settembre 30, 2007

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E noi…….?
Ancor Ancor più su…..
Planando sopra boschi di braccia tese…….

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  1. anonimo Says:

    In Birmania i monaci lottano per la libertà di tutti. Scalzi, a mani nude, usano la forza delle loro idee e la determinazioni spirituale per contrapporsi alle pallottole del regime. Da noi invece…c’è casta e Casta.

    “…Con più prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all’anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale. La prima voce comprende il miliardo di euro dell’otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell’ora di religione (“Un vecchio relitto concordatario che sarebbe da abolire”, nell’opinione dello scrittore cattolico Vittorio Messori), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c’è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all’ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell’ultimo decennio, di 250 milioni. A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un’inchiesta dell’Unione Europea per “aiuti di Stato”. L’elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l’Ici (stime “non di mercato” dell’associazione dei Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l’elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l’Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini. Il totale supera i quattro miliardi all’anno, dunque una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stretto o un Mose all’anno, più qualche decina di milioni…” (Curzio Maltese, “I conti della Chiesa”, la Repubblica, 28 settembre 2007)

    CdT

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  2. anonimo Says:

    ………Sogno di abbracciare un amico vero

    che non voglia vendicarsi su di me di un suo momento amaro

    e gente giusta che rifiuti di esser preda

    di facili entusiasmi e ideologie alla moda…..

    Ma che colore ha una giornata uggiosa?

    Ma che sapore ha una vita mal spesa?

    Ma che colore ha una giornata uggiosa?

    Ma che sapore ha una vita mal spesa?

    ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah aha ha aha ha aha aha aha aha ah

    Reply

  3. anonimo Says:

    Scritto da Giovanni Venturini in Prima Pagina, SportSan Giuseppe Vesuviano- La Sangiuseppese non è mai fallita, anzi milita nel campionato professionistico di C/2 e anche quest’anno punta ad un’altro salto di categoria. Purtroppo, però, per i tifosi della nostra città la squadra è, da un anno, solo un ricordo. La proprietà preseduta dal duo Moxedano-Bouchè sembrerebbe avere altri programmi che far giocare la squadra a San Giuseppe Vesuviano. Anzi, giusto per far sparire il nome “Sangiuseppese” dal panorama calcistico nazionale ha denominato la compagine vesuviana: Sporting Neapolis, autopromuovendola a seconda squadra della città di Napoli.

    Ad intervenire sulla vicenda è la lega professionisti di serie C che tramite il suo presidente Mario Macalli ammonisce i nuovi proprietari della Sangiuseppese ai quali da un ultimatum diretto alla proprietà del club e senza voler sentire ragioni, impone, di chiamare la Neapolis col suo nome reale cioè Sangiuseppse, obbligandola anche a giocare le gare casalinghe al Comunale di via Mattiuli. L’ azione della lega di C e diretta anche alla stampa Nazionale, che viene invitata a chiamare la squadra, non con la denominazione di Neapolis ma Sangiuseppese, cosa che tutt’ora fa solo la rai ed i quotidiani nazionali.

    Nella querelle tra lega e società, sembra essersi intromesso anche il Comune che, a sorpresa, dichiara lo stadio inagibile. Macalli, forse intuendo una sorte di filing trà i nocchieri comunali ed il duo dirigenziale Moxedano- Bouchè, contrabbatte, ed obbliga la società a giocare lo stesso a San Giuseppe Vesuviano, ma a porte chiuse.

    La società non si arrende ed arriva in suo soccorso un’altra coincidenza: l’amministrazione Ambrosio delibera il rifacimento del manto erboso dello stadio comunale di via Mattiuli, ancora più a sorpresa se si pensa che si è lontani dalla stagione della semina dei campi sportivi.

    Da molti questa èconsiderata una scusa per allontanare la squadra da San Giuseppe. Di conseguenza la Sangiuseppese come da regolamento, è obbligata a giocare nello stadio piu vicino, cioè di Palma Campania. Dove si gioca a porte aperte con ingresso gratuito, con una capienza inferire ai 200 spettatori, per la maggior parte familiari dei calciatori, a dimostrazione delle scarsa simpatia che nutre la squadra con il nome Neapolis.

    Insomma sembrerebbe proprio che l’amministrazione Comunale di San Giuseppe Vesuviano ci metta sempre lo zampino per far scomparire dal panorama calcistico la Sangiuseppese, anche perchè valutate le strane coincidenze, sia dai tifosi che dalla lega di C emerge uno scenario molto insolito, ed unico in Italia, che stà danneggiando non solo l’immagine calcistica della nostra città.

    http://www.unapagina.it/p=65#more-65

    i Sangiuseppesi devono sapere

    Vi prego di pubblicarla,

    Giovanni Venturini

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  4. maristelle Says:

    Cara amica, caro amico,

    a Myanmar è in atto una violenta repressione delle manifestazioni

    pacifiche, che si stanno svolgendo in tutto il paese da oltre un mese.

    Il 25 settembre circa 300 persone sono state arrestate durante le proteste

    e tre monaci sono stati uccisi: uno da un colpo d’arma da fuoco

    e gli altri due a seguito di un pestaggio. Il giorno dopo vi sono state

    altre vittime, e almeno un giornalista è rimasto ucciso.

    Fonti non ufficiali hanno fatto sapere ad Amnesty International che oltre

    50 monaci sono rimasti feriti.

    Le ultime notizie ricevute da Amnesty International in queste ore non sono

    incoraggianti. Numerosi raid da parte della polizia stanno avendo

    luogo in queste ore nei monasteri buddisti di Yangon e in altre città del

    paese, non si conosce ancora il numero preciso dei monaci arrestati

    e delle persone rim aste ferite.

    Per scongiurare il ripetersi del bagno di sangue del 1988, quando furono

    uccise circa 3000 persone, Amnesty International ha lanciato un appello

    alle autorità di Myanmar chiedendo loro di mettere fine alle repressioni

    contro i dimostranti pacifici e garantire il rispetto del diritto di

    manifestazione.

    ANCHE TU PUOI FARE QUALCOSA DI IMPORTANTE!

    FIRMA L’APPELLO ON-LINE A QUESTO INDIRIZZO:

    http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Myanmar

    E INVIA SUBITO QUESTA E-MAIL AI TUOI AMICI CHIEDENDO LORO DI FARE

    ALTRETTANTO.

    Far sentire la nostra voce in questo momento è fondamentale. Insieme, la

    nostra voce può diventare più forte e salvare delle vite!

    Amnesty International Sezione Italiana

    http://www.amnesty.it

    Reply

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