La buona notizia.

dicembre 21, 2007

News

DeathPenalty"The death penalty is no more effective a deterrent
than life imprisonment… It is also evident that the
burden of capital punishment falls upon the poor, the ignorant and the underprivileged members of society."

United States Supreme Court Justice

Siamo oramai in clima natalizio. C’è traffico, negozi e vetrine luccicanti, scuole ferme, regali. Il clima convenzionale di questa parte dell’anno avvolge un po’ tutti. Lo si voglia o meno, si è investiti dalla festa, dai brindisi, dagli amici e dalla famiglia. Ecco, quest’anno il mio Natale sarà diverso, migliore. Quest’anno il Natale sarà giustificatamente "più buono", come spesso è impresso nei biglietti augurali che distrattamente ci scambiamo. Lo sarà perchè, come avviene spesso nei film-panettone, meno nella realtà, alla fine arriva la "buona notizia". Ed è di quelle a suo modo storiche, anche se passata sotto tono. Sovrastata dalla cronaca del quotidiano, dai gialli di Perugia e dai libri scontati e voyeuristici di Vespa che immancabilemnte qualche parente vi regalerà. Per farvela pagare, ovviamente.
La buona notizia è del 19 dicembre scorso: l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato la moratoria contro la pena di morte. Un successo della diplomazia italiana, una vittoria per tutto il Pianeta. Certo, non mi illudo. E’ un primo passo, l’impalpabile goccia nel mare. Ma è pur sempre un primo passo. 104 voti favorevoli, 54 i contrari, 29 gli astenuti: una maggioranza schiacciante. Sconforta vedere tra gli oppositori la "grande democrazia" americana, affiancata dai peggiori regimi autoritari del pianeta, da Myanmar all’Arabia Saudita, dal "rogue state" di Teheran alla Cina. Alleanze trasversali, nel bene e nel male.
Un regalo lieto, dicevo, che vale più di tanti pacchi sotto l’albero. Perchè riporta prestigio al nostro malandato paese, conosciuto giustamente per il buon vino e la pasta, tristemente per la mafia, gli scandali calcistici, l’abnorme conflitto di interessi. Ma oggi, dopo 13 anni di lento e continuo lavoro, l’Italia conquista un podio alto nel multilateralismo. Una potenza minore, condannata alla subalternità rispetto alle grandi potenze ed ai "giganti emergenti" d’Oriente, che sceglie di giocare un ruolo importante in campo etico. Di questo, credo, si può essere orgogliosi sullo scenario internazionale. Ed è un piacere nuovo, inedito. Buon natale a tutti.

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3 Responses to “La buona notizia.”

  1. anonimo Says:

    Per una buona notizia che arriva, eccone una cattiva.

    Il sindaco di Milano, Moratti, ha vietato l’accesso agli asili ai figli di extracomunitari senza permesso di soggiorno. Viva l’integrazione. Viva l’Italia.

    AGTPRP

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  2. albertocatapano Says:

    Un’altra buona notizia :

    La Spagna ci ha superati in termini di PIL e la Grecia fra tre anni conta al sorpasso…

    La moratoria sì è un ottimo successo diplomatico del baffettinod’alema però non vorrei che l’italia perdesse un posto nel G8 proprio a favore di Zapatero…

    Perchè alla fine credo che questo sia il prossimo obiettivo degli spagnoli…Non credi agitprop??

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  3. anonimo Says:

    Guarda Alberto, non esagererei sul punto. Il dato è interessante, ma non drammatico. Parliamo di un sorpasso del PIL pro capite che avviene in una congiuntura sfavorevole per l’Italia e vantaggiosa per la Spagna (che cresce a ritmi tra il 3,5 e il 4,5%, mentre noi, dopo un quinquennio di crescita zero, stiamo attestandoci poco sotto il 2%). Il dato, dicevo, non è drammatico e non mette in discussione nel modo più assoluto il ruolo dell’Italia nel G8. In primis, perchè il volume delle nostre esportazioni è il doppio di quello spagnolo. Inoltre, nonostante le vistose problematiche, dovute sia alla congiuntura internazionale sia all’instabilità interna, il tessuto produttivo italiano è massicciamente più solido di quello spagnolo. Da rilevare che il sistema iberico sta conoscendo una fase di forte dinamicità e ottime performance nel settore finanziario, ma questo dato è “ciclico”, dovuto anche alla vasta precarizzazione dei rapporti di lavoro. In parole povere: le nostra fondamenta sono più robuste, anche se attraversano una fase di smottamento. Non da ultimo, il nostro paese ha perso miliardi in fondi strutturali dell’UE proprio perchè, con l’ingresso dei nuovi membri (e la variazione dei parametri d’accesso), molte di quelle risorse sono state dirottate su Spagna e Polonia e, in misura minore, su Irlanda e paesi balcanici membri.

    Questo non assolve l’Italia, dove molte delle energie produttive si perdono in corruzione, lentezza burocratica e, in misura inversa, nella mancanza di risorse dovuta ad un’evasione fiscale dalla cifra incalcolabile. Aggiungi un debito pubblico intorno al 104,5%, i cui interessi gravano sull’intero sistema paese, e il quadro sarà abbastanza chiaro. I problemi vi sono e sono gravi, ma alcuni dati restano confortanti. Un esempio: la meccanica di precisione. Sembra strano che l’italia delle griffe e del cibo doc abbia un settore d’eccellenza in un mercato fortemente all’avanguardia come questo. Eppure, solo nel 2006, la meccanica di precisione, con distretti importanti anche al Sud, ha esportato da sola lo stesso volume che la Polonia registra globalmente in uscita nello stesso lasso di tempo. Sono dati confortanti, un buon inizio. Se questi dati fossero aiutati da un sistema politico meno frammentato e più efficiente, probabilmente riusciremmo a sviluppare appieno certe potenzialità. E, soprattutto, potremmo mettere in asse un parallelismo tra Madrid e Roma, sia in termini economici (su questo punto, gli ostacoli alla fusione Abertis-Autostrade sono stati un errore imperdonabile), sia in termini di politica estera e europea (puntando a spostare il baricentro dell’Unione verso il Mediterraneo).

    Agitprop.

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