Il CineClub presenta “Periferie in luce”. Secondo ciclo estivo di proiezioni dedicato alle periferie del mondo

Il CineClub presenta “Periferie in luce”. Secondo ciclo estivo di proiezioni dedicato alle periferie del mondo

Per questo mese di luglio, a ravvivare l’estate sempre un po’ fiacca in città, c’è stata una piacevole novità. Ma per fare un passo indietro, ricordiamo che quest’anno, in collaborazione con il Collettivo Vocenueva, è nato il Cineclub e con esso un appuntamento fisso ogni lunedì sera per un ciclo di film che ci ha accompagnato per tutto l’inverno.

Forti di questa fortunata esperienza, si è pensato di organizzare un cineforum che uscisse dalle quattro mura e che coinvolgesse i quartieri di San Giuseppe. Così, in occasione del “Maggio Ancora”, è stato organizzato un primo ciclo di proiezioni all’aperto; quattro commedie italiane scelte per riscoprire l’Italia del secolo breve attraverso il filtro della risata. Cominciando in Piazza Garibaldi con “Il Sorpasso” (Dino Risi, 1962) e proseguendo con “In nome del popolo italiano” (Dino Risi, 1971) in Via Ciferi Iudici, e ancora “Amici miei” (Mario Monicelli, 1975) al Villaggio Vesuvio, questa prima rassegna si è conclusa, sempre in Piazza Garibaldi, con l’intramontabile Troisi di “Ricomincio da Tre” del 1981.

Nasce così “Fuori Cinema”. Un progetto che nel suo piccolo segue i passi della Cineteca di Bologna, la quale ogni anno per tutta la stagione estiva propone proiezioni gratuite in Piazza Maggiore. Non avranno uno schermo altrettanto grande o non sapranno come restaurare una pellicola, ma i ragazzi del Cineclub ci hanno investito passione e dedizione in questa iniziativa. Il “Fuori Cinema” non è per soli cinefili, ma è alla portata di tutti, nasce per i cittadini come motivo ulteriore di aggregazione, punto di incontro e confronto soprattutto.

Per questo secondo ciclo di luglio il tema è nel titolo: “Periferie in luce”. Il motivo di questa scelta ricade sul desiderio di mostrare realtà diverse, attraverso la vita di personaggi che ci raccontano quanto condizionante sia l’ambiente che ci circonda, quanto la cattiva condotta o la bassa moralità siano il frutto, non tanto di scelte individuali, quanto di una forzatura che viene dal contesto sociale; si è scelto questo tema perché è qualcosa di molto sentito nella nostra terra, nella nostra regione tanto bella quanto problematica, ed è per questo che c’è bisogno di consapevolezza per ottenere margini di miglioramento che partono dal piccolo, da un cineforum ad esempio.

I film proposti sono stati quattro e le proiezioni si sono tenute ogni giovedì del mese alle ore 21:00, alternandosi nei quartieri di San Giuseppe, perché la “luce” del titolo della rassegna è anche quella del proiettore che ha illuminato ogni volta una piccola parte del nostro paese. Il Cineclub ha allestito per gli incontri uno schermo e delle sedie, si è occupato dell’audio e di tutto il resto, ricreando un vero e proprio cinema all’aperto. Il 7 luglio in Piazza Garibaldi il debutto con “Non essere cattivo” (2015), ultima opera del regista Claudio Caligari, scomparso di recente. Il lungometraggio racconta la vita di due ragazzi nella provincia romana degli anni ’90 mentre si dimenano tra microcriminalità e droga. La seconda proiezione ha avuto invece luogo nel rione Belvedere; questa volta l’ambientazione cambia ed esce dall’Italia e dal continente per fiondarsi in una favela brasiliana con “City of God” (Fernando Meirelles, Katia Lund, 2002), storia di due bambini che, partendo dallo stesso punto, procedono paralleli chi sulla strada dello spaccio, chi alla ricerca di una vita diversa.

Con il terzo incontro tenutosi in Via Ciferi Iudici, il film proiettato è stato “Il suo nome è Tsotsi” (Gavin Hood), vincitore all’Oscar come miglior film straniero nel 2005, ambientato in Sud Africa, narra del percorso di redenzione affrontato da un giovane criminale incattivito da esperienze di vita dolorose. Per l’ultimo lungometraggio l’appuntamento è stato il 28 luglio, si è ritornati in Piazza Garibaldi, all’Italia e ala Campania, con “Gomorra” di Matteo Garrone, trasposizione cinematografica del 2008 dell’omonimo romanzo di Roberto Saviano, manifesto di denuncia alla criminalità organizzata. È un film che fa parte ormai del nostro bagaglio culturale, sul quale è stato interessante sviluppare una riflessione collettiva.

“Fuori Cinema “ è un progetto nato per tutti noi, per unire cultura e svago, per sentire quel senso di collettività che spesso manca. Questo articolo è stato scritto, invece, per farvelo conoscere. Adesso che lo conoscete, non mancate alla prossima edizione!

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