La mia esperienza ad Atreju.

settembre 19, 2008

News

03Per dovere di cronaca e per malsano masochismo, anche quest’anno ho partecipato ad Atreju. Innanzitutto, spieghiamo cos’è Atreju, partendo dalle prime righe del sito dedicato alla festa di Azione Giovani.

"E’ finita. Come molti dei partecipanti, anche Atreju ha preso il volo, è salito su Falkor, il fortunadrago, ed è ritornato a casa sua. Ma resta il ricordo di giorni fantastici, resta un inestricabile groviglio di emozioni, ragionamenti, bevute, tensioni e risate."

Di certo, le bevute sono state tante; diversamente, sarebbe stato difficile vedere Atreju allontanarsi su Falkor, il fortunadrago (sic!). Prova ne è l’enoteca "Uva libre", sempre più affollata dello spazio riservato a conferenze e comizi. Ma va bene: sono "giovanotti" pure loro, quelli di Azione Giovani, anche se in scaletta avevano la serata "ballo senza sballo". De gustibus.

Il parterre degli ospiti era senz’altro guarnito. Da assoluti sconosciuti fino al presidente del Consiglio, che in situazioni del genere concede performance paragonabili solo a quella messe in scena da Bruno Vespa, tra una velina e un giornalista prezzolato. Nel mezzo, tutto lo stato maggiore di AN, parte della Lega, qualche esponente dell’opposizione. Tutt’attorno, concerti (dai patinatissimi e protoliceali Finley, a Bennato…Bennato?!?…mah, come cambiano i tempi), fotografie e fiumi di "uva libre". Molti gli stand delle associazioni "affini", da Azione Studentesca ad Azione Universitaria (notare la fantasia e l’originalità delle denominazioni). A ricordarci che questa festa di gioventù vuole idealmente ricollegarsi ai Campi Hobbit degli anni ’70-’80 – ovvero alle settimane di musica, arte e politica, vere e proprie fucine di "nuova destra", ma anche aggregatrici di futuri terroristi neri – c’è Hobbiville, lo spazio cazzeggio-fantasy della festa. Immancabili, la Compagnia dell’Anello, gruppo folk della serie "mo mi sparo sui coglioni tra una ballata irlandese e due cornamuse in salsa tarantellata". In questo mix di gita scolastica, campo boyscouts, chitarre papaboys e dichiarazioni di guerra al materialismo-relativismo-conformismo-ecc, la padrona di casa, Ministro Giorgia Meloni, è incaricata delle interviste dei personaggi "di peso". Nonostante sparuti barlumi di interesse, troppo spesso gli incontri si sono tradotti nelle solite, logorroiche disquisizione sul "come siamo bravi e originali noi, quanto sono brutti, incapaci, antichi, conservatori, loro". E nel loro c’è incluso mezzo mondo. Di più, c’è tutto quello che è restato fuori al perimetro occupato da Atreju. Autoreferenzialità che scorre, peggio dell’uva libre. Nelle immagini che accompagnano questo post se ne scorge un esempio. La critica fatta ad Emergency è stata feroce. Gino strada è diventato un terrorista, perchè estraneo al mondo incantato di Atreju. Non viene riconosciuto nulla, a lui ed ai suoi medici. Né le vite salvate, né l’essere in molti paesi di guerra gli unici centri di cura e riabilitazione per i mutilati da mine antiuomo, una parola di conforto per chi vieve il peso delle "guerre democratiche". Né l’aver dato supporto nelle operazioni di liberazione di ostaggi italiani e non, né l’aver costruito una rete di relazioni e consenso che in alcuni lughi può essere la discriminante fra la morte di un nostro connazionale (non solo militare) e la sua sopravvivenza.

Autoreferenzialità che si nutre di distacco dalla realtà. Atreju: l’adolescente de "la storia infinita" che lotta contro la ragione, che cerca di salvare Fantàsia dal "Nulla" (ovvero, la Ragione materialista), che invita i bambini a non smettere di immaginare Non si cambia la realtà, perchè il reale ammazza la fantasia.  Bisogna tornare ad immaginare, impalpabilmente, ad issare le proprie barricate contro il mondo – reale – che ci avvolge. E allora giù con Tolkien, mostri, nani, elfi: razze distinte, popoli che non si "imbastardiscono", non si mescolano, al massimo cooperano guidati dagli "uomini" buoni, cavalieri contro il "Male" che avanza, e che di volta in volta assume le sembianze dei pacifisti-terroristi, degli immigrati-terroristi, dei froci-terroristi, dei terroristi-terroristi. Atreju su Falkor, il cane volante, pardon, il fortunadrago: bianco! La storia che si ripete; "storia infinita".

Non un accenno critico, un’analisi "reale" dello "stato di cose presenti". Neppure un cedimento di fronte all’apertura "antifascista" di Fini, anzi. Lotta dura contro il materialismo che avanza, il conformismo antifascista; un continuo susseguirsi di distinguo, diversità. "Eccezionali per scelta", questo il motto della festa dei giovani di AN. Così eccezionali, così originali, così distinti da sembrare ancora, stancamente, ghetto. Come venti, trenta, quarant’anni fa. Solo che allora, nel piattume delle marce pseudo-militaresche e delle croci celtiche sventolanti sulle colline di Montesarchio (il primo Campo Hobbit), riuscivano ad emergere personaggi come Marco Tarchi. Fascisti duri, non c’è dubbio, ma di una fine capacità intellettuale, oggi stimati ed affermati accademici, eletti segretari del Fronte della Gioventù, ma preferiti da Almirante ai più mansueti ed obbedienti alla Gianfranco Fini, giunto quinto alla conta dei voti, ma primo nelle grazie del fucilatore-segretario Giorgio.  Personaggi come Tarchi, che ebbero l’acume di criticare la destra, aspramente. Di volerla "nuova", depurata dal nostalgismo ed aperta alla modernità, per quanto ancora legata a certe restrizioni mentali. Non appare strano, dunque, che Tarchi sia poi stato espulso dal MSI.

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Ecco, Atreju, quest’anno più che altri, mi è sembrata una fortezza in difesa dall’assedio dei barbari. Avulsa a qualsiasi novità, quasiasi contaminazione, anche la più impercettibile. Un tolkieniano Fosso di Helm, dove gli uomini – rigidamente divisi in caste, con i nobili-cavalieri a combattere le bestie e i morti di fame nel cortile, ad aspettare la lama degli avversari – guidano le forze del "bene" contro il "male". E i barbari oggi sono gli immigrati, i gay, i musulmani, a maggior ragione se "di sinistra", come ha spesso sottolineato il sindaco leghista Tosi, tra i più applauditi della manifestazione. I barbari-immigrati, integrabili sono se disciplinati, asismilati alle "nostre regole", come i nani e gli elfi di Tolkien; ma avversati, combattuti, distrutti, se portatori di una identità altra. Nemici della Patria, servi di Saruman, bestie impure: orchi e Uruk-hai.

E allora esci da Atreju, di sera, sfinito dal tasso di volgarità delle banalità ascoltate, incapace di reggere altri discorsi su Luxuria all’Isola dei Famosi, con cui troppe volte ti hanno incastrato al banco dell’ "Uva libre", sconsolato. Forse sconfitto. Pechè in fondo, per anni, ti sei trascinato qui con una speranza. E per farlo, ti sei preparato, hai studiato il fenomeno, le sue dinamiche, il suo ruolo storico. Per essere pronto, nel caso ti fosse capitato di dover affrontare una discussione tra coetanei appassioniti di politica sul "futuro della destra". Ti sei digerito tutti i testi di De Benoist, De Grelle, Evola, Romualdi, Guénon, Spengler, Rilke, Eliade: roba che oramai non t’ammazza più nessuno. Hai sorriso sfogliando  le prime edizioni de "La Voce della Fogna" (la rivista del ’77 neofascista), hai pianto e ti sei incazzato leggendo il necrologio infinito dei morti per le stragi "nere" di quegli anni. Ma niente: al banco dell’Uva libre tutte le tue speranze si sono infrante di fronte all’odio omofobo e del militante, del federale, del segretario, che proprio non riescono a digerire un uomo con le tette che fa l’idiota in un programma idiota. Così importante da dovergli dedicare minuti, ore, serate intere, mentre bevi vino scadente e speri si discuta di qualcosa che abbia davvero un senso politico.

Tanto che importa. La fila di militanti che vomita a pochi metri dal palco chiude anche quest’anno l’occasione mancata dei giovani di AN. Peccato. Anche perchè, alla ricerca di risposte alle mie domande tra la folla dei militanti, mi sono perso la vera attrazione della festa: il torneo di Texas Hold’em. Ques’anno c’era pure Pupo.

Aggiornamento: sulla questione dell’identità in AN e su dibattito fascismo-antifascismo, rimando all’intervista di Domenico Fisichella, teorico della trasformazione di Fiuggi, apparsa ieri sul Manifesto.

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8 Responses to “La mia esperienza ad Atreju.”

  1. mezzalasinistra Says:

    Non mi stupisce nulla di questa festa aennina. In un documentario di 2 anni fa, la adesso ministra Giorgia Meloni alla domanda: “Qual’è il tuo libro preferito?” risponde: “Il signore degli anelli”. L’intervistatore (giustamente) risponde: “banale”.

    Se avete l’occasione vedetelo: Avere Ventanni – Politica Zero.

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  2. albertocatapano Says:

    Ottimo ritorno al post di agitprop..Ben scritto, documentato e raccontato da un punto di vista molto condivisibile.

    Neanche me sorprende questa “kermesse” dell’autoreferenzialità–come scritto da agitprop—…Anzi, ho visto qualche battuta non felice del Berlusca e qualche altra barzelletta ridicola…

    Credo che il livello sia rimasto questo,e, come si evidenzia dal post,l’evento di tutta le festa è il Torneo di Hold’Em…

    Il fatto, per me inquietante, è questo atteggiamento “morbido” e decisamente revisionista nei confronti del fascismo…

    Ben ha fatto Fini (in qualità di presidente della Camera) a ribadire che l’essere antifascista è una condizione necessaria per dichiararsi democratico…Ma la smentita della base del consenso di An lascia immaginare che qualcosa cambierà ai vertici, forse stanno preparando la successione o forse faranno un nuovo congresso a Fiuggi, dichiarando nullo quello avvenuto nel 91′..

    E la sinistra?? Si perde nelle pippe mentali di Veltroni, sempre più attento a tenere a bada i vari Parisi e i vari D’Alema e Amato che ammiccano con la maggioranza per un dialogo possibile…su cosa poi?? Sulla prossima porcata della legge elettorale europea (e si metteranno d’accordo per toglierci la preferenza) e sul prossimo federalismo fiscale (leggi bancarotta del Sud)….

    Per la sinistra (democratica e comunista) siamo al punto zero, anzi ancora ai blocchi di partenza, mentre la destra (berlusconiana e simil-indipendente) continua ad andare avanti tra una porcata e un’altra, tra una legge spot (tipo prostituzione e immigrazione) e una carogna (intercettazioni e lodo Alfano)….Cosa ci riserva il futuro politico??? Altre 2 legislature del Berlusca (in qualità anche di Presidente della Repubblica) o il “solito” avvicendamento ?? Che vinca il meno peggio…

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  3. anonimo Says:

    Alleanza Nazionale è in piena crisi d’identità. Messo in piedi in mezza giornata il carrozzone del PdL, ora bisogna costruire davvero il partito. E inevitabilmente bisogna lasciarsi dietro quello vecchio, con tutto ciò che questo comporta. Bisogna abbandonare parte della propria storia, avere il coraggio di rinnegarla. Non è facile, non sarà possibile per tutti i militanti ed i dirigenti del partito. Il problema è che le resistenze vengono proprio da Azione Giovani, che dovrebbe essere invece il motore del cambiamento.

    Mantenere un certo legame con il proprio mondo, va bene. La stessa lettura di Tolkien è un segnale in tal senso (anche se solo in Italia la trilogia dell’anello divenne un cult per i neofascisti; altrove ebbe ben più degna accoglienza). Ma tutto ciò appartiene alla rappresentazione di sé che si costruisce all’interno del partito. All’esterno, bisogna fare i conti con i nodi storici della storia repubblicana. A cominciare da fascismo e antifascismo.

    Il mio timore è che tutto, in AN, venga risolto “alla berlusconi”: col qualunquismo (vedi le dichiarazioni del signor B. alla domanda sulla questione sollevata da Fini).

    Agitprop.

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  4. anonimo Says:

    che palle! che alleanza nazionale e’ in crisi d’identita’ puo’ essere…………..ma tutto il centro sinistra italiano che fa? quale crisi vive? semmai esistesse ancora!

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  5. agitprop Says:

    Infatti, una cosa non esclude l’altra. Non mi sembra che su questo blog si siano lesinate critiche al centro-sinistra.

    A volte si potrebbe anche fare un discorso senza rimarcare costantemente la bandiera.

    Altrimenti a che serve la dinamica post-comment.

    Agitprop.

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  6. albertocatapano Says:

    Ben detto agitprop…

    Sarebbe culturalmente produttivo se qualcuno di idee opposte alla nostra incominciasse a esprimere il suo pensiero in materia…

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  7. anonimo Says:

    Sarebbe culturalmente produttivo se qualcuno di idee opposte alla nostra incominciasse a esprimere il suo pensiero in materia…………

    STRAORDINARIO……….questa me la segno!!!!!!!!!!!!

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  8. anonimo Says:

    le pillole di saggezza del fiordilatte

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