1°Maggio dedicato alle morti bianche…

maggio 1, 2008

News

Quando un operaio muore i politici di destra, di sinistra e di centro si indignano.
Quando un operaio muore domani Prodi fa il decreto legge.
Quando un operaio muore  Veltroni candida gli industriali, “ma anche” un sopravvissuto della Thyssen Krupp.
Quando un operaio muore Ichino dice che “Da noi manca la cultura delle regole”.
Quando un operaio muore il Presidente della Repubblica soffre e auspica in televisione.
Quando un operaio muore Maroni dice “Non è colpa dei governi, perché le leggi ci sono”.
Quando un operaio muore nessuno parla della legge 30, dei precari, dei ricatti che subiscono, della legge del padrone e degli estintori vuoti “altrimenti vai a casa”.
Quando un operaio muore, oggi Fassino e D’Alema, ieri Berlinguer e Pertini.
Quando un operaio muore il padrone ha già messo i soldi da parte.
Quando un operaio muore la vedova e i figli finiscono in mezzo a una strada.
Quando un operaio muore i sindacati dichiarano uno sciopero di solidarietà di due ore.
Quando un operaio muore la colpa è del casco, se l’è cercata.
Quando un operaio muore la colpa è che se si lamentava per l’insicurezza veniva licenziato subito perché precario.
Quando un operaio muore è un assassinio, quasi sempre.
Quando un operaio muore faceva un lavoro a rischio, doveva succedere.
Quando un operaio muore si danno incentivi alle aziende che diminuiscono gli incidenti e non si chiudono quelle che producono i morti.
Quando un operaio muore è perché la sicurezza è troppo onerosa per la Confindustria.
Quando un operaio muore è un fatto di business, qualcuno ci ha guadagnato sopra.
Quando un operaio muore se faceva il politico campava cent’anni.

(fonte : omissis causa zavorre mentali)

Il neo-presidente della Camera ieri ha dedicato il suo discorso al 25 Aprile ,al 1° Maggio, alla bandiera italiana…Speriamo che non siano solo parole….

Questa festa in tutta Italia verrà ricordata per non dimenticare le migliaia e migliaia di morti bianche, una strage silenziosa che investe anche il nostro territorio, da sempre caratterizzato dal lavoro nero, sia di italiani che soprattutto di immigrati (cinesi, polacchi,indiani, pakistani ecc..)….Persone, non bestie da soma, a cui andrebbero riconosciuti parecchi diritti, ma soprattutto uno : IL DIRITTO A NON MORIRE SUL LAVORO !!!!! 

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5 Responses to “1°Maggio dedicato alle morti bianche…”

  1. anonimo Says:

    Destra e Sinistra…ricordando il 1 maggio.

    “In totale controtendenza rispetto a tutte le ossessioni post-ideologiche, il mio amico F. sostiene che o la politica è soprattutto battaglia di idee, oppure semplicemente non è. “Finché si va a votare per soddisfare gli interessi individuali vincerà sempre la destra, il cui legittimo mestiere è dare voce agli egoismi. Il giorno che si tornasse a votare per il bene comune, per un´idea di società, allora la politica tornerebbe ad appassionare, e la sinistra a vincere”.

    Ecco una definizione brusca ma non sprovveduta della differenza tra destra e sinistra: è di destra chi vota avendo per guida i propri interessi, di sinistra chi vota pensando all´interesse collettivo. Se questo è vero almeno in parte, il mestiere della sinistra è molto diverso dall´affannosa rincorsa alla destra sul suo terreno (sicurezza, poche tasse, niente scocciature: vogliamo vivere tranquilli). La sinistra è condannata in eterno a mediare tra la natura degli individui e la cultura della collettività: e dunque a immaginare ciò che ancora non c´è, suggerire novità, progettare cambiamenti. Per noi adulti, cinici o forse solo logori, una sinistra siffatta è solo un remoto ricordo di giovinezza. Ma provate ad avere vent´anni adesso, e vedete un po´ se le discussioni sull´Ici e sull´Irpef bastano a smuovere una sola cellula del vostro cuore o del vostro cervello.”

    (Michele Serra, l’Amaca, la Repubblica)

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  2. TylerDurdan Says:

    Che qualcuno dica a Michele Serra che milioni di giovani italiani hanno votato destra.

    Magari l’Irpef non gli ha smosso il cuore,ma li ha sicuramente spinti fin dentro il seggio a votare.

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  3. anonimo Says:

    Concordo con Tyler,c’è una dilagante moda aberrante tra i pischellotti verso il fascismo che ci fa tornare indietro di decenni…

    Vedere “Nazirock” di claudio Lazzaro per rendersi conto…

    Un saluto a Tyler da Alberto

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  4. aitan Says:

    Se non l’avete ancora fatto, procuratevi il nuovo libro di Marco Rovelli (www.alderano.splinder.com): “Lavorare Uccide” (BUR, 2008).

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  5. anonimo Says:

    Credo che Serra volesse esprimere chiaramente una realtà: la sinistra ha perso la propria spinta ideale e, rincorrendo il lessico della destra (fisco e sicurezza), ha dovuto smettere la propria identità, le proprie idee.

    Se milioni di giovani hanno votato a destra, il motivo non appartiene alle tante proposte che da ambo le parti vengono avanzate in termini di ici e bollo auto. Stando agli studi del centro diretto da Ilvo Diamanti, i giovani che votano a destra avvertono in questa parte politica una maggiore attenzione per la meritocrazia e una più puntuale risposta in termini identitari. In un mondo costruito su modelli leggeri, su veline e tronisti, il richiamo a destra è paradossalmente più forte. Un giovane che magari ha speso una vita e una fortuna per acquisire conoscenze, non si rassegna all’incapacità eretta a modello. Ed è assurdo, perché questo modello è sostanzialmente veicolato dai media berlusconiani. Ma attenzione, non c’è contraddizione in tutto ciò. L’elettorato under 25 della destra appartiene a due schiere: quello che definirei “convinto”, e che ho appena descritto; e quello “affascinato” dalla capacità del leader, dal suo successo personale da “self made man”, dal modello di società che è riuscito a costruire: veline, tronisti e coppe dei campioni. Politica e antipolitica. La sezione di partito e il Billionaire. Due elettorati assolutamente diversi, con un peso specifico a seconda del contesto.

    A Roma, ad esempio, Alemanno ha potuto contare su una macchina elettorale possente, fatta soprattutto da giovani e giovanissimi. Ma l’elettorato delle destra romana è, si sarebbe detto un tempo, elettorato militante e ideologicamente determinato. Nazirock è uno spaccato, sostanzialmente misero, di una sparuta minoranza oramai in estinzione (FN non arriva nemmeno all’1%, nemmeno nelle roccaforti laziali). La stragrande maggioranza della destra giovanile romana appartiene a quel filone comunitarista che, sviluppatosi negli anni ’80, ha trovato massima espressione nella leadership di Alemanno. Esperienze come quelle di Casa Italia, Casa Pound, Casa Montag, come il Foro e la Comunità Militante, sono realtà (centri sociali e circoli culturali) che a Roma hanno avuto forte presa. Nei centri sociali di destra (sic!) si fanno mense popolari, doposcuola gratuiti, patrocinio legale per i meno abbienti, si fa lo scambio dei libri scolastici, sport a costo zero, cineforum e concerti. Nelle realtà occupate dalla destra, si coltiva un mito di fratellanza popolare che una volta apparteneva alla sinistra. Si ci sente parte di una Comunità. Una comunità nazionale, sia chiaro, che avverte come pericoloso il multiculturalimo e la contaminazione. Nel parlare di “differenzialismo”, la destra romana individua il nuovo nemico nell’immigrato. E i rom diventano peggio degli ebrei. Le borgate popolari, il nuovo terreno di scontro per la difesa dell’identità (non della razza).

    Ecco, a mio avviso, cosa voleva dire Serra. La destra ha costruito un doppio messaggio: uno egoistico (meno ici, meno irpef, meno Visco, meno multe, ovvero meno Stato) per l’elettorato “adulto”. L’altro, strutturato su un progetto ideale, su un modello di società che assume i tratti della comunità identitaria (soprattutto l’elettorato di AN e la Destra) e, per altro verso, quelli della rincorsa al successo personale, dell’affermazione del proprio bisogno, perchè no?, mediatico (soprattutto l’elettorato giovanile berlusconiano, non appartenente ad un partito, ma al leader).

    Come si vede, il messaggio della destra è onnicomprensivo e capace di offrire molteplici risposte alle diverse anime di cui è composto l’elettorato (adulto, giovanile e intragiovanile).

    Questa capacità è svanita a sinistra. Non si è più capaci di articolare un lessico di riscatto, l’immagine di una democrazia “progressista” che faccia del miglioramento delle condizioni generali lo strumento per la conquista del benessere individuale. E la prova vivente è, per restare ai giovani, l’incapacità della sinistra di mantenere una presenza nelle scuole, nelle università, nei luoghi dove i giovani formano se stessi e le proprie idee.

    L’esempio lampante di questo fallimento è sotto i nostri occhi: siamo noi. Se un gruppo attivo, determinato, mosso da nobili principi e reali esigenze come Vocenueva, non vede più nella sinistra un naturale sbocco alle proprie battaglie politiche e della propria visione del mondo, allora il meccanismo si è inceppato. Perchè la sinistra non riesce più a rappresentare quella che è sempre stata la sua molla originaria: la necessità di costruire un “movimento reale che trasformi lo stato di cose presenti”.

    Se la sinistra non interagisce più con le proprie forze, con chi, pur in una situazione difficile come SGV, tenta di alimentare il fuoco di un altro mondo possibile, non avrà altro futuro che quello riservatogli in questi tristi giorni di sconfitta.

    Un saluto a tutti

    Agitprop.

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