L’area ex Ferrovie dello Stato in balia del degrado. E c’è chi oramai la utilizza come parcheggio o come discarica

novembre 7, 2017

Ambiente, Laboratorio Pubblico

L’area ex Ferrovie dello Stato in balia del degrado. E c’è chi oramai la utilizza come parcheggio o come discarica

“La riqualificazione della linea Torre Annunziata – Cancello segnerà la rinascita e il rilancio di un territorio per anni deturpato dall’abusivismo edilizio!”; “L’apertura della linea ferroviaria in disuso permetterà ai cittadini di riappropriarsi degli spazi pubblici!”; “La ferrovia diventerà un luogo dove i bambini potranno giocare e divertirsi in maniera sana!”; e ancora: “In questi spazi si potrà finalmente ospitare un parco pubblico che San Giuseppe Vesuviano desidera da tempo e merita di avere”.

Tantissimi i proclami fatti dall’amministrazione comunale sul futuro dell’area ex FFSS, ma dopo tutti questi anni cosa è stato fatto davvero? Se si esclude la pulizia della tratta che insiste sul territorio di San Giuseppe Vesuviano, passo importante ma oramai lontano, i progressi sono stati scarsi. Anzi possiamo affermare che, escludendo gli interventi mirati alla rete stradale, che hanno interrotto la linea con nuove strade carrabili per il passaggio di automobili, azioni concrete finalizzate alla realizzazione di un “parco lineare” non se ne sono viste.

Ma analizziamo la vicenda dal principio. La storia della linea ferroviaria parte dalla sottoscrizione di un contratto di comodato d’uso gratuito tra la Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e l’amministrazione comunale di San Giuseppe Vesuviano. Nel contratto sono indicate le regole che sovrintendono alla gestione dell’area, oltre che la durata del contratto stesso (cinque anni) e gli obblighi cui il gestore (Comune) deve attenersi. Tali indicazioni hanno come obiettivo il rispetto dei luoghi affidati all’Ente, con la premessa di “custodire e conservare le cose con la diligenza del buon padre di famiglia”. Il Comune quindi si è impegnato a riqualificare e gestire l’area nel migliore dei modi. Queste prescrizioni, ovviamente, non negano che su quel tratto sarebbe stato possibile realizzare un parco pubblico, ma a certe condizioni. Le rotaie, ad esempio, devono essere preservate ed è fatto divieto assoluto di utilizzo dell’area a fini commerciali e pubblicitari. È dunque escluso ogni intervento di spostamento o rimozione dei binari, che invece è stato poi realizzato. Ecco, su questi ultimi punti c’è stata certamente mancata osservanza (vedi il varco veicolare realizzato alla fine di via Aielli e l’utilizzo dell’area per fiere mercatali e per l’installazione di giostre).

Oggi, dopo quasi quattro anni dalla stipula del contratto di comodato d’uso, lo spazio dell’ex ferrovia dello stato è in piena confusione. La pulizia fatta all’inizio e il rifacimento della pavimentazione con terriccio sono nulla rispetto a quanto promesso dalla politica. Anche perché, per permettere ai cittadini di vivere in maniera libera e sicura quell’area, è necessario adottare provvedimenti minimi per garantire pulizia, illuminazione e sicurezza. Cose che forse al “buon padre di famiglia” sono sfuggite. Poi ci sono loro: le “mini-isole ecologiche” presenti lungo tutto il percorso. Oggi, purtroppo, sono diventate delle mini-discariche, zone di accumulo di qualsiasi tipo di rifiuto. Forse si credeva che piazzando dei bidoni colorati, in maniera abbastanza casuale, si sarebbe sensibilizzato automaticamente il cittadino sul tema del rispetto dell’ambiente e della raccolta differenziata. Purtroppo così non è stato: “la situazione era un po’ più complessa”.

Oggi il percorso sarebbe potenzialmente uno spazio disponibile per fare qualsiasi tipo di attività. Ma a ben vedere, non è chiaro cosa
sia possibile fare e cosa no. Ci sono dei paletti in corrispondenza degli accessi che delimitano l’area, ma sono facilmente rimovibili, privi di catenacci e qualsiasi altra misura di sicurezza. In questa confusione, quel che è certo, è che se dovesse capitare di imbatterci in automobili che sostano o camminano lungo la linea e si chiedesse l’intervento delle forze dell’ordine, si riceverebbe risposta che su quell’area non è possibile intervenire ed elevare sanzioni poiché non vi sono formalmente segnali di divieto. Fateci caso: ci sono cartelli che delimitano l’area pedonale? Piccolo dettaglio che fa tanta differenza. Ma allora è una strada? È un’area pedonale? È o non è una “pista ciclabile”?

Allo stato attuale, nonostante tutte le problematiche esistenti, sono tante le persone che vivono e frequentano il percorso, e tante ancora potrebbero usufruirne, sia per le attività sportive che per una semplice passeggiata. Non ci resta che sperare che il progetto, già approvato e finanziato dalla Regione Campania, venga definitivamente realizzato. Solo allora l’area dell’ex FFSS di San Giuseppe Vesuviano sarà finalmente restituita a tutti i cittadini.

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