La riconversione dei tracciati ferroviari: un’opportunità di crescita

aprile 21, 2013

Laboratorio Pubblico

Nel corso degli ultimi vent’anni, il patrimonio insito nelle reti ferroviarie dismesse è diventato oggetto di una rinnovata attenzione, dato l’enorme potenziale socio-culturale e urbano che rappresentano. La loro riconversione offre la possibilità di riqualificare e riconsegnare alla comunità ampie porzioni di città e di territorio.  L’esempio presente nel Comune di San Giuseppe Vesuviano, città sfregiata dal passaggio di una linea ferroviaria statale ormai non più necessari e abbandonata a se stessa, è visibile a tutti: un “non-luogo” che rappresenta la sintesi di un sistema gestionale incapace di creare poli attrattivi sia in termini socio-culturali che economici. Dato questo per assodato, c’è da riflettere sul fatto che questi spazi “fintamente pubblici” possano trasformarsi nell’asse sul quale fondare l’idea di cambiamento radicale, rivalutando queste aree così da destinare e riconsegnare interamente alle comunità locali nuove forme di urbanizzazione. Le riconversion si presentano come l’opportunità per poter donare, attraverso la progettazione di nuovi spazi pubblici, una nuova identità alle città eliminando le obsolete antropizzazioni e progettando spazi a misura d’uomo. Iniziative tali sono state già portate avanti con successo laddove ci sia stata la volontà pubblica di ridare lustro ad aree ormai in declino, dove ci si è resi conto che una riconversione di aree decadenti o abbandonate era diventata inevitabile. Possono essere richiamati casi emblematici come New York, Parigi, Chicago, dove, attraverso il concetto di recupero sostenibile, è stato possibile da parte dell’intera comunità riappropriarsi di aree comuni e consolidare i rapporti socio-culturali. Nel recente passato la nostra linea ferroviaria, che parte da Torre Annunziata e arriva a Cancello, è stata oggetto di interesse da parte delle associazioni politiche e culturali per la realizzazione di una lunga pista ciclabile dedicata al collegamento di tutti i paesi che attraversa, riscontrando però difficoltà nella realizzazione a causa della necessaria sinergia tra i comuni interessati e alla essenziale sostenibilità economica dell’opera stessa una volta ultimata. E’ in questo contesto che la proposta di realizzare solo una porzione di tale tracciato rende l’operazione più snella dal punto di vista burocratico e più sostenibile dal punto di vista economico L’intera area della stazione delle ferrovie dello stato di San Giuseppe Vesuviano può essere oggetto di una riqualificazione urbana di circa 2000 mq. L ipotesi progettuali che abbiamo promosso e presentato il 24 marzo 2012 nella sede del Collettivo Vocenueva nel corso dell’evento 2Q12 prevedono una serie di interventi mirati al recupero sostenibile, attraverso la realizzazione di un percorso pedonale che circoscriva l’intera area. L’obiettivo è favorire l’adesione alla disciplina podistica presente sul territorio, predisponendo uno specifico arredo urbano tale da ricreare l’idea di una palestra all’aperto. A questo va aggiunto l’inserimento di aree destinate ad orti sociali che possono avere un ruolo importante nella società come luoghi di incontro e di integrazione tra giovani ed anziani, scolaresche, famiglie, lavoratori, disoccupati, persone di diversa origine e nazionalità, ma soprattutto per dare una sostenibilità concreta di tipo economico-ambientale all’area. Inoltre, è possibile dedicare aree da destinare alla personalizzazione urbana mediante un’area murales dove esprimere la propria creatività. Tutto questo deve essere supportato da una reale sostenibilità economica basata sulla riconversione dei fabbricati in disuso per la creazione di attività di ristoro, culturali e organizzative, così da auto-promuovere lo sviluppo del settore edilizio-commerciale presente dell’intera zona.

Si può così immaginare di sostituire binari morti,
erbacce, una discarica a cielo aperto in un quadro
fatto di verde, di specie arboree autoctone e finalmente un posto dove ritrovare la gioia di ridefinirsi
cittadini.
Migliorarsi, si può?

Antonio Amaro
Antonio Carillo
Francesco Chiocchetti
Andrea Giordano Buono

Tratto da LP Laboratorio Pubblico n2 Aprile

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