionario, inviato a 6.209 comuni a rischio idrogeologico a cui hanno risposto 1.552, l’indagine è riuscita a stilare una classifica circa lo stato in sicurezza di 1.354 di questi. In base agli interventi volti alla messa in sicurezza del territorio, ogni comune ha ricevuto un determinato punteggio. La cittadina vesuviana è riuscita a strappare un nuovo primato negativo: ha totalizzato zero punti, risultando così l’ultimo comune in classifica. collettivo vocenuevaDa quanto riportato dalla stessa amministrazione in risposta al questionario, si è riscontrata una gravosa urbanizzazione delle zone esposte a pericolo di frane e alluvioni e non è stata avviata alcuna attività per limitare il rischio sia per quanto riguarda la manutenzione ordinaria del territorio, sia nell’ organizzazione di un piano di emergenza di protezione civile. Nel dossier sono documentate quali tipologie di strutture sono localizzate in zone a rischio idrogeologico e nel caso di San Giuseppe ne è coinvolta un’intera urbanizzazione, vale a dire quartieri, aree commerciali ed industriali in continua espansione. Il nostro paese porta alla luce ancora una volta le proprie lacune, la totale assenza di impegno e preoccupazione nei confronti di una problematica che si cerca di dimenticare e di cui ci si ricorda quando è sempre troppo tardi. Siamo il frutto dell’immobilità e del disimpegno della precedente amministrazione quanto di quella attuale, che resta tuttora indifferente, rendendo la condizione di rischio idrogeologico sempre più gravosa e difficile da recuperare.

Gli interventi adottabili dalle amministrazioni per contrastare il rischio idrogeologico si qualificano essenzialmente in due attività: l’attività ordinaria della gestione del territorio e la redazione dei piani di emergenza. Alla prima confluiscono la pianificazione urbanistica, gli interventi di delocalizzazione di abitazioni e fabbricati dalle aree a rischio e la corretta manutenzione del territorio. La seconda riguarda la predisposizione e la coordinazione degli interventi in soccorso alla popolazione attraverso il continuo aggiornamento del piano. Il punto nevralgico del piano d’emergenza è l’informazione: deve essere diffuso alla popolazione, affinché sia esattamente consapevole di come agire. Il ruolo delle amministrazioni locali risulta, quindi, di grande responsabilità e rilevanza.

Sembra paradossale che nel 2014 in molte aree a rischio della penisola si sia fatto poco o nulla per la salvaguardia dei beni e della popolazione. Ormai la fragilità del nostro territorio è sotto gli occhi di tutti e le catastrofi che si sono susseguite negli ultimi anni ne sono la testimonianza. Basti pensare al bilancio dell’ultima alluvione avvenuta pochi mesi fa in Sardegna: 16 morti e 650 milioni di euro di danni. Quanti morti ci vorranno ancora per far smuovere le cose? Non è più conveniente, anche in termini economici, prevenire piuttosto che sborsare risorse ingenti quando ormai è tutto distrutto?
Al di là degli interventi di prevenzione e mitigazione, il problema fondamentale è il nostro rapporto con la natura, nei confronti della quale mostriamo una completa diseducazione. Se ora è necessario fare degli interventi di delocalizzazione di aree urbane è perché negli ultimi decenni c’è stato uno sviluppo selvaggio senza alcuna forma di controllo.

 PRESENTATA L’INTERPELLANZA

Il gruppo consiliare VoceNueva – Libera San Giuseppe ha presentato un’interpellanza al Sindaco, tuttavia ancora non calendarizzata nè discussa in Consiglio Comunaleesprimendo profondo rammarico per le assenti politiche di riduzione del rischio idrogeologico (che hanno altresì determinato l’ultimo posto nella sopramenzionata classifica collegata all’indagine “Ecosistema Rischio 2013“)  e fondata preoccupazione per la salute e l’ incolumità non solo dei residenti nelle aree a rischio ma di tutta la popolazione sangiuseppese. Nella suddetta interpellanza si chiede di conoscere le aree soggette a rischio idrogeologico nel nostro territorio;  se l’amministrazione comunale intende pianificare e attuare misure volte a prevenire e mitigare il rischio idrogeologico in tale aree e chiede di conoscere quali capitoli di spesa nel bilancio dell’anno corrente si riferiscono e/o sono destinati a tali attività.

 

Leggi il dossier completo “Ecosistema Rischio 2013”http://www.legambiente.it/ecosistema-rischio-2013

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