L'antimafia delle chiacchiere

giugno 14, 2010

Legalità, News

Art. 143. – (Scioglimento dei consigli comunalie provinciali conseguenîe a fenomeni di infikrazione e dí condizionamento di tipo mafioso o similare. Responsabilità dei dirigenti e dipendenti). – "Fuori dai casi previsti dall'articolo l4l, i consigli comunali e provinciali sono sciolti quando, anche a seguito di accertamenti effertuati a norma delI'articolo 59, comma 7, emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori di cui all'articolo 77, comma 2. ovvero su forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un'alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amminisîrativi e da compromettere il buon andamenro o I'imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali, nonchè il regolare funzionamento dei servizi ad esse affidati. ovvero che risultino tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica".

Il provvedimento di scioglimento dei consigli comunali, come ci ha ben spiegato a febbraio il giornalista Nello Trocchia, è uno strumento utilizzato in casi di emergenza, adottato spesso in via preventiva per evitare eventuali infiltrazioni. Quando lo stato ritiene che ci siano elementi di contiguità e di collegamento con le cosche, interviene per normalizzare il comune e riportarlo ad una situazione di legalità. 
Col decreto detto "Salva-Fondi" (chiamato così in quanto ideato per salvare la cittadina laziale dallo sciogliemento) il ministro dell'Interno Maroni ha inserito un passaggio che è destinato ad incidere su tutti i futuri scioglimenti per infiltrazioni mafiose. Viene infatti aggiunto in questo decreto il passaggio che parla di "concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata". In questo modo si crea un ulteriore ostacolo allo scioglimento, in quanto i giudici del TAR deve valutare se i collegamenti rilevati dalla commissione d'accesso e dalla prefettura hanno effettivamente queste tre caratteristiche (che fino a luglio 2009 non erano considerate necessarie). Sembrano soltanto piccoli cavilli, eppure di fatto indeboliscono la legge sullo scioglimento e fanno la felicità di tanti amministratori locali del sud Italia. Ancora una volta il ministro Maroni ed il governo Berlusconi si riempiono la bocca parlando di lotta alla mafia, si vantano di arresti di latitanti e di affiliati, ma quando si tratta di colpire la base del proprio consenso elettorale e cioè gli amministratori locali, preferiscono chiudere un occhio e talvolta anche tutti e due.
A San Giuseppe invece, nel consiglio comunale del 8 giugno, durante una seduta tutta incentrata sul reintegro del consiglio comunale, il sindaco Antonio Agostino Ambrosio,con una certa onestà intellettuale, ha dichiarato di non essere un santo. D'altronde il suo stesso ex compagno di partito, l'onorevole Alfredo Vito, nel 2007 ci ha informato attraverso un'interrogazione presso la Camera dei Deputati che il sindaco Ambrosio ha patteggiato nel 1999 una condanna per concussione. Ci sono inoltre le dichiarazioni del pentito Pasquale Galasso (durante un interrogatorio reso alla Direzione Distrettuale Antimafia del 12 marzo 1994) che racconta di aver egli stesso frequentato Antonio Agostino Ambrosio in passato. Nulla di penalmente rilevante certo, ma non si tratta certo di comportamenti degni di santità. Tuttavia l'amministrazione comunale può dormire sonni tranquilli. Per governare in Italia ed al sud in particolare, non c'è bisogno dell'antimafia dei fatti. Le chiacchiere bastano ed avanzano.

ps Clicca qui per leggere la sentenza del Tar Campania sul ricorso di Antonio Agostino Ambrosio e la sua giunta.

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3 Responses to “L'antimafia delle chiacchiere”

  1. AlbK Says:

    Il TAR Campania ha di certo evidenziato (e smontato) molte criticità non approfondite adeguatamente dalla Commissione d'accesso.

    Leggendo la sentenza , una cosa però appare evidente : sebbene non esisti alcun clan a nome di AC ; i rapporti con questa persona sono stati abbastanza proficui e frequenti.
    Sebbene l'intercettazione non rappresenti ai fini dello scioglimento un elemento UNICO, CONCRETO, RILEVANTE, essa rappresenta comunque per noi cittadini, un elemento che la dice lunga sui probabili collegamenti e collusioni.
    La "mezza promessa" c'è stata, la telefonata c'è stata, insomma, puoi passarla liscia per il TAR, per il Tribunale penale ma non per noi e per tutti i cittadini che conoscono bene la storia da anni.

     

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  2. anonimo Says:

    Quoto completamente quanto scritto da Mezzalasinistra. Il Governo ha inteso modificare, in senso restrittivo, la normativa sullo scioglimento per infiltrazioni. E lo ha fatto di proposito e con un piano preciso: evitare lo scioglimento di amministrazioni amiche. 

    Ma il punto, a mio parere, è un altro. L'impressione è che una certa parte politica (locale e nazionale) riponga troppa speranza nella magistratura, arrivando quasi a identificarla come ultimo baluardo democratico. Personalmente, considero la magistratura un "semplice" potere dello Stato e, in quanto tale, ne percepisco l'utilità (e non solo per la lotta alla criminalità organizzata o alla corruzione). Ma per cultura sono portato a diffidare sempre del potere, ritenendolo una forma di "male minore" insita nell'accettazione del "contratto" che lega la collettività in un vincolo civile. Per questo critico fortemente la sacralizzazione del potere giudiziario messa in atto da certa Sinistra (o presunta tale). Una sacralizzazione che, costruendo il "mito delle procure", ha allontanato l'attuale opposizione dalle questioni fondamentali del Paese. E, in ultima analisi, dalla Politica.

    E vengo alla sentenza. Che dice molto della politica a SGV, perché evidenzia fatti concreti che dovrebbero mettere in allarme la cittadinanza sulla moralità dell'attuale Amministrazione. Parlo di moralità perché, stando alla sentenza, alcun elemento illecito sarebbe emerso a sostegno del provvedimento di scioglimento. E le sentenze si rispettano. Ma la moralità, il senso etico dell'azione pubblica, vengono prima di qualsiasi cavillo normativo, prima ancora di qualsiasi condanna. Sono un presupposto per chiunque decida di assumere una carica amministrativa. 

    Agitprop

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  3. anonimo Says:

    Ritornando un attimo a fatti meno virtuali delle rocambolesche dimostrazioni delle infiltrazioni camorristiche, per essere concreti, si potrebbe discutere di altri fatti visibili sotto gli occhi di tutti.
    Ad esempio: Assunzioni intuitu personae al Comune.
    Ma nessuno si chiede come faccia l'Amministrazione Sangiuseppese ad assumere tanto personale e addirittura anche consulenti, laddove  la manovra finanziaria, entrata in vigore il 31/05/2010, il giorno prima del  grande ritorno di Antonio, ha ribadito lo stop al turnover e la riduzione drastica della spesa del personale.
    In diversi Blog i poveri vincitori di concorsi pubblici si domandano del perchè non possono essere assunti nonostante avessero vinto il concorso prima della entrata in vigore del suddetto decreto legge ed  il 25/06/2010 si ritroveranno tutti a  Roma , alle ore 10,00, avanti a Palazzo Montecitorio, per  una grande protesta sul blocco delle assunzioni.
    Qui  qui da Noi invece, stranamente, si riesce ad  assumere personale  anche doppione rispetto a quello già presente nel Comune,  come se il decreto legge di Berlusconi non riguardasse anche il nostro paese.
    Ma fa che ci siamo trasferiti in Togo e non lo sappiamo?   

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