giugno 8, 2006

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QUESTA SERA ALLE ORE 9:30 CIRCA NON MANCATE  C’è LA RIUNIONE

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One Response to “”

  1. BlissettL Says:

    Repressione e..Marionette

    Lo scorso 17 maggio, alle ore 05.00, si è consumata l’ennesima azione repressiva della Provincia di Napoli a danno del Comitato popolare quart. S. Giuseppe-Porto: 80 poliziotti, agenti della Digos, una squadra di muratori al soldo dell’istituzione provinciale hanno sgombrato e murato lo stabile in via Gradini della Piazzetta n°2, occupato dal Comitato per farne una Casa del Popolo e restituire al quartiere ed alla città tutta un luogo di autorganizzazione sociale. Dopo mesi di ristrutturazione ed a lavori ormai ultimati, lo stabile occupato si presentava di fatto come punto di riaggregazione politica dei soggetti sociali di quel territorio. Ma, a fronte del recupero di liberi spazi di socialità e socializzazione, la Provincia, d’accordo coi privati appaltatori, ha risposto con l’ennesimo atto di privilegio di interessi speculativi estranei alle esigenze popolari.

    il triangolo dello sgombero

    Gli occupanti, che avevano già resistito ad un tentativo di sgombero lo scorso 21 aprile, si sono trovati così a subire l’azione di forza di Istituzioni sorde alle istanze popolari. Poiché evidentemente, data la collocazione dello stabile a ridosso della stazione metropolitana di Piazza Borsa in procinto di apertura, speculazioni economiche e finanziarie risultano prioritarie per una Provincia più attenta agli interessi di privati. Nell’area che va da Piazza Borsa a Piazza Matteotti passando per Via Monteliveto è attualmente impossibile inaugurare una nuova esperienza di lotta sociale. I ripetuti sgomberi ai tentativi di occupazione di uno studentato su via Monteoliveto fino alla chiusura nel maggio 2004 del decennale spazio sociale Cerriglio dimostrano che la politica delle istituzioni locali è stata fondamentalmente repressiva verso le lotte sociali intraprese nel centro storico di Napoli. Non una linea di tutele verso le realtà sociali cittadine nella loro complessità e molteplicità sul territorio, non un dialogo. Oggi, a Napoli, tra interessi di camorra, di istituzioni, di commercianti non si possono liberare nuovi spazi nel centro storico.

    da http://italy.indymedia.org/features/napoli/

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