La scuola italiana e l'arte:

luglio 18, 2008

News

Dall’Espresso.it

Hanno bocciato Gomorra
di Roberto Saviano
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Dodici ragazzi che hanno recitato nel film hanno perso l’anno a scuola. E lo scrittore napoletano racconta quanto questi adolescenti fossero invece bravi, saggi e capaci di discernere tra il bene e il male

Hanno bocciato Totò e Simone e altri dieci ragazzini che hanno recitato in ‘Arrevuoto’. E hanno recitato nel film ‘Gomorra’. Sono stati attori nei teatri più famosi d’Italia. Hanno avuto i complimenti del presidente Napolitano che era andato a vederli alla prima al Teatro Mercadante e poi li aveva salutati uno per uno. Il presidente si era pure lasciato dipingere la faccia di nero da un pulcinella nervoso inserito nello spettacolo. Al Festival di Cannes, il più importante festival del cinema internazionale, hanno ottenuto uno dei tre premi maggiori: il Premio speciale della giuria. Eppure alla scuola media Carlo Levi di Scampia li hanno bocciati.

continua:(clikka)

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7 Responses to “La scuola italiana e l'arte:”

  1. anonimo Says:

    Non riesco a comprendere l’articolo.

    Che cosa si vuol affermare? Che i ragazzi che fanno gli attori in film cari alla sinistra e non vanno a scuola hanno diritto alla promozione ad honorem? Questo è un articolo scritto con i paraocchi.

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  2. anonimo Says:

    Non è l’unico caso. Al liceo Leonardo da Vinci di Poggiomarino appena qualche giorno fa una “fascistella” di insegnante di italiano ha bocciato il lavoro sul libro di Saviano, portato da mio figlio come come argomento a piacere per la prova di italiano. Motivazione? La “fascistella” ha sostenuto, in sede di valutazione, che non essendo Gomorra di Saviano un opera letteraria (non si sa però da chi dovrebbe ricevere tale riconoscimento, forse da lei?) il lavoro non poteva essere valutato.

    Risultato? Il ragazzo pur essendo candidato al 100 si è visto affibbiare un bel 90.

    Anche questo post è scritto con i paraocchi?

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  3. anonimo Says:

    Questa è una bella metafora di della scuola italiana, un posto in cui l’intelligenza e la creatività vengono mortificate ogni giorno, in cui si premia il conformista, il delatore, il crumiro, lo sgobbone senza cervello disposto a farsi mettere i piedi in testa; un posto, in pratica, in cui si insegna a dei ragazzini sicuramente piu’ svegli e intelligenti dei loro professori e genitori a diventare dei pezzi di merda.

    E vista la società in cui ci troviamo devo dire che l’obiettivo viene raggiunto alla grande.

    Ascoltatevi “Dove si va quando”, traduzione di Alessio Lega di una canzone di Renaud… La dice lunga sulla questione…

    Sasà

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  4. ImmigrantSon Says:

    tear down the wall!!!!

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  5. anonimo Says:

    Aprite gli occhi. Non vedete che è tutta una farsa. Nel film gli attori erano gli stessi camorristi. Queste sarebbero le regole ferree raccontate da Saviano; uomini d’onore, uomini che non parlano, etc. La camorra è una costituzione mentale essa è fatta da uomini qualsiasi, senza regole, se non quella della sopraffazione . E’ organizzata, si fa per dire, in forma piramidale e la piramide viene costituita dalla capacità criminale di sopraffazione. Il criminale che incute più paura e che meglio sa gestire gli altri è il capo. Esistono solo le regole del soldo facile, non esiste l’onore ma l’orrore. Funziona così in tutto il mondo, solo che negli altri paesi non hanno dato alcuna definizione particolare al fenomeno se non quella di associazione a delinquere.

    Il sistema per far finire tutto c’è. Non la pena di morte, cui sono contrario, ma la decapitazione delle palle. Tale pena l’indurrebbe a non uscire più per strada (fatto psicologico) e a diventare normali cittadini privati degli istinti di sopraffazione.

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  6. anonimo Says:

    TORNERO’ A GENOVA OGNI ANNO

    Tornerò sempre a Genova. Come ogni 20 luglio. Ci tornerò con il cuore e la mente, con i frammenti di vita che ti passano davanti agli occhi. Con la consapevolezza di essere stato parte di un sogno, di un mondo diverso possibile. Di una sconfitta. Tornerò a Genova come ogni anno. Nonostante le sentenze lassive, la volontà di buttare lo sporco sotto il tappeto di una democrazia malata. Tornerò a Genova fino alla fine, fino a quando la verità non avrà fatto giustizia.

    A Carlo, e a tutti quelli che con il cuore, con la mente o con il corpo sono stati a Genova.

    Per non dimenticare.

    CdT

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  7. anonimo Says:

    mah! resto sempre piu’ perplesso a leggere come tutto possa essere strumentalizzato, anche il profitto scolastico!

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