FINE DI UNA DITTATURA? | ||
È notizia di oggi. Anche i NINE INCH NAILS, dopo i RADIOHEAD, rinunciano al contratto con una major discografica. “Ho atteso a lungo la possibilità di fare questo annuncio”, scrive orgogliosamente Trent Reznor sulle pagine del sito del gruppo (http://www.nin.com). "Da adesso in poi i Nine Inch Nails sono battitori liberi, liberi da qualsiasi contratto di registrazione con qualsiasi etichetta".
Una scelta di campo netta, in cui l’autoproduzione diventa effettivamente reale, basata su un rischio calcolato che, almeno per il momento, appare come un vero azzardo. Si può continuare ad esistere senza etichetta discografica? I Radiohead vendono il loro ultimo album “In rainbows” direttamente dal loro sito (http://www.radiohead.com), da cui i pezzi sono addirittura scaricabili a ‘offerta libera’ (dal 10 ottobre), ulteriore sberleffo a chi ha detenuto per decenni il controllo dell’espressione artistica spesso ai danni degli stessi artisti. Così, la musica si libera veramente, recide i vincoli con gli intermediari, rompe la dittatura della filiera tradizionale (produzione e distribuzione su tutto) che ha asfissiato il mercato facendo cadere a picco le vendite anche dell’ultimo dei supporti, il CD. È l’inizio della fine della discografia tradizionale? Articolo tratto dal sito www.lucaferrari.net A seguire,una canzone dedicatami da uno dei maggiori poeti italiani del 900,Fausto Amodei Raffaele Raffaele si chiamava e nel Messico era nato quando seppe un po’ parlare Mamma: dimmi è proprio male La sua mamma si inquietava e lo fece benedire Quando era ancor fanciullo Mamma: dimmi è proprio male… Quando un giorno la scintilla arse dell’insurrezione Ma poichè benchè l’amore Mamma: dimmi è proprio male… Ma alla lor felicità qualche cosa ancor mancava Lei gli disse un po’ orgogliosa Mamma: credo che si male Ma quel caro paparino non lo stette ad ascoltare Fu così che il ribelle E con l’ultimo suo fiato Ora: so che non è male |
Dedicato
ottobre 15, 2007
5 Responses to “Dedicato”
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ottobre 15, 2007 at 4:01 pm
Credo che sia la via giusta. Chi vuole il cofanetto dei Radiohead paga 40 euro (ed ha doppio cd, doppio vinile, book fotografico, libricino dei testi, codice per scaricare canzoni da web). Chi invece vuole acquistare l’album da internet può fare un offerta a piacere e si scarica l’intero disco. La mia domanda adesso è: Avranno tutti il coraggio di Radiohead e Nine Inch Nails?
ottobre 15, 2007 at 4:10 pm
ma soprattutto..rinunceranno tutti ai denari facili e sicuri offerti dalle Majors?
ottobre 15, 2007 at 5:13 pm
Anche io tra 50 anni, dopo che le case discografiche mi hanno riempito di soldi, faccio il pazzone mettendo la mia musica ad una offerta a piacere……
Cmq il fatto è positivo!!ma se lo possono solamente permettere i pazzoni arci miliardari della musica…
ottobre 15, 2007 at 7:33 pm
Io la vedo in una prospettiva diametralmente opposta rispetto a brassem: la rete democratizza il mercato della musica. Dieci o venti anni fa le opportunità attuali non esistevano ma, ora, con un pc e una connessione puoi registrare dieci tracce e, potenzialmente, farle ascoltare a milioni di persone. Se poi riesci anche a trarre profitto da tutto questo, bypassando il meccanismo della major, non ci vedo nulla di male. E queste opportunità non sono solo per “i pazzoni arcimiliardari della musica”. Sono per tutti.
ottobre 15, 2007 at 9:32 pm
Video sorveglianza. Un illecito proclamato.
Pubblicato il 15 Ottobre, 2007 Scritto da Giovanni Venturini in Prima Pagina, AttualitàSan Giuseppe Vesuviano –
Fà discutere il progetto dell’amministrazione comunale di San Giuseppe Vesuviano sulla rete di video sorveglianza che a breve sarà attuata capillarmente su tutto il territorio cittadino. Già dalla motivazione di utilizzare 264 videocamere per la sorveglianza dell’intero territorio cittadino, cosi come proposto da Vincenzo Ugliano, giovane capo gruppo di Forza Italia del consiglio comunale di San Giuseppe Vesuviano, determina lo stato assoluto di illecito per come è concepito l’intero progetto.
Andiamo per ordine, la proposta di Ugliano, condivisa da tutta la maggioranza, si scontra con le più elementari norme sul diritto alla privacy. L’ idea partita e motivata con orgoglio da Ugliano a fine agosto, sarebbe stata avanzata a causa delle scritte indelebili che appaiono sui muri. Graffiti lì da decenni, che realmente deturpano l’immagine della nostra città. In realta sono nella media di qualsiasi altra cittadina di circa 25 mila abitanti, di conseguenza la motivazione si dimostra già a priori infondata. Se poi la si vuole valutare dal punto di vista legale, basti leggere il provvedimento del garante sui dati personali in materia di video sorveglianza, dove ci si accorge, che come è stato concepito il progetto non è assolutamante legale, quindi a sua volta inattuabile.
Ugliano non si arrende e dichiara che serve anche per vigilare sulla raccolta differenziata. A questo punto, ci sono alcuni commi specifici nel provvedimento generale in materia di video sorveglianza, dove si recita testualmente: “Risulta parimenti priva di giustificazione l’installazione di impianti di videosorveglianza al solo fine (come risulta da casi sottoposti al garante), di controllare il rispetto del divieto di fumare o gettare mozziconi, di calpestare aiuole, di affiggere o di fotografare, o di altri divieti relativi alle modalità nel depositare i sacchetti di immondizia entro gli appositi contenitori.”
“In applicazione dei principi richiamati, il controllo video di aree abusivamente impiegate come discariche di materiali e di sostanze pericolose è lecito se risultano inefficaci o inattuabili altre misure.
Come già osservato, il medesimo controllo non è invece lecito – e va effettuato in altra forma – se è volto ad accertare solo infrazioni amministrative rispetto a disposizioni concernenti modalità e orario di deposito dei rifiuti urbani.”
Insomma anche qui la proposta di Ugliano si mostra legalmente assai labile, ma non finisce qui, se si parla di 264 occhi elettronici che dovranno sorvegliare la nostra cittadina
24 ore su 24 si va incontro ad un’altro grave illecito, infatti la normativa specifica che non è possibile, “per questione puramente di privacy installare impianti di video sorveglianza nell’intera area comunale”. E’ da premettere che il numero di 264 telecamere in un territorio di soli 14,09 kmq riesce a coprire, praticamente, la sorveglianza dell’intero comune, cosa vietatissima perchè non garntisce la riservatezza dell’individuo all’interno della città.
Martedi 9 ottobre presso il municipio si e svolto il summit per presentare la prima rete di video sorveglianza, erano presenza il sindaco di San Giuseppe Vesuviano Antonio Agostino Ambrosio, gli assessori Nicola Menzione con delega alla sicurezza, Massimo Boccia con delega alla pubblica istruzione, il tenente della Polizia locale Salvatore Coppola che insieme ad il capo ufficio Tecnico Domenico De Angelis ed il membro esterno Settimio Perillo, hanno illustrato il progetto di video sorveglianza dal costo di 24 mila euro che nei prossimi giorni sara reso operativo.
Il progettto prevede l’istallazione di un sistema video specificatamente operativivo 24 ore su 24 presso alcune scuole elementari e medie della città, motivandone la scelta “per una serie di atti vandalici a discapito degli edifici scolastici che sono avvenuti nei mesi scorsi .” E anche qui ci sono alcune negligenze molto pericolose da parte di quest’ultimi, in particolare gli impianti di videosorveglianza possono essere attivati solo quando altre misure siano ponderatamente valutate insufficienti o inattuabili. Se la loro installazione è finalizzata alla protezione di beni, anche in relazione ad atti di vandalismo, devono risultare parimenti inefficaci altri idonei accorgimenti quali controlli da parte di addetti, sistemi di allarme, misure di protezione degli ingressi, abilitazioni agli ingressi.
Se si considera che la Polizia locale è attiva 24 ore al giorno basta installare all’interno degli edifici scolastici antifurti collegati alla centrale operativa, senza la neccessita di ricorrere alla video sorveglianza di conseguenza la superficialità dell’attuale amministrazione colpisce anche i bambini che frequentano le scuole sangiuseppesi, di fatti la legge italiana vietà l’installazione di sistemi video sorveglianza 24 ore su 24 nei pressi delle scuole, cosi come specificato dalla normativa sulla praivacy.
“L’eventuale installazione di sistemi di videosorveglianza presso istituti scolastici deve garantire “il diritto dello studente alla riservatezza” (art. 2, comma 2, d.P.R. n. 249/1998) e tenere conto della delicatezza dell’eventuale trattamento di dati relativi a minori.”
“A tal fine, se può risultare ammissibile il loro utilizzo in casi di stretta indispensabilità (ad esempio, a causa del protrarsi di atti vandalici), gli stessi devono essere circoscritti alle sole aree interessate ed attivati negli orari di chiusura degli istituti, regolando rigorosamente l’eventuale accesso ai dati. “Cosa che la nostra amministrazione non ha interessa ad attuare, infatti L’assessore Massimo Boccia dichiara che “il controllo video sarà a ciclo continuo”.
Ragazzi Pubblicate anche questo sul vostro blog.
Grazie
Giovanni Venturini