Da LP n. 10 : Futuro a tinte fosche per la SS268

febbraio 27, 2014

Laboratorio Pubblico

Da Laboratorio Pubblico n. 10:

Futuro a tinte fosche per la SS268

Lavori bloccati, disinteresse politico e controlli inesistenti sulla Statale del Vesuvio

Tremilasettecento, come gli abitanti di un quartiere di San Giuseppe Vesuviano. E’ il numero delle vittime di incidenti mortali che annualmente si verificano in Italia. Un piccolo paese che scompare, spesso per incuria, disattenzione, eccessiva velocità, guida sotto effetto di sostanze alteranti la capacità di percezione e di reazione rispetto al pericolo. Asettico, il dato statistico non può raccontare fino in fondo il dramma di famiglie spezzate per la perdita di un figlio, una compagna, un genitore. Un dato che, secondo la Commissione Europea, sarebbe diminuito nel 2012 (ultima rilevazione resa pubblica) e dovrebbe ridursi ancora nel 2013.

Progettata negli anni Sessanta, quando il traffico veicolare era ancora scarso, la Statale 268 “del Vesuvio” viene realizzata in larga parte negli anni Ottanta, in condizioni completamente mutate a seguito del boom economico, urbanistico e automobilistico. Impiega poco ad essere ribattezzata “Statale della morte”, tante sono le tragedie che negli anni si verificano, con un escalation preoccupante negli ultimi mesi (13 morti nel 2013). Il progetto originario con una sola corsia di marcia in entrambe le direzioni e l’assenza di corsie di emergenza, mostra subito l’inadeguatezza di un’arteria essenziale per il traffico che da Angri, attraversando tutta la provincia vesuviana, giunge fino a Napoli. I lavori iniziano alla fine degli anni Settanta ma sembrano non essere mai terminati quando, nel 2003, prende avvio il progetto di raddoppio dei tracciati di marcia. Un progetto la cui realizzazione si presenta fin da subito complessa, per effetto della presenza di nuovi insediamenti abitativi, molti dei quali sorti in modo abusivo a ridosso delle carreggiate. L’attività di esproprio e costruzione avanza lentamente, con interruzioni spesso molto lunghe. Alcuni brevi tratti vengono completati, ma in diversi segmenti restano aperti i cantieri, aggravando il livello di rischio. Oggi, con i lavori fermi, le ditte appaltatrici fallite e l’impossibilità di riassegnare le commesse entro l’anno, data ultima per utilizzare i fondi europei, appare improbabile che la SS268 possa essere completata entro il 2015, come inizialmente previsto.collettivo vocenueva

L’inadeguatezza strutturale della Statale ed i ritardi nei lavori non possono però da soli spiegare un numero così alto di vittime, spesso giovani o giovanissimi. Vi è una responsabilità soggettiva da cui ciascuno non può dirsi esente. L’alta velocità, l’imprudenza, la disattenzione quando si è alla guida sono spesso concausa degli incidenti. Eppure su questo punto molto poco si sta facendo, come se l’elemento sociale, la cultura del rispetto delle regole del codice della strada, non fosse precondizione essenziale per la tutela della vita propria e di quella altrui. Rispetto delle regole, coscienza del rischio, consapevolezza nell’uso di sostanze che possono alterare la capacità di guida, dovrebbero essere al centro di un programma costante di formazione- educazione che accompagni i giovani fin dalle scuole dell’obbligo. La dimostrazione che spesso la formazione possa fare molto per salvare una vita viene dall’ osservazione dei dati relativi agli incidenti mortali di altri paesi europei. In Spagna e Francia, dove l’uso di alcool è generalmente più diffuso, i tassi di mortalità sulle strade sono più bassi. In Germania, dove i limiti di velocità autostradali sono più elevati dei nostri, il numero di incidenti riduce ulteriormente. Bisognerebbe provare ad importare le buone prassi di questi paesi, migliorando i programmi di prevenzione e di controllo, per non rimanere ostinatamente ancorati alle facili scorciatoie della sola repressione. Parallelamente, investire maggiori risorse nel potenziamento del trasporto pubblico produrrebbe un effetto di riduzione del traffico veicolare privato, attenuando l’impatto ambientale ed il rischio di incidenti. Proprio come nel caso della SS268, dove un rilancio della Circumvesuviana potrebbe decongestionare la tratta stradale ed alleggerire i flussi su ruote verso Napoli. Purtroppo, le vicende degli ultimi giorni ci raccontano dell’inazione della Giunta Caldoro e dell’intenzione di voler definitivamente affossare la rete ferroviaria locale, riducendo le corse e chiudendo molte delle fermate.

A seguito delle ultime morti che tanto hanno scosso le popolazioni dell’hinterland vesuviano, la politica prova a colmare i ritardi ed il colpevole disinteresse che aveva contraddistinto il passato. Il sindaco di Ottaviano Luca Capasso ha di recente promosso diverse iniziative al fine di sollecitare governo centrale e regionale a porre in essere interventi immediati per la SS268. Lo scorso 12 gennaio, l’Amministrazione ottavianese ha organizzato un consiglio comunale monotematico, invitando tutti i Comuni interessati. La partecipazione è stata molto ampia, ma non senza polemiche. Il sindaco di San Giuseppe Vincenzo Catapano ha disertato l’incontro in contrasto, fa sapere tramite una lettera, con le modalità di convocazione. Il presentimento, però, è che anche su un argomento così serio stia prevalendo opportunismo politico e volontà, da parte di alcuni, di cavalcare una questione sentita dai cittadini per un ritorno in termini di consenso. Fatto, quest’ultimo, che i cittadini sarebbero anche disposti a tollerare, posto che gli sforzi della politica portino ad una soluzione del problema ed alla messa in sicurezza della Statale.

L’impressione, al momento, è che non si sia andati oltre i comunicati stampa e le minacce di chiusura dei tratti di propria competenza. Sempre meglio, a ben vedere, dell’immobilismo che sta caratterizzando, ancora una volta, la Giunta Catapano.

Antonio Borriello

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