“Gioco d’azzardo, un triste primato per la Campania”. Gli adolescenti i più a rischio: tra slot e giochi online la patologia dilaga

giugno 12, 2016

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Da Laboratorio Pubblico 32“Gioco d’azzardo, un triste primato per la Campania”. 

Gli adolescenti i più a rischio: tra slot e giochi online la patologia dilaga

Una pensione dignitosa dissipata. Una famiglia indebitata e vittima degli usurai. Un suicidio a soli 19 anni. Sono solo alcune delle tristi storie, comuni al Nord e al Sud, con un’unica causa: il gioco d’azzardo patologico (GAP). Almeno 900mila gli italiani affetti, circa l’1,5% della popolazione nazionale. Con lo Stato che incassa dal gioco legale almeno 8 miliardi di euro, e le mafie che ricevono da quello illegale non meno di 23 miliardi. Sono questi i contorni di un fenomeno dilagante, ormai una vera e propria patologia sociale, oltre che una delle maggiori “industrie” del Paese. L’Italia stampa un quinto dei gratta e vinci di tutto il mondo e detiene il record di apparati elettronici da gioco: sono 340.785 le slot in funzione attualmente, le classiche slot che si vedono in bar e tabacchi, e 51.971 videolottery, le macchinette 2.0 capaci di erogare premi fino a 500mila euro e autorizzate solo in ambienti dedicati. A tutto ciò si aggiunge il complesso mondo delle scommesse e dei giochi d’azzardo illegali, che offre alle varie criminalità organizzate colossali possibilità di riciclaggio di denaro. Dal report 2015 pubblicato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è emerso che le scommesse sportive hanno raggiunto il livello record di 1,2 miliardi. Napoli resta in vetta alla classifica delle città italiane dove si è giocato di più, con 379milioni di euro. Oltre ai bar, ai tabacchi e alle sale scommesse, luoghi sempre più frequentati dai minori, da qualche anno in molti hanno iniziato ad alimentare il mercato dei servizi online. 

Nel 2014 l′Agimeg (Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco) ha registrato il maggior numero di puntate online, in particolare nella regione Campania, con il 18%, a seguire Lombardia con il 12%, Sicilia con l′11%, Lazio e Puglia con il 10%. Ma il dato più allarmante è quello relativo al numero di ragazzi a rischio patologico: la Campania anche qui detiene un primato negativo con il 57% di adolescenti coinvoltirispetto a una media nazionale del 47,1%. Oltre 19mila gli studenti a rischio e 13mila quelli con profilo problematico, è quanto emerge dai dati sull’azzardo patologico resi noti dal Dipartimento dipendenze dell’Asl Napoli 1.

Ma non chiamatela ludopatia, avvertono gli esperti, perché il piacere del gioco manca del tutto in chi ne soffre. Il gioco d’azzardo patologico è un vero e proprio disturbo psicopatologico che si caratterizza con una forma di dipendenza e che si trasforma in sofferenza se il soggetto si trova obbligato ad astenersi dalla pratica. Il gioco d’azzardo riesce a provocare cambiamenti dello stato mentale e fisico dei soggetti affetti. I meccanismi cerebrali e le disfunzioni correlate alla base sono gli stessi di un soggetto che fa uso di alcool o droghe: memoria selettiva, distorsione della percezione temporale, sovrastima delle proprie capacità, fino l’attribuzione di caratteristiche umane agli oggetti di gioco.

Ragazzini e slot machine

A livello normativo nazionale, sebbene il gioco d’azzardo sia già perseguito penalmente da tempo, è l’art. 5 del decreto legge 13 settembre 2012, n. 158, (il c.d. “decreto Balduzzi”), che ha previsto l’inserimento nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) delle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione della manifestazione patologica. Le persone affette da questo tipo di dipendenza rientrano tra coloro cui sono rivolti i servizi territoriali per le dipendenze (SERT, Centri diurni, ecc.) già attivi nelle Asl. In Campania, l’ex governatore Caldoro aveva istituito l’Osservatorio regionale sulla dipendenza del gioco d’azzardo, stanziando 300mila per il contrasto del fenomeno. Tuttavia, a distanza di 3 anni circa, ancora nulla è stato implementato. Circa un mese fa, è stato votato all’unanimità un ordine del giorno a firma del consigliere Francesco Borrelli dei Verdi, che ha chiesto alla Giunta di avviare immediatamente tutte le procedure per l’attuazione delle norme regionali tese a ridurre la dipendenza dal gioco.

E sono tantissime le associazioni, i movimenti, ma anche Regioni e singoli comuni impegnati quotidianamente nella definizione di strategie di contrasto e sensibilizzazione alla patologia. Al “Manifesto delle Regioni per la lotta al gioco d’azzardo patologico”, promosso dalla Regione Lombardia e il movimento “No Slot”, ha aderito poco tempo fa anche la Regione Campania. Anacapri è stato il primo comune a bandire, anche attraverso una lunga battaglia legale e un referendum popolare, la presenza di slot machine e vlt su tutto il suo territorio. Mentre i comuni di Napoli e Piano di Sorrento hanno emanato regolamenti appositi che disciplinano orari di apertura, distanze minime da punti sensibili (come scuole, biblioteche, chiese) di esercizi al cui interno vi sono slot machine e altri giochi che causano dipendenza patologica. Previsti anche sconti sulle tasse locali per tutti coloro che decidono di eliminare o non installare i giochi considerati d’azzardo. 

Il trattamento del gioco d’azzardo patologico necessita di un approccio multifattoriale e deve basarsi su progetti di prevenzione del gioco nelle popolazioni a rischio (es. adolescenti) con importanti azioni di intervento sui fattori scatenanti di natura sociale (es. emarginazione, prevenzione del rischio di commettere reati, gestione finanziaria ecc.) coinvolgendo istituzioni, scuole e famiglie. E’ proprio in quest’ottica di prevenzione e sensibilizzazione che il gruppo consiliare Vocenueva sta lavorando per chiedere all’amministrazione di impegnarsi in una verifica dei regolamenti in essere e per porre in campo azioni di contrasto per un fenomeno che anche da noi ha assunto livelli preoccupanti.

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