Le cave in mano alla camorra

giugno 11, 2008

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Le cave di Terzigno, quelle che secondo il piano Berlusconi dovrebbero ospitare due discariche, appartengono a imprenditori vicini al clan camorristico Fabbrocino: è quanto emerge da un’indagine della Prefettura. Le cave Pozzelle di Terzigno sono state oggetto di una verifica da parte della Prefettura e secondo i risultati, i proprietari sono tutti imparentati con il boss di San Gennaro Vesuviano, Mario Fabbrocino. Il prefetto Gianni De Gennaro, dopo aver varato un provvedimento di occupazione, avrebbe scritto al procuratore della Dda, Franco Roberti, informandolo che potrebbe rendersi necessario il trasferimento coattivo dei beni, corrispondendo un indennizzo, seppur minimo, al proprietario. Se, invece, il bene venisse confiscato dalla magistratura non si dovrebbe pagare nulla, come già accaduto a Ferrandella, nel Casertano.

da Colonnarotta.it

Nella terra di Gomorra a volte la realtà è più cruda del romanzo. A Terzigno si scopre solo adesso che le 2 cave scelte dal governo per risolvere l’emergenza rifiuti sono in "odore" di camorra. Come se fosse una novità che in Campania le cave appartengano alla criminalità organizzata. Un piccolo segreto di Pulcinella che il commissario De Gennaro, a pochi giorni dalla fine del suo mandato, ha fortunatamente ufficializzato con una lettera al capo della DDA, Franco Roberti. Mi torna in mente una manifestazione tenutasi circa 1 anno fa nella sala consiliare (occupata) del comune di Terzigno (manifestazione intitolata "No al FOS e alla Camorra") dove il professor De Medici (geologo) oltre a spiegare le motivazioni tecniche che lo portavano a dire che era da folli progettare una discarica nell’area della ex S.A.R.I. , aveva aggiunto anche che "è notorio che le cave sono state gestite e sono gestite da gruppi camorristici e quindi scegliere dei siti alternativi alle cave significa evitare anche possibilità di inquinamento di questo tipo". In un territorio come il nostro credo sia prioritario, prima di fare qualsiasi scelta, cercare di evitare "inquinamenti di questo tipo" e prendere decisioni limpide, anche perchè si corre il rischio di ricorrere al classico rimedio peggiore del male: togliere la spazzatura (momentaneamente) dalle strade, ma gonfiare il portafogli della camorra.

Per vedere l’intervista al Prof. De  Medici clicca QUI

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13 Responses to “Le cave in mano alla camorra”

  1. agostinocasillo Says:

    Stavo per postare questo articolo di Guido Viale uscito ieri su Repubblica, ma sotto il post di mezzala che tratta lo stesso argomento ci va a pennello.Mi è sembrata un’analisi lucida sull’evoluzione della questione rifiuti. Credo sia da leggere

    LA SHOCK ECONOMY DEI RIFIUTI

    di Guido Viale

    Nel libro Shock Economy Naomi Klein interpreta con uno schema unitario molte vicende degli ultimi decenni: disastri, di origine naturale o indotti da interventi politico-militari o da misure economiche offrono l´occasione per azzerare gran parte della normativa vigente – a partire dai fondamenti costituzionali – in nome dell´”emergenza”; per esautorare istituzioni previste dall´ordinamento giuridico; per consegnarne le funzioni a una o più imprese private, che le gestiscono con risorse pubbliche e tariffe di favore in contesti di totale deregolamentazione, perpetuando le condizioni dell´emergenza e aggravando il disastro. L´emergenza campana inizia negli stessi anni a cui la Klein fa risalire l´avvio di questo processo: prima il colera; poi il terremoto; infine, quando cessano di operare i disastri naturali, l´emergenza rifiuti: altrettante occasioni per derogare alle norme sulla gestione del territorio e consegnarlo alla fine nelle mani di un Commissario straordinario e, attraverso questo, di un´impresa privata: la Fibe. Alla quale è stato affidato, con una gara di cui è accertata l´irregolarità, la gestione di tutta la parte lucrativa del ciclo dei rifiuti – smaltimento finale e trattamento intermedio, cioè discariche, inceneritori e i cosiddetti Cdr – ivi compresa la funzione eminentemente pubblica di decidere dove fare gli impianti. Se la Campania si trova oggi in una situazione così drammatica è perché, in attesa degli inceneritori (prima 24, poi 13, poi 3, poi solo uno, poi di nuovo 3 e ora 4) che avrebbero dovuto bruciare tutto, non si è mai avviata – con poche eccezioni – la raccolta differenziata e si sono intasati i Cdr, che avrebbero dovuto separare il rifiuto residuo in “secco” e “umido”, per bruciare negli inceneritori solo il primo. Che bisogno c´era mai di separare tante frazioni se poi si poteva bruciare tutto, guadagnando per ogni tonnellata avviata all´impianto e per ogni kWh prodotto, grazie agli incentivi (CIP6) che solo l´Italia eroga a beneficio dell´incenerimento? Non solo: le ecoballe uscite dai Cdr si sono accumulate a milioni di tonnellate (7 o 8), perché il progetto della Fibe, che doveva essere realizzato in 300 giorni, non è mai entrato in funzione – e forse non ci entrerà mai – non certo per il fatidico “no” di ambientalisti, che, dopo l´apertura del cantiere, non hanno più contato nulla; ma per difetti di progettazione.

    Ma una responsabilità la popolazione della Campania ce l´ha – si dice – perché ha votato le amministrazioni responsabili del disastro. Ma è il sistema che è bloccato. Commissariamento e trasferimento della gestione di rifiuti e territorio alla Fibe lo aveva combinato la Giunta Rastrelli di centrodestra. I campani l´avevano sfiduciata eleggendo la giunta Bassolino di centrosinistra che, invece di invertire rotta, la ha confermata. Tutti i presidenti della Regione (3) i prefetti (4) che si sono succeduti in quel ruolo, alternandosi (2 volte) con il capo della Protezione civile, sono stati nominati o confermati tanto dai governi di destra (Berlusconi 1, 2, 3 e 4) che da quelli di sinistra (Prodi, D´Alema, Amato e di nuovo Prodi). A ogni cambio di cavallo le deroghe alla legislazione ordinaria si sono ampliate, il caos normativo, istituzionale e organizzativo si è approfondito, l´accumulo di rifiuti per strada e il degrado del territorio sono aumentati. Commissario dopo commissario, governo dopo governo, sono state confermate le deroghe alla normativa e l´inceneritore come unica soluzione per salvare la Campania dal disastro che essi stessi avevano provocato. E ovviamente, in un contesto di deregolamentazione e illegalità diffusa, documentata anche dalle recenti intercettazioni, la camorra, già largamente presente sul territorio, ha aumentato la sua presa. L´ultimo decreto del governo, abolisce di fatto in Campania l´intera normativa su gestione del territorio, difesa dell´ambiente, tutela delle acque, salvaguardia della salute, sicurezza sul lavoro e persino fondamentali garanzie della procedura penale; decreta la realizzazione di 11 discariche e 4 inceneritori ammessi al trattamento di quasi ogni tipo di rifiuti, con il rischio di perpetuare – questa volta in modo “autorizzato” – il ruolo della regione di attrattore dei rifiuti tossici di tutto il Paese. Si stabiliscono anche, è vero, obiettivi ambiziosi di raccolta differenziata. Ma se verranno raggiunti, lasceranno inutilizzata metà della capacità degli inceneritori previsti: a disposizione per bruciare le ecoballe e altri rifiuti tossici da fuori regione (sempre fruendo degli incentivi CIP6 aboliti altrove). Stupisce che persone che ritengono improponibile rendere obbligatorio bere l´acqua del rubinetto o bloccare la vendita di imballaggi superflui e di prodotti usa e getta – cosa che dimezzerebbe il volume dei rifiuti per strada – approvi poi misure che intaccano i fondamenti della costituzione.

    Alcuni di questi provvedimenti rischiano di stringere ancor più le popolazioni campane in una gabbia di ferro. Ma oggi, forse, ci sono le forze per invertire rotta: rappresentanze di categoria, associazioni del volontariato, comitati spontanei, diversi Comuni e molte parrocchie organizzano e coinvolgono migliaia di imprese, di famiglie e di lavoratori che vogliono fare raccolta differenziata, riduzione degli imballaggi e compostaggio (e che spesso li fanno con il “fai da te”). Certamente non era così tempo fa; ma dieci anni di vita infernale hanno insegnato molte cose a tutti. C´è nel territorio un livello di conoscenze, anche tecniche, sul ciclo dei rifiuti, che non esiste in nessuna altra regione italiana: sarà una risorsa straordinaria il giorno che ci si deciderà a usarla. Si dirà che questa rischia di essere l´ennesima riproposizione di quel “no” che ha gettato la Campania nel caos per un rifiuto pregiudiziale e ideologico dell´incenerimento, che invece funziona così bene all´estero. Ebbene, da qualche tempo i rifiuti che la Campania esporta in Germania, invece di essere bruciati, vengono sottoposti a trattamento meccanico-biologico, separando il secco dall´umido, stabilizzando quest´ultimo per opere ambientali e recuperando dalla frazione secca materiali sempre più preziosi da vendere e riciclare. Che sia questa, la modernità?

    da Repubblica del 10/06/08

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  2. anonimo Says:

    O’ celle’ hai fatto propio bene a mettere questo articolo, perché tanto Repubblica non lo legge nessuno.

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  3. hurricane085 Says:

    in tema di pennelli: anonimo ma oggi nn hai nulla da pittare?

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  4. anonimo Says:

    qua vi fanno fuori volete fare i coraggiosi mo pure della camorra parlate

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  5. mezzalasinistra Says:

    Anonimo n.4 sei lo stesso che sotto il post “la storia di Quentin” ha scritto: “MA STO CAN E MERD”.

    Vedo che i tuoi interventi sono sempre interessanti e arricchiscono il dibattito.

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  6. ollimac Says:

    caro anonimo:

    se in questo paese di merda le cose vanno così male la colpa è della camorra e di gente come te!!

    i camorristi sono uomini senza scrupoli che amano solo il dio denaro e non hanno nessun interesse per la vita loro e altrui, tanto o muoiono ammazzati o muoiono in carcere….

    Non hanno rispetto neanche per la vita dei loro stessi cari figurati se possono interessarsi al bene della collettività.

    Di certo però le persone della peggiore razza sono i calcapocchie come te, quelli che hanno paura della loro stessa ombra, pecoroni che escono a brucare l’ erba solo con il consenso del pastore e sotto il controllo del mastino!!

    qui non si tratta di fare i coraggiosi o gli eroi, si tratta di avere senso di reponsabilità, senso dello stato e della legalità….

    ma credo che dal tuo esiguo commento tu tutto questo non sai neanche dove si può trovare, ed è inutile che vai al supermercato o in farmacia che tanto non si vende!!!

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  7. ollimac Says:

    aggiungo in’ altra cosa:

    mi fai ribrezzo!!!

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  8. TylerDurdan Says:

    wagliù ma ne penzat a sti strunz

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  9. albertocatapano Says:

    12 giugno, Napoli – Marco Travaglio presenta Se li conosci li eviti. Modera Giustino Fabrizio, direttore de La Repubblica di Napoli. Libreria Guida, saletta Rossa. Via Port’Alba, 20 – ore 18

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  10. ImmigrantSon Says:

    concordo con tyler…

    “dio abbi pietà di loro xche non sanno ciò che fanno”

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  11. anonimo Says:

    complimenti per il post. questa notizia è l’ennesima dimostrazione dell’ipocrisia e dello schifo nel quale siamo circondati. e del fatto che i giornalisti sono gente della peggiore specie. hanno sempre detto che “il popolo dei no” è di fatto in mano alla camorra che muove tutti come burattini. Ora viene fuori anche a livello giudiziario quello che tutti sapevano ma non hanno mai detto: che la camorra ha interesse a fare le discariche e a continuare con queste politiche. Chi protesta contro le discariche protesta anche contro la camorra checchè ne dicano quei porci di Vespa e compagni.

    Sasà

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  12. anonimo Says:

    o’ numr 4 vir che ca ce stann a gent che pall a sott

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  13. anonimo Says:

    memmemmemememememmemememememmememememmemememememmemememememememmemememememe

    ImmigrantSon

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